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Rauti story/14 - E sulla presenza di Fini ai funerali litigano, a ruoli invertiti, Storace e Granata

(umt) I funerali di Pino Rauti si sono conclusi con il rituale del Presente. All'uscita dalla basilica di San Marco del feretro è partito per tre volte l'appello: "Camerata Pino Rauti". In centinaia hanno alzato il braccio e gridato "Presente". E' seguito, meno esteso, il lancio dello slogan "Boia chi molla è il grido di battaglia".
In chiesa, dopo l'omelia ha preso la parolail nipote Manfredi, che ha letto alcuni passi dei Canti pisani di Ezra Pound. Sua madre Isabella, che aveva inutilmente chiesto di interrompere la contestazione a Fini per rispetto al morto e alla famiglia, ha colto l'occasione per spiegare che la scelta della camera ardente a via della Scrofa era naturale, essendo rimasta quella, nell'immaginario collettivo, la sede del Movimento sociale.
Attualmente, invece, a causa della lite giudiziaria sul patrimonio di Alleanza nazionale legata alla scissione di Fini, il personale dipendente è stato messo in cassa integrazione: per l'occasione ha circolato un appello affinché i lavoratori siano richiamati in servizio, a prescindere dalle questioni in corso tra le opposte fazioni.
Ed è già furibonda la discussione politica sulla scelta del presidente della Camera, Gianfranco Fini, di partecipare ai funerali del suo storico avversario, l'unico leader missino che si era opposto alla liquidazione del partito e alla fondazione di Alleanza nazionale. Con un ironico rovesciamento dei ruoli: perché ad attaccarlo ferocemente è stato il suo portavoce dell'epoca, Francesco Storace, che rautiano non è mai stato mentre a difendere le ragioni di Fini è stato Fabio Granata, oggi liberalfuturista ma quadro storico della destra sociale in Sicilia.

1 commento:

  1. Che razza di funerale.....di tutto e di più, mancava solo,una cinghia mattanza.

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