Adinolfi, i colori delle stragi e le diverse ragioni dietro tanti morti
(umt) Gabriele Adinolfi ritorna sulle nuove indagini per la strage di Bologna, con un lungo pezzo, su Noreporter, "Se la strage cambia colore", in cui, partendo dalle anticipazioni del suo libro che Raisi ha diffuso nei giorni scorsi, si sofferma sulla figura di Marra per poi rilanciare le sue conclusioni, che sono già note ai lettori di questo blog:
1. che la principale centrale terroristica attiva in Italia era il Mossad
2. che l'ispirazione della strategia del terrore va individuata nelle centrali internazionali del potere finanziario globalista
3. che un ruolo significativo sul piano operativo fu svolto dal Superclan
4. che nella complessa partita a scacchi degli anni di piombo non bisogna scambiare i pedoni (che pure hanno una funzione) con i re e le torri.
5. che quant'anche quelle portate alla luce in questi giorni fossero coincidenze il peso dei "comunisti", nella vicenda complessiva che ha insanguinato l'Italia, è esorbitante rispetto a quello dei "fascisti".
Non sono mai stato un appassionato della macabra contabilità sui morti e i feriti degli anni di piombo ma mi sembra accettabile il dato che il partito armato abbia ucciso più persone di quante siano rimaste vittime di stragi dinamitarde nel periodo 1969-1980. Resta però una differenza di fondo: che le istanze che muovevano le due armate (i rossi e i grigi, direi) erano profondamente diverse. Da una parte c'era infatti la velleità titanica di chi, partito per assaltare il cielo, aveva finito per perdersi nella guerra di apparati e così, smarrite le ragioni sociali della lotta, si era condannato anche alla sconfitta militare. Dall'altra parte c'era lo sforzo rabbioso di apparati statali e di funzionari del Capitale decisi a ricacciare indietro - nelle sentine della storia - la voglia di protagonismo e di liberazione del Quarto Stato. Chi ha letto i miei libri sa perfettamente il mio convincimento: militanti 'fascisti' sono stati attivi in entrambi i fronti.
Resta ovviamente anche qualche obiezione nel merito della ricostruzione ma un solo punto è veramente fondamentale. Se si prende per buona la narrazione di Franceschini (lo abbiamo fatto anche noi) non si può dividere il grano dal loglio. E quindi se si definisce Marra come brigatista "infiltrato" bisogna anche precisare che è uscito dalle Br nel febbraio 1975 e quindi Raisi su questo aspetto è inesatto. A Bologna non era presente un "presunto simpatizzante brigatista" (come lo definisce la Digos quando lo interroga nei primi mesi dell'81: ma all'epoca Franceschini era un "capo storico" sebbene emarginato in quanto detenuto e quindi non aveva ancora offerto il suo contributo di verità) ma un militante delle prime Br, fuoriuscito da molti anni. E quindi non è per questa strada che si possono tirare dentro la strage le Brigate rosse.
1. che la principale centrale terroristica attiva in Italia era il Mossad
2. che l'ispirazione della strategia del terrore va individuata nelle centrali internazionali del potere finanziario globalista
3. che un ruolo significativo sul piano operativo fu svolto dal Superclan
4. che nella complessa partita a scacchi degli anni di piombo non bisogna scambiare i pedoni (che pure hanno una funzione) con i re e le torri.
5. che quant'anche quelle portate alla luce in questi giorni fossero coincidenze il peso dei "comunisti", nella vicenda complessiva che ha insanguinato l'Italia, è esorbitante rispetto a quello dei "fascisti".
Non sono mai stato un appassionato della macabra contabilità sui morti e i feriti degli anni di piombo ma mi sembra accettabile il dato che il partito armato abbia ucciso più persone di quante siano rimaste vittime di stragi dinamitarde nel periodo 1969-1980. Resta però una differenza di fondo: che le istanze che muovevano le due armate (i rossi e i grigi, direi) erano profondamente diverse. Da una parte c'era infatti la velleità titanica di chi, partito per assaltare il cielo, aveva finito per perdersi nella guerra di apparati e così, smarrite le ragioni sociali della lotta, si era condannato anche alla sconfitta militare. Dall'altra parte c'era lo sforzo rabbioso di apparati statali e di funzionari del Capitale decisi a ricacciare indietro - nelle sentine della storia - la voglia di protagonismo e di liberazione del Quarto Stato. Chi ha letto i miei libri sa perfettamente il mio convincimento: militanti 'fascisti' sono stati attivi in entrambi i fronti.
Resta ovviamente anche qualche obiezione nel merito della ricostruzione ma un solo punto è veramente fondamentale. Se si prende per buona la narrazione di Franceschini (lo abbiamo fatto anche noi) non si può dividere il grano dal loglio. E quindi se si definisce Marra come brigatista "infiltrato" bisogna anche precisare che è uscito dalle Br nel febbraio 1975 e quindi Raisi su questo aspetto è inesatto. A Bologna non era presente un "presunto simpatizzante brigatista" (come lo definisce la Digos quando lo interroga nei primi mesi dell'81: ma all'epoca Franceschini era un "capo storico" sebbene emarginato in quanto detenuto e quindi non aveva ancora offerto il suo contributo di verità) ma un militante delle prime Br, fuoriuscito da molti anni. E quindi non è per questa strada che si possono tirare dentro la strage le Brigate rosse.
"Non esiste alcuna prassi stragista in nessuna delle esperienze storiche del “Male Assoluto”, in nessuna delle sue espressioni (italiana, tedesca, spagnola, portoghese, argentina)."
RispondiEliminaDato che ho molto rispetto per l'intelligenza storico-politica di Adinolfi, io credo che un'affermazione simile dovrebbe essere precisata e argomentata.
Ugo,
RispondiElimina1) nessuna confusione da parte mia tra l'armata rossa e quella grigia; anzi mi sembra proprio di chiarire nel finale che anche se apparirà chiaro che ci furono "rivoluzionari di sinistra" immischiati nello stragismo (parigino, israeliano, trilaterale che sia) non sono disposto a fare il demonizzatore del "movimento" e delle sue pulsioni.
2) In quanto a Marra io ho evitato di dare un peso eccessivo alla sua presenza in loco e pure a prendere posizione su quanto afferma Franceschini. Mi sono limitato a far notare le coincidenze (che ho sostenuto che posono persino restare tali) di presenze di uomini del Superclan in diversi scenari stragisti. Che Marra lavorasse o no per servizi io non lo so, che questo fosse incompatibile con le BR è palese, con il Superclan un po' meno. In ogni caso nel mio intervento di oggi non mi sono affatto dilungato su interpretazioni o ipotesi, bensì sullo stato d'animo con cui credo sia giusto affronatre le novità che emergono.
Marco Rivalta,
RispondiEliminami piacerebbe argomentare l'affermazione secondo la quale nessuna espressione del "Male Assolto" ha commesso stragi né prima della presa del potere né dall'alto una volta al governo.
Ben diversamente da altri ambienti, non solo rossi.
Ma come argomentarlo? Basta semplicemente verificare e si noterà che semplicemente stragi indiscrimante commesse con l'esplosivo da parte del Male Assoluto non sono mai esistite.
Beh almeno sul fatto che ciò che scrive Adinolfi siano una massa di castronerie senza fondamento sono daccordo pure Pelizzaro e Vinciguerra.
RispondiElimina"Non esiste alcuna prassi stragista in nessuna delle esperienze storiche del “Male Assoluto”, in nessuna delle sue espressioni (italiana, tedesca, spagnola, portoghese, argentina)."
RispondiEliminaMa veramente la Luftwaffe è stata la prima utilizzare la prassi stragista dei bombardamenti a tappeto con ordigni incendiari contro aree popolate da civili( donne e bambini, in quanto gli uomini si trovavano al fronte) per terrorizzare e demoralizzare il nemico.
Anonimi, ma vogliamo essere un po' seri?
RispondiEliminaICosa c'entrano i bombardamenti dei civili (già in atto durante la Prima Guerra Mondiale peraltro, ma anche prima, via nave) con la pratica stragista dei "rivoluzionari" che vogliono ricattare o abbattere o ferire il sistema?
Esiste storicamente una pratica stragista comunista (esisteva in Urss ed è esistita durante le "resistenza"in Italia), non c'è traccia di pratiche stragiste da parte delle espressioni storiche del Male Assoluto.
Ciò riaffermato al di là degli arrampicamenti sugli specchi e delle diversioni dialettiche, ci si sta focalizzando su di un punto quasi accessorio del mio ragionamento che, se ve lo andate a leggere, sostiene la necessità da parte di gente forte ed onesta e, soprattutto, non infettata da virus veterotestamentario, di non fare un amalgama idiota e, quindi, qualora venisse provata la partecipazione del rivoluzionari rossi del Superclan allo stragismo, di non fare l'equazione per la quale le stragi diventerebbero rosse e il "movimento" complice. Come invece è stato fatto sempre quando si sono proposte "stragi nere". Se poi vogliamo parlare del sesso degli angeli o ciulare nel manico, liberissimi.
Quello che fece la Luftwaffe non è niente di paragonabile, alla risposta terroristica attuata per rappresaglia contro la popolazione germanica inerme.Una delle tante rappresaglie fu Dresda, una città priva di obiettivi militari, ove gli angloamericani usarono le bombe al fosforo, cremando praticamente qualche centinaio di migliaia di tedeschi, profughi compresi sfuggiti all'avanzare dei mongoli sovietici.Ma si sa che come diceva Mao Tse Tung ci sono morti che pesano come piume, altri come montagne, i milioni di morti tedeschi in aggiunta, secondo la vulgata corrente se la sono cercata.
RispondiEliminaA me quello che dice Adinolfi - anche se spesso non sono d'accordo con lui - su un possibile ruolo di Israele ( paventato anche da Carlos ) convince abbastanza ....
RispondiEliminaNon capisco però perchè a questa ipotesi "metapolitica" che indubbiamente ha senso, poi associ un ruolo, sia pure come mera ipotesi minimalista, del Marra di turno ....
Che peraltro mi risulta entrare dal Pci alle Br quando il gruppo del successivo Superclan ha già da tempo fatto le valigie .... di lui, al di là dei forti sospetti espressi da Franceschini e subito rilanciati come cosa certissima dal "pallonaro complottista" Flamigni, si sa di un legame col giro dei partigiani vicini alle primissime Br ( Lazagna, Levati, Cattaneo)e non invece di agganci col giro del Superclan ...
Oltretutto, per lui come per il tedesco Kramm, non si capisce perchè, se veramente stavano a Bologna per preparare un attentato come quello, si sarebbero registrati negli alberghi coi loro veri nomi e presentando i loro autentici documenti .....
In generale poi sono d'accordo con Tassinari ... per essere convinti dell'innocenza di Fioravanti e c. rispetto alal strage di Bologna, non c'è alcun bisogno di inventarsi "piste" non meno raffazzonate e francamente ancora meno credibili ....
Keoma,
RispondiEliminaio in effetti non ho accostato Marra alla strage, mi sono limitato a ragionare su come certe coincidenze (tre, quattro o cinque "compagni" a Bologna) siano costantemente ignorate mentre per la presenza dei neri si è addirittura inventato.
Di Hypérion e Parigi (e delle relazioni franco-israelo-tedescorientali) ho parlato ben prima che uscisse fuori la presenza di Marra a Bologna.
In quanto al fatto che per sostenere l'innocenza di Ciavardini e anche di Mambro e Fioravanti, non si debba per forza ricorrere ad un'altra pista, sono così d'accordo che proprio questo fu il mio cavallo di battaglia (e di scontro interno) quando nacque il Comitato ora della verità.
Se si rileggono i miei interventi recenti, dopo gli elementi emersi ultimamente, essi vertono a leggere una possibile dinamica ma senza che ci sia alcuna affermazione categorica nei confronti di nessuno. L'unica che troverete è quella per la quale se Kramm e Marra erano registrati in hotel, quale che fosse il ruolo che stavano svolgendo, questo a mio avviso prova che non stessero a Bologna per commettere una strage.
Io ho fatto un duplice ragionamento
Uno di genere strutturale che punta alla lettura delle "metastrutture" ed uno di genere psicologico e politico che verte sulla necessità di affrontare la questione senza preconcetto e preclusione e senza fare un grappolo con ogni acino.
Una critica alla mentalità che si è tenuta fino ad oggi e a quella che si potrebbe mantenere, a soggetti invertiti, qualora emergesse un coinvolgimento (magari anche solo come ignari detonatori umani) di rossi laddove fino a ieri si parlava di neri.
Sto esortando ad avere una larghezza di vedute ed una maggior grandezza d'animo.
Rammento che durante gli anni 1919-1922, nel corso di una vera e propria guerra civile, mai gli squadristi ricorsero alle bombe e agli attentati contro inermi. Gli squadristi agivano indossando la camicia nera e una sorta di divisa, con labari e gagliardetti,in squadre con tanto di denominazione ufficiale, cantando i loro inni.La pratica della bomba nascosta, dell'agguato,del "mordi e fuggi" appartiene storicamente agli anarcocomunisti. Mai gli squadristi, ricorsero alla bomba e alle stragi, collocando ordigni esplosivi per mietere vittime innocenti, ma sempre scontri diretti e a viso scoperto con gli avversari.
RispondiEliminaSmettiamola di girare intorno. Se si parla genericamente di tattiche militari terroristiche è evidente che Guernica è un precedente significativo e Coventry precede Dresda di circa 5 anni. Se si resta, come mi sembra che fosse la reale intenzione di Adinolfi, al "terrorismo" politico negli anni 70 lo strumento tattico delle bombe era usato dai fascisti e solo successivamente (quando si diffonde a fine decennio la pratica delle notti dei fuochi, modello di violenza diffusa alternativo alla verticalizzazione brigatista) in alcuni settori della sinistra armata: lo usava Esposti con le Sam e poi insieme a Fumagalli con il Mar, Zani con Ordine nero, Tuti con il Fnr, Azzi con la Fenice, Macchi e Iannilli con l'Mpr. Ci sarebbe piuttosto da riflettere sul fatto che proprio la diffusione di queste prassi automaticamente rafforzò il corto circuito sulle stragi fasciste - è un concetto caro ad esempio allo stesso Zani - ma per quel che mi riguarda, neanche in gioventù, quando ero rozzo e semplicista ho mai pensato che le stragi fossero semplicemente "nere"
RispondiEliminaUgo, io non ho mai negato chenegli anni sessanta e stettanta ci furono bombaroli neri (sia neofascisti che anarchici) e bombaroli rossi.
RispondiEliminaHo fatto notare che la propaganda è stata falsata sin dall'inizio non solo rimuovendo del tutto le azioni bombarole rosse ma sostenendo che lo stragismo non poteva essere altro che fascista e che non poteva sicuramente essere comunista.
Ho ricordato lo stragismo rosso in Russia e in Italia nel "secolo breve" e, al contempo, l'assenza di qualsiasi azione terroristica nella folla da parte di qualunque espressione storica del Male Assoluto; ciò non per puntare l'indice contro i comunisti (anzi credo di averlo spiegato molto bene) e neppure per angelizzare il neofascismo ma per far notare l'incongruenza e la deformazione di tutta una visuale guastata fin dalla premesse.
Io sostengo la necessità di azzerare le premesse e non quella di perdersi in un derby sulle responsabailità bombarole.
Dal come è stata fatta qui la replica al mio pezzo direi che se n'è perso il senso e che si discute sulla cornice.
Gabriele,
RispondiEliminati devi arrendere all'evidenza. Un testo liberato in Rete vive di vita propria ed è il contesto che genera nuovi significati. E quindi i commenti debordano, si replica ai commenti debordanti e così via...
Vediamo invece di fare arrendere l'evidenza alla logica e di discutere perciò su quanto viene affermato anziché su quello che si presuppoe erroneamente che sia stato affermato.
RispondiEliminaVinciamo noi uomini o l'ipercaos?
:-)
Scendiamo dall'astratto al concreto:il bieco ventennio si apre e si chiude con due stragi di inermi di stampo antifascista, quella del Diana del 1921 e quella di via Rasella del 1944.Entrambe foriere di accadimenti politici importanti, tuttavia su entrambe è calato una cappa di pesante conformismo, reticenze e ambiguità. Basti ricordare il tentativo consolidato di taluni storici di regime (sono la maggioranza) di ricorrere al solito escamotage dell'infiltrato, della manipolazione da parte dei fascisti oppure della polizia, nel caso della prima strage, insomma siamo alle solite "trame nere", in ossequio al dogma teologico, che vuole solo e sempre il "male assoluto" responsabile di stragi di inermi, riuscendo perfettamente, come da manuale, nell'intossicare l'opinione pubblica.
RispondiEliminaBen tornato, Etv. Quindi se via Rassella (attentato compiuto da un commando partigiano, contro poliziotti armati in una città militarmente occupata) è un attentato contro inermi, tale deve essere considerato anche Peteano, che invece Vinciguerra giustifica come atto di guerra rivoluzionario contro lo Stato repubblicano e le sue truppe. Quindi, anche tu condividi l'opinione prevalente che Peteano è una strage fascista?
RispondiEliminaMa veramente il bersaglio dell'attentato al Diana era il Questore e non gli spettatori. E poi volendo vedere l'area politica del gruppo degli esecutori, beh non li definirei proprio di sinistra... avevano progettato anche un attentato alla sede del partito socialista, alcuni di loro avevano collaborato alla Testa di Ferro e uno di loro per un tentato attentato contro la centrale elettrica di Milano in risposta al Natale di Sangue fu processato assieme ad alcuni legionari fiumani e al futurista Mario Carli, tanto caro al brigatista Galmozzi ed al bombarolo Murelli
RispondiEliminaGalmozzi non era brigatista, definire Murelli bombarolo è decisamente una forzatura...
RispondiEliminaD'accordo su Murelli ma ribadisco che Galmozzi non era un brigatista: era, tra i fondatori di Prima linea, uno dei più accaniti anti-br
RispondiEliminaAnonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Adinolfi, i colori delle stragi e le diverse ragio...":
RispondiEliminaNon credo che "bombarolo" sia una forzatura in quanto oltre alle srcm, Murelli ha usato - per sua stessa ammissione - l'esplosivo, semmai è riduttivo perchè oggettivamente è anche una delle teste pensanti della DR.
Galmozzi non era brigatista...punti di vista .. secondo Bignami erano dei "fascisti rossi"...
Postato da Anonimo in FascinAzione alle mercoledì 12 settembre 2012 21:36:00 CEST
Questo commento precede ovviamente il mio ultimo. Lo ho cancellato per sbaglio e ho recuperato il testo dalla casella postale. Mi scuso con l'autore e con i lettori
Peteano fu un attentato neofascista indiscutibilmente,ma non una vera e propria strage, dato il numero circoscritto di vittime, scelte deliberatamente.Ovviamente per via Rasella quando si parla di vittime inermi, non ci si riferisce ai 33 poliziotti bolzanini,incorporati d'ufficio (non volontariamente) nel reparto di polizia "Bolzano", ma ad esempio all'adolescente Piero Zuccheretti, la cui testa staccata dal tronco giace sull'asfalto e immortalata nella celebre foto nel libro di Pierangelo Maurizio.Altre vittime inermi lo furono gli ostaggi fucilati per rappresaglia, compresi i 75 ebrei. A UMT la conclusione.
RispondiEliminaAvevo letto vittimE inermI. Ora leggo di un ragazzo... Invece tre morti e due feriti sono pochi. Logica complicata, la tua
RispondiEliminaCome ci si riempie facile la bocca di assurdità e non sense, che sfiorano e volte centrano la calunnia.
RispondiEliminaQuando si dimostrerà con gli atti processuali, che i comunisti hanno fatto esplodere ordigni in piazza ne riparleremo, intanto, io chiederei a Zorzi, finche ė vivo, cosa ne sa lui delle stragi.
Per il figlio di un brigatista, che ha fatto 13 anni di galera, senza aver MAI fatto stragi di nessun tipo, ė parecchio fastidioso sentire queste sciocchezze. Ma ormai a furia di panzane va addirittura di moda, perfino nei film recenti, associare la strategia della tensione attuata dallo Stato all'eversione di sinistra. Fa molto comodo questo posso capirlo. Ma ė profondamente inesatto