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Strage di Bologna, la polizia indaga sui movimenti di saleh

(DIRE) "Sono in corso attività investigative della Questura di Bologna delegate dall'autorità giudiziaria concernenti, tra l'altro, la posizione del cittadino Abu Anzeh Saleh e coperte da segreto istruttorio". Lo ha detto, oggi alla Camera, il sottosegretario all'Interno, Carlo De Stefano, rispondendo alla nuova sollecitazione del deputato bolognesi di Fli, Enzo Raisi, deciso a non arrendersi all'idea che non ci fossero carte relative al possibile collegamento tra Saleh Abu Anzeh, giordano, esponente in Italia del Fronte popolare della liberazione della Palestina, e la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Saleh era in Italia, i suoi movimenti sono stati registrati, poiché il giudice istruttore, Aldo Gentile, chiese ai giudici dell'Aquila di autorizzare Saleh, all'epoca agli arresti domiciliari, a recarsi a Roma per fatti concernenti le indagini sulla strage di Bologna. Ma, cosa ne fu di quell'interrogatorio e dove sono finiti gli atti che ne documentano il motivo? Le carte disponibili, spiegò a inizio ottobre il sottosegretario Marco Rossi-Doria, non contengono risposte alle domande di Raisi e non provano collegamenti con la bomba alla stazione di Bologna. Ma Raisi ha insistito e oggi a Montecitorio si è sentito rispondere, oltre all'elenco dettagliato di tutti i contatti tra giudici per autorizzare gli spostamenti di Saleh, che su di lui c'e' anche una indagine, anche se "non risultano disponibili ulteriori elementi, in quanto anche i dati richiesti con lo specifico quesito posto dagli onorevoli interpellanti, sono coperti da segreto istruttorio", ha detto De Stefano.
Secondo Raisi, dopo le "risposte inquietanti" sulla mancanza di documenti avute a ottobre, sapere ora dei carteggi dei giudici sui motivi degli spostamenti (negati e poi autorizzati) di Saleh e che c'e' un'indagine su di lui è un "passettino avanti" dopo che "si era sempre tentato di escludere questa pista in tutti questi anni, fintanto che la Commissione Mitrokhin non trovò degli incartamenti che ci indirizzavano invece proprio su questo tipo di pista". In aula alla Camera Raisi si è detto "contento che la Procura di Bologna stia indagando su questi fatti. Certo, trovo strano che la Procura di Bologna -che rispetto, perché sta effettuando un buon lavoro di ricerca per le nuove indagini a Bologna- quella più vecchia, quella di prima, non sapesse" della richiesta di Gentile di mandare Saleh a Roma. La ragione del viaggio sarebbe la necessità di Saleh di incontrare il suo avvocato difensore dove risiedeva. Ma Raisi propende per la tesi del viaggio per "andare a fare qualcosa a Roma che, probabilmente, riguardava la strage di Bologna. Il mio parere è che era già iniziata l'operazione di depistaggio da parte di alcune realtà istituzionali italiane, per il famoso 'lodo Moro' in cui era anche incluso, in un certo senso, l'arresto di Saleh".
Per Raisi, inoltre, "rimane strano" che solo la Procura de L'Aquila abbia conservato atti "che dimostrano questi movimenti strani di Abu Saleh"; legati anche, è stato detto oggi, alle sue attività commerciali in Italia. "A me non risulta che avesse attività commerciali, ma può darsi che all'epoca, per coprire altre attività, facesse anche questo" replica Raisi che poi promette di continuare a battersi per "dare anche ai cittadini italiani, ma soprattutto a quelli della mia città, la verità sul più grande attentato nella storia della Repubblica italiana".

1 commento:

  1. Vorrei ricordare a tutti gli impistatori palestinesi che Saleh fu liberato dal premier ultrà filoisraeliano Spadolini dopo qualche settimana dal suo insediamento. Ovvero stava dentro quando al governo ci dovevano essere i "filopalestinesi" e venne scarcerato dai falchi pro Tel Aviv.
    Senza nulla togliere all'opportunità d'indagare anche - e con spirito critico e non ottuso - sui tedeschi orientali legati a Carlos, continuo a consigliare di non perseverare nel leggere le cose al contrario solo per compiacere padroni, padrini o anche solo manie personali.

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