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Mafia capitale, Carminati e i fratelli Alibrandi: la morte di Alessandro, la vita di Lorenzo


Carminati – annota il Ros – rivela particolari inediti sulla dinamica della morte di Alessandro Alibrandi, avvenuta il 5 dicembre 1981 al Labaro: asseriva che, contrariamente a quanto noto, il suo compagno di militanza fu erroneamente ucciso da “fuoco amico” e non dai colpi dei poliziotti con cui aveva ingaggiato il conflitto a fuoco”. “Alibrandi – chiede l’amico Matteo – è morto il 5 novembre?”. “Il 5 dicembre – risponde Carminati – con il fuoco amico… lo hanno ammazzato i compagni stessi suoi…è successo al ristorante.. al ristorante gli hanno sparato … per sbaglio… a me me l’ha detto Lorenzo Lai.. che stava là…”.

Non è proprio la sfinge che ci hanno raccontato Massimo Carminati, almeno a leggere le intercettazioni divulgate dai giornali dopo il grande blitz contro la Mafia Capitale. E sotto sotto ho il dubbio che da un certo punto in poi, convinto di essere intercettato, ha cominciato a divertirsi, a sparare cazzate. C'è comunque un errore evidente: non esiste nessun Lorenzo Lai, ma i due fratelli Livio e Ciro, del Fuan di Trieste, che con Carminati sono stati in Libano e poi si sono reincrociati a Rebibbia. Esiste invece un Lorenzo, che con questa storia ci azzecca, perché è il fratello di Alibrandi, e ora si ritrova indagato nella maxinchiesta. E' sempre il FattoQuotidiano a raccontarlo:
 Ed è sulla spiaggia di Castelfusano che Lorenzo Alibrandi ha messo su un chiosco e uno stabilimento balneare. Lui è il fratello di Alessandro, un “camerata” dei Nar che negli anni Ottanta venne ucciso in uno scontro con la polizia. C’è uno di San Giovanni, un certo Danilo, che va in spiaggia e fa il prepotente. Interviene Carminati. Poche parole: “Lo sapevi che il fratello di quello era un compagno mio che è morto… cane, pezzo di merda”. 

In realtà, per quel che è dato sapere, Lorenzo è proprio un bravo ragazzo, essendo noto piuttosto, oltre che per aver organizzato il memorial per il trentennale della morte del fratello, per una storia bellissima, una casa famiglia per bambini abbandonati:
Lorenzo Alibrandi aveva un sogno: fare qualcosa di importante per gli altri, qualcosa che scavasse nella roccia della vita un solco di solidarietà e di speranza per tanti bambini sfortunati. Grande esperto di macchine da corsa, una passione sfrenata per l’alta fedeltà, uno stabilimento balneare a Ostia. Ce ne sarebbe abbastanza per rintanarsi in una comodaesistenza borghese insieme alla sua compagna Marina. Buon senso Invece hanno scelto la strada più diffi - cile per arrivare alla mèta che tutti, più o meno consapevolmente, perseguiamo: dare un senso alla nostra vita. E così il sogno è diventato realtà. Si chiama Piccoli passi e sorge in mezzo ad una delle più belle campagne romane, fra la capitale e Ostia, nel comune di Acilia. Per arrivarci non basta il navigatore, ci vogliono le indicazioni precise di un amico che mi accompagna alla scoperta dell’isola che non c’è, il sogno concreto di Lorenzo e Marina. «Conosco questo posto da sempre, 10 anni fa insieme a Marina abbiamo cominciato a parlare di questo progetto», dice Lorenzo con la semplicità di chi non vuole apparire come un uomo straordinario. «Ci siamo detti che dovevamo mettere a frutto il nostro tempo per qualcosa di utile», aggiunge Marina. «Venivamo qua col motorino a vedere questo posto e ci dicevamo chissà se lui ce lo mette a disposizione». Lui è uno dei rampolli di una famiglia di impresari molto noti a Roma, e amico di Lorenzo, che per questi 100 ettari di campagna e bosco con annessi casolari aveva ricevuto decine di offerte più che appetitose...
Una storia bellissima, appunto, che potete leggere su Nuovoconsumo, il mensile della LegaCoop...


6 commenti:

  1. E si ... pure io c'ho l'impressione che, ad un certo punto, Carminati s'è messo a sparare cazzate col gusto di farlo ... Alessandro non è morto in un bar ... e se la storia del "fuoco amico" può anche essere plausibile, è capitato a tanti lottarmatisti anche "de sinistra", Zicchitella, Capone ecc. ecc. ... questo è semmai capitato per strada e durante la sparatoria coi poliziotti e non certo al bar ....

    Che Lorenzo Alibrandi sia un bravissimo ragazzo non c'è dubbio ... al massimo si è rivolto a Carminati per difendersi dalle angherie di uno che comunque non è un banale "bullaccio" ma uno del clan Fasciani ... ed allora era necessario un intervento "autorevole" come appunto quello di Carminati .... e francamente non mi sembra chissà quale "reato" questo ... di storie del genere nelle periferie romane che vivo da sempre, sia pure su tuttaltro versante di Roma, storie come queste ne avvengono quasi tutti i giorni ...

    Però, Ugo, continuo ad avvertirti .... al di là di questa giusta e doverosa precisazione su Lorenzo Alibrandi, la stai buttando in generale su una minimizzazione della vicenda che è comunque fuori luogo ... giusto contestare l' ipotesi di "mafia", anche io la contesto ... ma è evidente che c'è chi vuole buttarla tutta in barzelletta ... e invece barzelletta non è per niente .... ma, a uno comunque navigato come te, non ti sembra strano il fatto che, ignorato o quasi per decenni, ora tanti media ti stanno cercando ? Ripeto, pensaci ....

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  2. Quello che non è per niente chiaro e perchè tutto questo marcio maneggiame metropolitano
    esce fuori proprio adesso, e tutto insieme, con tanto di telecamere al seguito degli arresti,
    quasi fosse un fiction già pronta da tempo, azzerando di fatto tutta la nomenclatura dell'attuale Pd romano e massacrando definitivamente la figura del mediocre Alemanno ,
    già abbastanza imbrattata dallo scandalo di Parentopoli, che ripeto dovrebbe essere processato per depistaggio ideologico ma non per furto ai danni della pubblica amministrazione romana.

    Ci sono fra i cento nomi personaggi che risalgono alla giunta Rutelli, alla giunta Veltroni alla Giunta Alemanno e gente che ancora oggi era in sella con Marino ... 20 anni de monnezza romana ...

    Perché solo ora si muove in blocco questa magistratura solerte e compatta, impavida, a quale input risponde ?

    Chi c'è da buttar giu' definitivamente e per dare spazio a chi ?
    Questa azione ha una valenza nazionale , o solo locale, a quale disegno risponde ?

    Sarebbe interessante porsi queste domande e darsi delle prime risposte piuttosto che ingigantire un manipolo
    di personaggi che inciuciavano con potere , con un meccanismo del tutto simile a quello già visto ad un altro livello con il trio ciellino Giubilo-Andreotti-Sbardella dei tempi belli ...

    nuovi e vecchi poteri ammucchiati in discesa, a difesa della propria celebrazione ...

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  3. Keoma, io minimizzo solo su due aspetti:
    1. la caratterizzazione mafiosa, che è una cosa seria
    2. il peso dell'aspetto intimidatorio rispetto alla convergenza affaristica e la complicità tra i tre ambienti (politica e manager, banda malavitosa, network della cooperazione sociale) che costituiscono il cuore vero dell'inchiesta.
    finora quello che ho letto nell'inchiesta conferma la simbiosi ambigua tra un "cavallo di razza" della Lega Coop e il sottobosco alemanniano già prima che nascesse il sodalizio con Carminati...
    Più in generale tu stesso riconosci che nell'inchiesta non c'è la vera criminalità organizzata a Roma, non ci sono i grandi affari, non ci sono le lobby vere (i palazzinari, le banche, il Vaticano).
    L'unico dubbio vero che mi resta è quando comincia a perdersi la 29 giugno. Tu puoi aiutarmi a capire?

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  4. Roma viene definita «più puzzolente di un kibbutz»

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  5. No, non posso aiutarti a capire ... la politica istituzionale non è mai stato il mio forte come interesse ... e per di più mi sembra di capire che il tutto comincia con la seconda giunta Rutelli, quella del Giubileo e del sindaco che si trasforma da verde/radicale in democristiano, un periodo in cui francamente ero del tutto disinteressato alla politica in genere ... però, seguendo altre storie ( Mose, Expo, Val di Susa, Montepaschi, Bologna, il giro della Leopolda di Renzi) mi pare di capire che la LegaCoop è ormai così dappertutto ... un coacervo affaristico ormai lontano mille miglia dalle funzioni "sociali" originarie ... Buzzi è solo un pò più "naif", tipico di certo generone romano ... e coltiva amicizie e complicità come quelle con Carminati derivanti dalla sua oggettiva origine "coattesca" e dalla necessità di avere un aggancio utile e "temibile" rispetto agli ambienti "neri" che ruotano intorno ad Alemanno ... ma la sostanza non cambia ....

    Comunque sembra stiano uscendo fuori anche "impicci" di Carminati rispetto alle concessioni edilizie .... garantiva l'ok del Comune in soli 3 giorni, dice Repubblica .... fattore decisamente più "centrale" a Roma rispetto ai temi di cui si era parlato finora .... e lì Buzzi non credo che c'entri ....

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  6. Intervento di Piero Sansonetti
    http://www.barbadillo.it/32653-caso-roma-linchiesta-e-una-bufala-e-mani-pulite-non-ci-ha-insegnato-niente/
    Ma rimane sempre la stessa domanda : perché ora, cui prodest ?

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