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Saluto romano a un "presente", Cassazione conferma la condanna: non è passato abbastanza tempo... 2a ed.

Il saluto romano ai funerali di Priebke (immagine di repertorio)
"L'esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose", scrive la Prima sezione penale della Suprema Corte nella sentenza 37577 (presidente Arturo Cortese, relatore Raffaello Magi). Con questa risposta, i giudici hanno respinto la tesi degli imputati - Andrea B., con precedenti, e Mirko G. - che sostenevano l'assenza di "lesività" dei comportamenti da loro tenuti e la necessità di depenalizzare i retaggi del reato di opinione per via del "mutato clima politico" e delle norme internazionali sulla libera manifestazione delle opinioni. Lievi comunque le pene comminate: 2 mesi al primo, 20 giorni convertiti in multa al secondo. 
Così La Repubblica sulla sentenza della prima sezione penale della Cassazione, quella che si fece onore ai tempi di Corrado Carnevale, che conferma la condanna per due militanti (secondo il titolo) o simpatizzanti (ssecondo il testo) di CasaPound che avevano partecipato,  in occasione di una manifestazione sulle foibe a Bolzano, a un "presente",, un rito tribale e identitario che non ha nulla a che vedere né con i valori dialettici della democrazia né con i fondamentali diritti delle minoranze...
Questo il commento di CasaPound Italia alla sentenza: 
"Una sentenza che farebbe ridere se non fosse in realtà liberticida e smaccatamente politica”. Così CasaPound Italia commenta il giudizio della Cassazione che ha confermato la condanna per due membri di Cpi che avrebbero salutato a braccio teso urlando “Presente” nel corso di una manifestazione in ricordo dei martiri delle foibe. “Nella sentenza – dichiara Cpi – giudici discettano filosoficamente sullo stato di salute morale di questo paese senza rendersi conto che proprio questi irrigidimenti censori fuori tempo massimo testimoniano la sua profonda fragilità: un sistema che ha paura dei gesti simbolici e delle opinioni è ormai arrivato al capolinea. Quanto al fatto, espressamente citato, che anche il 'Presente' pronunciato in onore dei martiri delle foibe sia da ritenere criminale, crediamo che questo sia veramente il colmo: dopo aver abbandonato una parte del popolo italiano alla pulizia etnica, dopo aver insultato e discriminato chi fuggiva da quel massacro, dopo aver tolto le foibe dai libri di scuola, ora si arriva a perseguire anche chi ha il coraggio di ricordare quel dramma. Questo – conclude la nota – rende ancora più surreale, orwelliano e inquietante quanto uscito oggi dalle stanze della Cassazione contro i nostri militanti, a cui va tutta la solidarietà dell'intera comunità di CasaPound”.

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