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La resa della Polverini e l'anello del potere: la fine grottesca del ventennio postmissino

(umt) "Così siamo politicamente morti: e almeno i democristiani ci hanno messo cinquant'anni mentre a noi ne sono bastati più o meno venti. Gli stessi che ha governato Mussolini: ma noi non solo non abbiamo fatto la rivoluzione ma non abbiamo lasciato traccia. Se non cose di cui vergognarci". La rabbia è forte quanto il dolore in chi - come il mio amico - si rende conto che la velleità titanica di essere talmente puri da poter gestire l'anello del potere senza sporcarsi si è rivelato un totale autoinganno. E' lo sfogo amaro di uno che viene dal "secchio, colla e pennello" e paga ancora l'attività politica con gli assegni postdatati del suo conto personale.
La resa di Renata Polverini non travolge solo un intero sistema di potere ma l'idea stessa che ha animato uno spicchio importante di fascisteria che si potesse fare politica nel Palazzo, nel Potere in nome del progetto politico e della comunità. Tanto da elevare Roma e il Lazio a simboli della continuità post-missina e della Destra di governo. 
Lo stesso Fiorito, oggi elevato a incarnazione del Male quando è soltanto l'espressione più triviale di una ben più ampia consociazione spartitoria, è uno che proviene dai ranghi della militanza: fu segretario del Fronte della gioventù a Frosinone, da pupillo di Storace, e di quell'antica esperienza porta ancora i simboli al collo (la croce celtica). 
Così come tra gli assessori della Polverini - che per non sbagliare si erano fatti votare dai consiglieri abbuffoni il diritto a un notevole vitalizio - ci sono personalità con una storia di impegno nella destra radicale 
come Pietro di Pietropaolo ex militante di Meridiano Zero e Oltre Linea, marito della più nota deputata Barbara Saltamartini e Pino Cangemi ex quadro militante della Fiamma Tricolore di Bracciano e legato in altri tempi ai duri e puri di Prati. Ci sono poi quadri politici strettamente legati ai leader delle principali correnti postmissine: da Luca Malcotti, già dirigente del Fronte della Gioventù di Roma, cresciuto in un quartiere di frontiera e di scontro quotidiano con la compagneria, come Trieste Salario, cresciuto alla corte di Augello, a Francesco Lollobrigida, un "gabbiano" della prima ora, che ha sposato la sorella della baby ex-ministro Meloni.

9 commenti:

  1. Di gente che porta la Celtica al collo, caro Ugo, ne trovi quanta ne vuoi. Che la purezza potesse appartenere a questa gente è francamente opinabile, per la scelta stessa di entrare in quel melting pot che è il pdl. Il fatto di aver militato nel Fronte, non è certo garanzia del candore di allora...Purtroppo!..La politica dei palazzi(nari)fagocita tutto. Meglio combattere nelle trincee e nelle strade. Fra le persone comuni...

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  2. Dopo il crollo del muro di Berlino e la fine dell'URSS, conoscendo un vecchio militante del PCI, onesto e sincero, uno che lavora in ferie, gratuitamente alle feste dell'Unità e la domenica vendeva l'Unità porta a porta,incontrandolo per strada, malignamente lo esortai a rinnegare pubblicamente i propri gerarchi e la propria ideologia fallimentare. E' la nemesi storica che si ritorce contro di noi; anche i duri e puri militanti del neofascismo italico, con la croce celtica al collo, si sono rimpinzati la pancia a più non posso.Che fare? Ricopriamoli di sputi ogni qualvolta ci capitano a tiro, esigiamo che restituiscano i soldi rubati e che vadano finalmente a lavorare. Poi qualcuno di costoro, dovrebbe emulare il grande Mishima,commetta suicidio pubblicamente come monito ed esempio per i giovani (e non) camerati in buona fede. Puah... che schifo!

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  3. Suvvia, anche ai fascisti i soldini son sempre piaciuti. Quando fu preso Mussolini fu trovato carico di soldi, gioielli, fedi nuziali ... che pare si siano poi pappati i partigiani ...
    Per non parlare di Farinacci e di altri gerarchi.
    Corsi e ricorsi.

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  4. Per tua norma e regola: Mussolini non riscuoteva neppure lo stipendio da Capo del Governo perché diceva che il suo lavoro era direttore del Popolo d'Italia mentre la politica, anche al potere la faceva gratis. Insomma: era collega più di Tassinari che della polverini. Del resto già da socialista, diventato direttore dell'Avanti prese come prima decisione quella di autoridursi lo stipendio che riteneva eccessivo. Che poi avesse con se fino alla fine le casse dello Stato mi sembra naturale, anche perché la RSI con tutte le difficoltà causate dalla guerra e dai bombardamenti, era in attivo.

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  5. Per Anonimo delle 20.48:

    I soldi e i valori trovati nella colonna Mussolini a Dongo erano i fondi di Stato. Infatti il Duce era seguito da buona parte del suo governo verso la Valtellina e ogni ministro portava con sé la cassa del proprio ministero. In più, di fronte al crollo, erano stati liquidati subito prima del 25 aprile 1945 gli ultimi stipendi, per cui i ministri avevano con sé i propri soldi. Quindi difficile parlare di ruberie (molto dell'oro faceva parte delle requisizioni ordinate dalla RSI presso le oreficerie nel 1944 per impedire che i tedeschi mettessero le mani anche su quell'oro, altre che fedi nuziali del 1936...). Tranne Farinacci e Buffarini Guidi (trovato con oltre 50 orologi oltre ad altro!!!) è difficile parlare di gerarchi "alla Fiorito", specie durante la RSI.

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  6. Per impedire che i tedeschi rubassero altri i soldi agli italiani Mussolini decise che era meglio che li rubasse lui ? Forse ho capito male .... Per quanto riguarda Farinacci e Buffarini Guidi non erano 2 gerarchi qualsiasi .

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  7. Vabè era comunque un maiale traditore dell'idea socialista...viva Marx, viva Lenin, viva Stalin, viva Mao!

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  8. l'unico voto dato in vita mia, Emma Boninov-appunto- alle ultime regionali, mi rende onore.

    Porci e fascisti: non è la tautologia che più fatichiamo a memorizzare?

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  9. http://andreacarancini.blogspot.it/2011/03/da-codreanu-alla-polverini-la-parabola.html

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