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L'intervista al Secolo d'Italia, i dubbi sull'accusa di mafia, le conferme sulla trasversalità di Mafia Capitale

Già ieri sera Annalisa Terranova ha pubblicato l'intervista che le ho "dato" su Alemanno e Mafia Capitale per Il Secolo de'Italia. E' una buona sintesi, integrata con l'altra di ieri all'Adn Kronos,  del mio pensiero che confuta la tesi dell'associazione mafiosa ma lancia l'allarme sull'accrocco micidiale (e trasversale) tra malapolitica, malavita e malaffare.

Parla il blogger Tassinari: la cupola fasciomafiosa? Una tesi ridicola

 
“Ma quale fasciomafia, questo è affarismo cialtrone, delinquenziale”. A denunciare la bolla mediatica che si sta costruendo sull’inchiesta “mondo di mezzo” è Ugo Maria Tassinari, giornalista che da anni indaga il mondo della “fascisteria” e dà voce anche a realtà e gruppi censurati e tenuti fuori dai circuiti informativi canonici. Il blogger Tassinari alla tesi della cupola non ci crede e ritiene che si stia facendo molto “colore” sulle ultime, sensazionali, cronache romane.
Tassinari perché non si può parlare di mafia?
Che è la mafia? È esercizio di un’attività economica attraverso l’intimidazione e la minaccia fisica. Non vedo queste caratteristiche in questo caso, tranne in un paio di episodi. Qua non si minacciava, qua sono tutti d’accordo. Questo è consociativismo semmai. Poi valuterà il tribunale: che siano emersi episodi di malcostume e corruzione è fuor di dubbio ma che esista una cupola mafiosa il cui capo è Massimo Carminatiè una tesi che fa ridere.
Non è che c’è tanto da ridere però, ascoltando le intercettazioni
No, però bisogna andare al nocciolo della questione, tralasciando gli aspetti marginali, che magari colpiscono perché c’è l’ex Nar, per Romanzo criminale e tutte queste cose qui. Bisogna avere il coraggio di riconoscere che Salvatore Buzzi è una figura eminente delle coop rosse, Buzzi è un detenuto comune che si collega e si inserisce nel movimento che a partire dal convegno di Antigone del 1984 a Rebibbia permette di uscire dalla violenza degli anni di piombo non solo col pentimento, ma anche dando una speranza di reinserimento sociale ai detenuti. La cooperativa “29 giugno” nasce da quest’intento nobile e ha storicamente forti legami con i Ds e ha un referente che è Umberto Marroni, figlio di Angelo, garante dei detenuti del Lazio.
Bè questo è emerso, nessuno lo nega…
Si però finisce per prevalere il fatto che ci sono quattro neofascisti dell’entourage di Alemanno, mentre il grumo affaristico sta nel network delle cooperative sociali “29 giugno” che è potentissimo e, nonostante i controlli più rigidi imposti da Bruxelles, ci tiene a mantenere il controllo.Veniamo a Gianni Alemanno
Gianni Alemanno ha fatto lavorare quattro neofascisti, gente della sua comunità, lo ha fatto per geneoristà. Il suo è stato un peccato di generosità. Il problema non è Alemanno, il problema è il grumo affaristico trasversale che con le sue tossine fa ammalare il sistema democratico e civile.
Quanto c’è di neofascismo in questo grumo affaristico?
Nulla. Il patto affaristico va dalla destra alla sinistra, a Milano fa affari Greganti, a Roma fa affari Buzzi. Poi i media si avventano su Carminati perché consente di fare un affresco quasi mitologico, perché lui è il “nero” di Romanzo criminale.  Ma oltre questo il nucleo più profondo è questo pattuglione affaristico che sta in mezzo a chiedere favori, a mediare, ad arricchirsi, una macchina cancerosa ma comunque vitale.
Il “mondo di mezzo” di cui parla Carminati nell’intercettazione che abbiamo letto e riletto?
Una filiera che fornisci servizi di un certo tipo. Carminati ne è il capo. Carminati è un delinquente di una certa caratura, in cui c’è un elemento di soggettività fascista ma non è un boss mafioso. Anche gli affari di questa presunta “cupola”, se li vai a vedere, sono a bassa intensità di capitale, interessano un piccolo ramo delle opere pubbliche. Questi non mettevano le mani sulle grandi opere pubbliche.
Minimizzare tuttavia non è mai una buona strada…
Non minimizzo, sono preoccupato. La mia sensazione è che a Roma agiva una compagine di politici, faccendieri, manager e delinquenti che avevano costruito un organico capace di controllare uno spicchio importante di affari pubblici.
Storie di “ordinaria” corruzione? Perché tanta attenzione allora?
Perché parliamo di Roma, perché  Carminati è un personaggio di peso, perché Alemanno è stato molto visibile. Ma Alemanno non è certo un mafioso, è caduto in una rete. Tra l’altro va detto che i rapporti con un certo sottobosco prima li gestiva per conto di Alemanno un personaggio della caratura di Peppe Dimitri, che aveva anche un suo rigore e una sua etica, aveva un’autorevolezza che gli derivava dalla sua storia. Dopo la morte prematura di Dimitri, credo che Alemanno abbia perso il controllo della situazione.

Dello stesso parere mio è, ad esempio, Enrico Galmozzi, fondatore di Prima Linea, che la realtà e la storia di Rebibbia negli anni '80 la conosce bene: 

In tutto sto casino su Roma una cosa mi appare chiara e cioè che l'enfatizzazione mediatica del guercio, del Nero e della banda della Magliana è una cortina fumogena funzionale a coprire il fatto che la vera mente e il regista fosse Buzzi. Perché? Perché Buzzi era a Roma l'uomo di Poletti. A prescindere da responsabilita penali, che allo stato non ci sono, mi pare evidente che ci sia una responsabilita politica di Poletti e ci siano una serie di interrogativi su come cazzo funzionano le cooperative rosse.


Un buon esempio della trasversalità della banda viene invece da un blog calcistico che ci racconta la rapida transizione dall'amico di Carminati, "Marione" Corsi, il popolare conduttore radiofonico che fu condannato per i Nar, al presidente Zingaretti:

Uno tsunami porta con sé tutto. Ed era inevitabile che gli arresti di Roma facessero venir fuori una marea di informazioni “limitate”, a disposizione in forma frammentaria, che soltanto ora trovano una sistematizzazione. Come tessere di un mosaico altrimenti non ricostruibile. Questa “nota privata” che arriva dall’Associazione Giustizia e Libertà (rievocando una delle organizzazioni più determinate nella Resistenza) pone qualche domanda che attende risposte chiare.
Zingaretti, Baldi, Carminati e Marione: tutti i nodi vengono al pettine.
Ci auguriamo che, nell’indagine sulla Roma mafiosa, la Procura della Repubblica faccia piena luce sugli inquietanti e quotidiani rapporti che il capogruppo della lista civica di Zingaretti ha tenuto per anni con Mario Corsi, detto “Marione”, e legatissimo al Carminati con il quale ha condiviso in gioventù la comune matrice eversiva e la conseguente dura esperienza del carcere.
È grazie a Mario Corsi che il Baldi ha instaurato un intenso e saldo rapporto personale con il boss Carminati. Questa quotidiana frequentazione ha fruttato, ad un campione del trasformismo come Michele Baldi che è transitato da Alleanza Nazionale al P.D. di Zingaretti attraverso tutti i partiti possibili, ben 14.000 preferenze alle ultime Regionali.
È facile oggi comprendere a cosa erano finalizzati i continui, lunghi ed accalorati attacchi che il Baldi dalla radio di Marione, seguitissima nella Capitale, ed insieme allo stesso Marione, quotidianamente effettuava su alcuni dei settori più delicati della vita amministrativa ed in particolare sull’AMA e la gestione dei rifiuti.
Tali interventi seguivano le istruzioni ricevute indirettamente da Marione e direttamente nei suoi colloqui e contatti con il boss Carminati a favore del quale il Baldi metteva a disposizione finanche le proprie relazioni con giornalisti del livello di Paolo Mondani di Report.
La riconoscenza di Zingaretti e Baldi ed il desiderio di consolidare i rapporti con Marione da parte dei due si sono spinti sino a far lavorare, a spese della Regione Lazio, la sorella di Mario Corsi nella segreteria dello stesso capogruppo Baldi.
Ci auguriamo che questo bieco trasformista, grazie ai propri rapporti trasversali, non riesca anche in questa circostanza a farla franca così come sembrerebbe sia riuscito a fare con la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal G.I.P. di Perugia per le firme false in occasione delle Regionali del 2010 che sembrerebbe caduta nell’oblio.
Speriamo quindi che anche al più corrotto dei trasformismi ci sia un limite.


9 commenti:

  1. Non condivido, caro Ugo, la tua "minimizzazione" complessiva della vicenda.

    Tra l'altro Buzzi, che pure certamente nasce come personaggio "politico" da nobili intenti, tutto il discorso del recupero dei carcerati che certo non va in sè "criminalizzato" in quanto tale, appare nelle intercettazione però assai subordinato a Carminati ed alla sua cerchia .... non sembra "il capo" ... casomai invece l'esperto, assai "naif", nel rapporto con le istituzioni e la politica ... ma il capo rimane comunque Carminati ...

    E i fascisti implicati non sono tre o quattro ... ci sono almeno tre generazioni .... e tutte le tendenze ... dai vecchi missini doc alla Gramazio o alla Luzzi ... agli ex di Delle Chiaie .... agli ex Nar e dintorni dello spontaneismo armato ... ma anche quella successiva, ben rappresentata da Lucarelli e da Gramazio figlio ...

    Poi, certo, parlando di Roma e dei suoi sottoboschi affaristici, manca il pezzo principale, le grandi opere pubbliche, i progetti di privatizzazione delle municipalizzate, le banche, i palazzinari, l'Oltretevere ....

    Ma non escluderei affatto che tutto questo uscisse fuori in seguito ...

    D'accordo invece sul fatto che tutto il "colore" sulla Banda della Magliana è fuori luogo ed anche fuorviante e depistante ... e che Alemanno, comunque pessimo sindaco, sia realisticamente il "ricattato" della situazione ... e questo anche per Parentopoli e le altre vicende uscite precedentemente .... molta fascisteria ha detto "quanno ce ricapita ?" ... e il genero di Rauti evidentemente, anche per vecchi trascorsi personali suoi e di famiglia, non ha praticamente potuto dire di no a nessuno ...

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  2. Questa però sembra una robba da 21 milioni!
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=78119

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  3. Mha che dire , Alemanno è processabile per depistaggio ideologico, abiura dottrinaria, pessime frequentazioni nel ghetto, parolaio infeudato alle lobby demo ciellinie e berlusconiane, ma che abbia preso soldi personali non lo credo...
    Cosi' come non credo parlando dei vari Buzzi e Carminati di prassi mafiosa, ma al piu' di attività maneggiona e spregiudicata ...
    In questo caso piu' che in altri l'unità generazionale ha atticchito e molto bene,
    regali della democrazia che corrompe tutto e tutti ...

    Infine mettere insieme , come detto nell'ultimo commento, domenico gramazio detto il pinguino con quel rimbambito/nullità del fijo , delle Chiaie e Nar significa solo fare come al solito di tutta un erba il classico fascio per dire che la democrazia è messa sotto attacco , mentre questa monezza e corruczione a Roma c'è sempre stata , sotto tutte le bandiere e ideologie, amministrazioni e personaggi e spesso e forse meno pericolosa di altre paludi di corruzione e maneggi nazionali ed internazionali...

    Convinto invece quello che dice Ugo. La scomparsa di un personaggio come Peppe Dimitri ha fatto perdere il controllo ad Alemanno di tutti i cojoni infeudati e sfigati che si era messo intorno, che aveva cooptato anche dentro la destra radicale, e che come lui se non facevano politica, nella vita sarebbero stati semplicemente dei falliti ...

    E' triste dirlo ma questa è la maledetta verità : Gandalf non so se da qualche parte sia ancora "vivo"; qui da noi Saruman/Sauron (e l'anello del potere che corrompe) da almeno 20anni hanno vinto alla grande ...

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  4. Keoma, i tuoi dubbi mi confermano che sto commettendo qualche difetto di comunicazione. Quindi provo a riformularmi per stringatissimi enunciati quello che penso:
    1. non c'è associazione mafiosa perché non c'è uso della forza. Al contrario, la gente di Palazzo faceva a cazzotti per asservirsi alla banda
    2. lo stesso Carlo Bonini riconosce il rapporto sostanzialmente paritario tra Buzzi e Carminati. Il nodo su cui riflettere è che il network 29 giugno fa il botto con la destra al Campidoglio proprio perché i fasci sono più ingordi (per l'atavica fame) mentre in precedenza le amministrazioni di centrosinistra avevano garantito quote di mercato alla coop sociale ma senza farla allargare troppo...
    3. Alemanno dà lavoro a 4 fasci e il grosso degli affari li fa con i democristiani. Vedi il libro di Autieri, che parte dal colore del funerale di Dimitri ma poi quando deve ragionare di "ciccia" parla di Cisnetto, Vaticano, palazzinari ...
    4. quello che viene colpito con questo blitz è l'affarismo più innocuo e marginale di un sistema che è strutturatissimo e trasversale ...

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  5. e, per rispondere la punto uno,l' art. 416-bis non include l'uso della violenza come elemento necessario per l'individuazione del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, ma parla più correttamente di "forza di intimidazione del vincolo associativo".
    Il ruolo di Carminati è dunque centrale proprio per il prestigio e per la forza intimidatoria connessa alla sua figura.

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  6. Per chi conosce Roma e le sue dinamiche politico/ sociali ed "ambientali", è tutta l'inchiesta che si occupa solo di aspetti del tutto marginali .... comunque gravissimi ... ma che riguardano solo il tema degli appalti pubblici relativi alle "emergenze sociali" ... immigrazione, nomadi, emergenza abitativa, assistenza ai minori ... ed anche il business, però ancora non esploso del tutto, della raccolta differenziata e dei cosiddetti "punti verdi", i parchi cittadini ...

    Mancano le grandi opere pubbliche, manca l'abbuffata sul cosiddetto "housing sociale", manca il cosiddetto Waterfront di Suburra che non è certo solo una cosa romanzata, mancano gli spudorati interessi sulle privatizzazioni delle municipalizzate e sul riuso delle caserme dismesse, mancano i palazzinari, le banche ed il Vaticano ...

    Ed anche la "fascio-mafia", che pure esiste e che non è diretta da Carminati che al massimo ne è un collaboratore "esterno" e largamente autonomo e su alcuni aspetti anche del tutto defilato, viene toccata solo marginalmente ... nulla sugli omicidi e sulle "gambizzazioni" più o meno "eccellenti" degli ultimi anni ... dove i morti sono tutti fascisti ma dove anche i killers, le poche volte che sono stati individuati, sono altrettanto fascisti anche loro ... nulla sull'ingente traffico di cocaina nel quale pure sono stati spesso "pizzicati" fior di fascisti ed al quale invece il clan Carminati sembrerebbe completamente estraneo ... il recente caso di Macchi ... nulla sui traffici di materiale radioattivo anche questo gestito da fascisti, il caso dell'ex Terza Posizione ed ex Nar Dario Mariani, beccato alcuni anni fa con una incredibile quantità di uranio .... ecc. ecc. ecc.

    Siamo d'accordo ... l'aspetto "ideologico" è realisticamente secondario ... e serve al massimo a rendere, come dicono anche i giudici di questa inchiesta, più "coesa" l'aggregazione criminale e nulla più .... comunque questa non è certo gente che si pone oggi obbiettivi di tipo "politico", tipo un improbabilissimo ritorno ad un regime di tipo fascista ... anche se è innegabile che l'avvento di Alemanno al comune di Roma è stato comunque per loro una "occasione" , nella logica del "quando ce ricapita ?" da non buttare certo al vento ... e che a quell'avvento hanno alacremente lavorato e contribuito .... ma sempre in una logica "affarista" comunque ben più grande di questa inchiesta e dei temi tutto sommato secondari di cui specificatamente si occupa ...

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  7. Roma - Punti verdi, cuori neri, conti che non tornano

    Un altro filone interessante ....

    http://bellaciao.org/it/spip.php?article34659

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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