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CasaPound e l'attentato di Genova: un paio di dubbi fugati

(umt) Nadia Francalacci, nel suo blog di Panorama, segnala con opportuno rilievo le posizioni originali che Simone Di Stefano, il numero due di CasaPound, esprime sull'attentato di Genova contro l'amministratore delegato dell'Ansaldo.
Il nucleo centrale del ragionamento si colloca evidentemente in quel filone "allarmistico" e di denuncia della "nuova strategia della tensione" lanciato già da qualche mese - ancor prima del "golpe dei banchieri" - da Gabriele Adinolfi e che aveva visto all'inizio dell'anno il leader Gianluca Iannone scrivere al presidente della Repubblica, denunciando, appunto, l'intreccio artificiosamente alimentato tra crisi economica e tensione di ordine pubblico.
L’attentato a Adinolfi e quelli alle sedi di Equitalia? Ma siamo davvero sicuri che siano stati gli anarchici? E poi , non trovate quanto sia strano che le forze di polizia non siano in grado di riuscire ad identificare quei due soggetti che hanno sparato al manager ? I movimenti anarchici sono presenti da anni sul territorio e gli investigatori conoscono perfettamente tutti i simpatizzanti (...) L’agguato al manager ma anche i singoli attentati alle sedi di Equitalia sembrano quasi una messa in scena per voler distrarre l’attenzione e aprire una voragine di tensione e paura tra i cittadini e con la complicità dei media, che come al solito giocano un ruolo fondamentale, si sta creando un clima artefatto, quasi da guerra civile, dove il cittadino si aspetta da un momento ad un altro di veder spuntare da un tombino un terrorista armato. Certamente , non possiamo negare che il momento politico e economico che stiamo attraversando non sia difficile. (...) La strategia della tensione e del terrorismo è pilotata per zittire coloro che veramente vogliono fare qualcosa per uscire dalla crisi economica in cui versa il nostro Paese. Insomma per nascondere i veri movimenti politici e sociali che in questo periodo si stanno creando e si stanno adoperando positivamente per cercare di risolvere i problemi più gravi. Ci sembra oltremodo strano che un gruppo che si definisce anarchico o comunque legato a una visione socialista vada a colpire una azienda di Stato, insomma una società pubblica e lo faccia proprio quando le aziende di Stato sono nel mirino della grande speculazione finanziaria. Non è strano questo? Proprio quando tutti dovrebbero schierarsi in difesa di una realtà come Finmeccanica arrivano congiuntamente gli attentati e le inchieste giudiziarie.
La difesa di Finmeccanica, come espressione di una economia nazionale forte e indipendente nei settori strategici dalle grandi potenze occidentali è invece un elemento caratteristico di CasaPound che, tanto per fare un esempio, al referendum dell'anno scorso si schierò esplicitamente in difesa del nucleare. 
Sono infine a mio giudizio infondati un paio di dubbi espressi dal vicepresidente di CasaPound:
1. è molto semplice spiegarsi la mancata individuazione degli autori dell'attentato: l'uso dei caschi integrali rende effettivamente poco riconoscibili le persone;

2. gli anarchici si costituiscono come corrente autonoma nel nascente movimento operaio, nella seconda meta del XIX secolo, proprio a partire dal rifiuto della visione socialista, dal convincimento che il problema fosse non tanto il rapporto di capitale e il possesso dei mezzi di produzione ma proprio nella necessità di rompere la macchina statuale come elemento costitutivo del dominio. A maggior ragione in filoni radicali come quello insurrezionalista ragionamenti tattici sulla natura pubblica di Finmeccanica sono non del tutto assenti ma assolutamente impensabili (a voler essere sofistici si potrebbe anche obiettare che stiamo parlando di una società regolarmente quotata in Borsa, ma questo aspetto è irrilevante rispetto al tema sollevato da Di Stefano)

2 commenti:

  1. Il secondo punto col quale esprimi perplessità nei confronti delle parole del vicepresidente di CasaPound dimostra quanto siano deliranti le dichiarazioni di Di Stefano. L'Anarchia rifiuta ogni forma di gerarchia, e duqnue l'esistenza di qualsiasi tipo di Stato. Di Stefano avrebbe perlomeno potuto informarsi sulle idee base sulle quali si fonda l'Anarchia, prima di far trasparire in modo implicito la presenza di un complotto quanto non v'è assolutamente alcun indizio concreto che possa suggerirlo. Per poi, magari, cercare demagogicamente di "incolpare" le istituzioni italiane di accondiscendere il "nemico" americano.

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