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Ancora sulle stragi: riflessioni e consigli di lettura

(umt) La sentenza di appello su Brescia ha generato, come è normale e giusto, un consistente numero di commenti sui giornali e di discussioni nei social network. Mi fa riflettere la circostanza che le riflessioni per me più significative siano opera dei figli di due vittime del "terrorismo rosso", fermamente convinti della matrice nera delle stragi: Benedetta Tobagi e Mario Calabresi
Per completezza di informazione, avendo dedicato abbondante spazio alle polemiche sul film di Giordana, mi sembra doveroso segnalare la rassegna stampa che oggi Andrea Carancini dedica al tema, da "opposto" punto di vista. 
Del copioso materiale segnalato - tra cui le due preziose (per gli storici) ma inutili (per gli esiti giudiziari) sentenze ordinanza di Salvini - io mi limito a riportare l'attacco della replica di Cucchiarelli a Sofri (versione breve), che offre una efficace sintesi delle sue ipotesi:

Andiamo al sodo. Caro Sofri, che 'gliene cale' a lei se a Piazza Fontana sono esplose una o due bombe? Cosa cambia, visto che l'inchiesta "Il segreto di Piazza Fontana", da lei così sarcasticamente attaccata, inchioda fascisti di Ordine Nuovo, politici, servizi segreti italiani e stranieri alle loro responsabilità? Le sue contestazioni al libro vengono giù come birilli ma vorrei sapere perché le due bombe, che potrebbero permettere di capire fino in fondo il "modulo" usato dai servizi segreti per tappare la bocca a tutti, le sono così indigeste?
Non c'è nell'inchiesta un punto - se non le due bombe - che diverga da quel senso comune storico che non è bastato, però, nonostante 11 giudizi, a mettere ordine nelle tessere scomposte del mosaico della strage. E allora perché questo tentativo di stroncare - non di criticare- questa tesi?
Non ripropongo la pista anarchica, né la teoria degli opposti estremismi, né la commistione tra rossi e neri: parlo di una trappola studiata a tavolino, pianificata con l'infiltrazione, realizzata attraverso l'intervento di un fascista che "raddoppia" una specie di petardo attaccato ad un orologio, che l'avrebbe fatto scoppiare certamente a banca chiusa. Si tratta di un modulo poi usato altre volte da Ordine nuovo. Dove è lo scandalo?

4 commenti:

  1. La tesi di cucchiarelli è una tesi infame perchè funzionale al potere in quanto gli permette salvare capra e cavoli ovvero di indicare come colpevoli i neofascisti e qualche elemento dei servizi e nel contempo di assolvere quell'area grigia di depistatori presente: nella questura di milano( vedi calabresi addestrato dalla CIA ), nella magistratura( vedi Dambrosio ), nei giornali e nei partiti politici.

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  2. Grazie della citazione, Ugo!
    Quanto al commento 1 di "Anonimo", il depistatore mi sembra lui: leggete il libro di Cucchiarelli e verificate se è davvero "funzionale al potere" ;-)

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  3. Lo scandalo secondo Sofri è abbastanza evidente e lo ha scritto nel suo intervento . Lui non accetta che Pinelli sia considerato come colui che sia andato a disinnescare le altre bombe il 12 dicembre 1969. Non accetta che Pinelli sia considerato in qualche modo coinvolto. Lo ha scritto in modo chiaro, basta leggere per capire. Si può non essere d`accordo ma porsi la domanda è strano.

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  4. dalla rete Dichiarazione di Tomaso Staitilunedì 23 aprile 2012 alle ore 09:35:00 CEST

    non nuovo a dichiarazioni dure in passato vedi http://bit.ly/JkrCFK
    adesso sulle assoluzioni di Brescia da vivamafarka:
    Io sconfitto, voi vigliacchi
    No, i processi sulle stragi e sui misteri che hanno insanguinato la storia di questo paese, la vita politica e la nostra stessa vita, non sono stati inutili. Anche se non ci sono state le condanne e l'unica arrivata, quella per la strage di Bologna, non puo' convincere, i processi - per quello che mi riguarda, e mi riguarda molto, per la mia militanza di oltre mezzo secolo in quell'area politica accusata di aver "allevato" mostri che facevano saltare in aria gli innocenti - mi hanno detto tutto. E' un tutto che, probabilmente, non bastava per condannare, ma che a me consente, al di la' di ogni ragionevole dubbio, di sapere quello che e' accaduto, di conoscere o di intravvedere gli schifosi intrecci di potere tra apparati dello Stato e finti rivoluzionari, tra uomini delle istituzioni e secredenti superuomini che si consideravano al di sopra di ogni morale.
    Un gioco vile per il solo successo dei nemici. Proclamati con solenni sermoni. Io non ho bisogno di prove, di "mea culpa", di confessioni, di archivi segreti aperti, di reperti o oggetti che cantano; io so, conosco i nomi, ho respirato le atmosfere, ho vissuto il clima, ho letto gli stessi autori mal capiti e mal digeriti, ho subito stantie evocazioni fuori tempo, ho vissuto riti e atteggiamenti insieme ridicoli e tragici. Ho conosciuto i mostri anche se non li avevo riconosciuti, ho potuto leggere il loro pensiero, osservare i loro riflessi pavloviani, identici a quelli che si suscitavano dalla parte opposta. Oltre tutto, presuntuosamente pensavano di controllare il gioco, mentre invece il gioco, "il grande gioco", li controllava: passo dopo passo. So la verita' anche se non la posso dimostrare. Piazza Fontana. Freda, Ventura e le loro trame oblique. Livelli sempre diversi, responsabilita' sfuggenti, figure in continuo movimento. Servizi, Giannettini, giornalisti e barbe finte, rimborsi spese e "ragion politica". "Trambusti istituzionali", alte motivazioni interne e internazionali. E assetti politici, economici e finanziari. Chiusure e aperture a sinistra, strategie della tensione inventate nel chiuso di uffici "riservati", autunni caldi e rivolte studentesche, reazioni reazionarie e conati rivoluzionari. "Europa, fascismo, rivoluzione" tradotti nella realta' pratica in "America, liberismo, conservazione". Apparati, carbinieri, poliziotti, Sismi, Sid, Sisde, Sifar, De Lorenzo, Maletti, Miceli, Palumbo, Labruna, Rauti e Aloia, Giorgio Torchia e "Il Tempo", Giancarlo Rognoni e i suoi dieci numeri telefonici (nel 1970!) del Comando di Via Moscova di Milano, i campi paramilitari, i traffici d'armi e di esplosivi, il MAR di Fumagalli, le varie "Gladio", i tripli giochi, Piazza della Loggia con il suo generale Delfino e la corte dei miracoli bresciana. E le vittime sacrificali. Prima Giancarlo Esposti, mezzo agente, mezzo avventuriero, freddato a Pian del Rascino; poi Cesare Ferri, innocente indifeso e (quasi) indifendibile. La bomba di Bologna. Con la Mambro e Fioravanti che urlano di essere assassini ma non stragisti. Io lo so, lo sento: sono innocenti. Troppo perfetto il piano, troppi gli interventi dei servizi piduisti, troppo coperti gli esecutori. Che accadesse tutto perche', alla fine, non accadesse nulla. Un po' di morti, un po' di insicurezza, un po' di brigate rosse. Riportare nel recinto di centro il gregge impaurito. Aldo Moro
    valeva bene la messa italiana. Come Pasolini, so tutto, anche se non ho le prove; ma le prove non mi servono.
    Io vi condanno, indegni camerati stragisti! E vi odio! Mi avete fatto combattere una battaglia che gia' in partenza era falsa e il cui finale era gia' scritto. Anche voi parte del sistema che fingevate di voler combattere. Io mi sento sconfitto, ma voi siete dei vigliacchi. E venduti.

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