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Delle Chiaie e piazza Fontana: un silenzio deciso 40 anni fa



(umt) La scannerizzazione è un po' sghemba, ma funzionale. E' in misura significativa la risposta alle tante polemiche innescate dal pseudoscoop della Mazzocchi sulle presunte ammissioni di Stefano Delle Chiaie a Luca Telese sul coinvolgimento ordinovista nella strage di piazza Fontana. Perché già qualche anno fa il fondatore di Avanguardia nazionale, rispondendo a Nicola Rao, per il secondo volume della trilogia della celtica, gli raccontava della linea scelta quarant'anni fa e a cui con mirabile cocciutaggine si è tenuto: difendersi dalle accuse degli ordinovisti, non spingersi oltre. Ma a ben leggere il testo di Rao è evidente che Delle Chiaie qualcosa in più conosce. Non intende, però, abusare degli sfoghi che militanti provati dalle esperienze vissute hanno inteso affidargli. E questo, all'antico militante che fui, piace molto, perché restituisce un senso alto a un vincolo oggi incomprensibile ai più.
Mi sembra inoltre utile, in coda, segnalare una conferma alla mia segnalazione, sulla totale assenza, nel dibattito sul libro, ai tanti temi sollevati sul fronte del Condor. Li elenca, puntigliosamente, nella pagina che Facebook dedica al volume, un camerata barese della vecchia guardia, Giacinto Reale:

In un’ottica molto “provinciale”, della quale sono pienamente partecipe, le prime discussioni sul libro di Griner e Berlenghini si stanno incentrando sulle storie “di casa nostra” (piazza Fontana, il golpe Borghese, Avanguardia-Ordine Nuovo- Fronte Nazionale, etc)….c’è però un’altra parte delle memorie che andrebbe letta con pari –e forse maggiore- attenzione, perché contiene notizie di assoluta novità e interesse, non solo strettamente “politico”. Cercando materiale per un post di prossima pubblicazione, per esempio, ho risfogliato le pagine dedicate alla permanenza in Bolivia….oltre a sintetiche note storiche, politiche e sociologiche su quel paese, alla vicenda Ciolini e al VII Reparto, vanno citati (faccio solo un elenco), perché coinvolgono direttamente il nostro: l’ appuntamento, al seguito del Ministro dell’Interno, con consiglieri del “candidato” Reagan sulla riva del Titicaca…. la visita con una delegazione venezuelana a Tiahuanaco, luogo fornito di “misteriosa forza esoterica”, da identificare forse con Atlantide….. il ruolo “neocolonialista” giocato dagli Stati Uniti nell’affrontare il problema della coca….. la cena -finita male- con i rappresentanti del FMI…. l’ incontro (“parentesi di equilibrio nirvanico”) con un vecchio indio…. il tentativo di creare un villaggio modello per famiglie di camerati e, nello stesso tempo, di ottenere la concessione di una miniera d’oro a cielo aperto…. lo scontro con l’ambasciatore sovietico dopo aver cercato di stabilire un contatto per ottenere “un’intesa economica con il nemico lontano per difendersi da quello (gli USA ndr) più vicino”…. l’azione “antirivoltosi” a Santa Cruz…. l’attentato all’ambasciatore americano che si vuole attribuire agli esuli italiani…. le trattative (fallite) con un fondo libico interessato alla concessione di un territorio franco esente dal controllo statale…. l’operazione “Pall Mall”, mirante all’eliminazione di Delle Chiaie ad opera di mercenari francesi su input dei servizi italiani. E pensare che tutto era iniziato con una violazione della “legge Scelba”

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