Header Ads


E' di nuovo scandalo alla Cattolica per il libro di Giacobazzi su fez e kippah

(umt) La storia si ripete. La ricerca storiografica del giovane storico Andrea Giacobazzi sugli intrecci tra nazismo, fascismo e destra sionista continua a suscitare polemiche clamorose, intorno alla sua Università, la Cattolica di Milano. Era già successo l'anno scorso in occasione della presentazione della sua precedente opera, L'Asse Roma-Berlino-Tel Aviv. (così come non era mancato il clamore per il dirigente di Rifondazione epurato per avere presentato il suo libro). L'Università Cattolica, temendo incidenti, ritardò la concessione della sala fino al limite dell'annullamento per motivi tecnici, scongiurato in extremis. Ora il baillame è preventivo.
Lo racconta una fotonotizia di Republica/Milano: 
Due manifesti che annunciano un convegno, con il volto di Mussolini e la caricatura del 'giudeo' come veniva raffigurato nelle illustrazioni antisemite durante il fascismo. Sono comparsi nell'atrio dell'Università Cattolica, a Milano, negli spazi del gruppo studentesco della Comunità antagonista padana (cellula che si è staccata dal Mup, il movimento universitario padano vicino alla Lega Nord), provocando stupore e indignazione. "Chiediamo all'Università e al rettore che vengano tolti, perché ci offendono in quanto cittadini di religione ebraica - ha detto Daniele Nahum, vice presidente della comunità ebraica milanese - Siamo di fronte a razzismo becero e pericoloso". I cartelloni fanno riferimento a un convegno programmato per il 17 marzo all'Admiral Hotel ('Nazismo, sionismo e altri totalitarismi: alleanze taciute e verità scomode') con la presentazione di due libri L'asse Roma-Berlino-Tel Aviv e Il fez e la kippah di Andrea Giacobazzi. Proprio sulla copertina di uno di questi libri c'è un ebreo con i tratti tipici dello stereotipo razzista: barba, orecchie a punta e naso adunco. Dopo la denuncia di Repubblica, l'ateneo ha disposto la rimozione dei manifesti.
Pronto anche l'intervento del responsabile Sicurezza del Pd, l'on. Fiano, che ha richiesto l'adozione della Legge Mancino contro gli studenti antagonisti padani, che sono una frangia secessionista fuoriuscita dalla Laga, e annunciato la richiesta di un incontro con il ministro della Giustizia severino, per sollecitare una più stringente uso delle sue misure contro ogni forma di razzismo e di discriminazione. 
Lunga e articolata la replica del movimento padanista:
"Di fronte alla sconcertante, immotivata e pretestuosa campagna stampa che vede protagonista la Comunità Antagonista Padana, ci corre l’obbligo di fare alcune doverose precisazioni. La nostra Comunità si occupa da anni di stimolare il dibattito culturale all’interno dell’Ateneo con una spiccata attitudine per l’approfondimento e con un po’ di ragionato anticonformismo. Non abbiamo bisogno di aggiungere che tutto questo è sempre stato fatto in ossequio ai principi fondanti dell’Università cattolica, oltre che ovviamente alle regole del buon senso. Proviamo pertanto vivo imbarazzo nel doverci in qualche modo “discolpare” da una accusa risibile e pretestuosa. Il manifesto in questione non è ovviamente un manifesto antisemita: pubblicizza la presentazione di un’opera libraria di un giovane laureato di questa Università.  Il Fez e la Kippah di Andrea Giacobazzi si focalizza sui rapporti con l’Italia fascista raccogliendo circa centocinquanta documenti e l’eventuale lettore troverà in questo saggio scientifico decine di nuovi testi organizzati in forma di raccolta commentata. I temi trattati sono tra i più vari: dall’appoggio sionista alla “propaganda italiana” in Palestina agli scambi culturali finalizzati all’avvicinamento del mondo ebraico al regime di Mussolini, da alcune curiose richieste di collaborazione militare alle dichiarazioni di affinità ideologica fascismo-sionismo (anche non revisionista), dal plauso di certa stampa israelitica rispetto alla politica fascista fino alle prospettive di “fascistizzazione” dell’ebraismo italiano e mediterraneo. Nel manifesto affisso nei chiostri dell’università è raffigurata appunto la copertina di questo libro di Giacobazzi, pubblicato da una casa editrice parmigiana: in questa copertina è rappresentata una vignetta degli anni ’30, già riprodotta da Renzo De Felice nella sua “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo”, che i nazionalisti inglesi pubblicarono contro il fascismo italiano, accusato di eccessiva attenzione alla causa sionista. Senza dubbio il volantino da cui essa è tratta aveva intenti “antifascisti”: si raffigura un ebreo che pare sussurrare qualcosa in un orecchio a Mussolini, il tutto sormontato dalla scritta “The Duce and the Deuce!”. Pare perciò quantomeno ambiguo che gli ambienti ebraici si sentano offesi proprio da una vignetta il cui intento era quello di denigrare il partito fascista! Spieghino coloro che si lamentano, coloro che si indignano. Il libro quindi lumeggia i rapporti fra parti del mondo ebraico italiano ed il fascismo ed interessa la Comunità Antagonista Padana proprio per il suo taglio revisionistico, dando a questo termine l’accezione migliore: mostra la volontà di uscire da una visione banalizzante della storia per renderne invece l’assoluta ed irriducibile complessità. Per queste ragioni respingiamo ancora una volta, nella maniera più ferma, tutte queste accuse, mossi dall’assoluta serenità di non aver compiuto nulla di sbagliato se non aver mostrato amore per una libera ricerca storica, priva di passioni di parte e lontana dalle pressioni della politica. Molto volentieri abbiamo accondisceso alla gentile e cortese richiesta dell’Università Cattolica di eliminare il cartellone pro bono pacis, ma riterremmo viltà e mancanza di onestà intellettuale dire che ci si senta colpevoli di alcunché. Ovviamente, siccome non abbiamo nulla da nascondere, invitiamo gli esponenti della comunità ebraica a prendere parte al convegno e al dibattito. Saremmo lietissimi di una loro partecipazione e sarebbe un'ottima occasione di confronto".
Il convegno, del resto, è organizzato dal Centro Studi don Albertario, un circolo culturale cattolico-integralista che fa capo ai sedevacantisti di Sodalitium, una rivista che ha dedicato numerosi saggi alla giudeo-massoneria.
Secco e sarcastico, infine, il commento finale dell'autore, Andrea Giacobazzi: ''Dobbiamo combattere l'intolleranza, disse l'On. Fiano invocando la cancellazione di un convegno ed indagini preventive sui relatori".

9 commenti:

  1. non lo so, nel mio piccolo sono sempre piu' sconcertata da questi sionisti che dicono male dell'art. 21 della costituzione e della massa informe che nn dice un cazzo (scusa la parolaccia)Sara' perchè io sono per la libertà di espressione sempre, anche per dire cazzate....
    Un'università che poi tronca intere prospettive in nome del leccaculaggio a israele (scusa la parolaccia) per come me l'hanno insegnata a me la costituzione (ho 50 anni) mi pare un'aberrazione. Ma forse sono io che sbaglio, che nn vedo i "veri problemi"

    RispondiElimina
  2. Che noia la paranoia --- anticamera di figuracce e innesco di intolleranze. Non impareranno mai.

    RispondiElimina
  3. A sussurrare nell'orecchio di Mussolini bastava mettere l'efige di un Cristo carolingio (cioè un ebreo con gli occhi azzurri e i capelli biondi)e vedere l'effetto che fa...

    RispondiElimina
  4. Non ho letto le ricerche in questione, ma mi sembra che ci sia un intento abbastanza chiaro, che va al di là dello studio storico. Mi ricordo che l'analisi dell'attenzione di Mussolini verso il sionismo e l'ebraismo, durato fino, se non sbaglio, al 1934, concretizzandosi da una parte nella scuola di marina di Civitavecchia, dall'altra in un gruppo ebraico interno al fascismo, già fu fatta da De Felice molti anni fa, senza questo clamore. Qui l'intento mi pare polemico associando fascismo (quindi "male") e ebraismo. Altrimenti perchè usare una brutta vignetta antisemita degli anni '30, certo antifascista, ma da destra?
    Non va dimenticato che poi quest'intento di Mussolini, certo opportunista a livello interno e, più, internazionale, virò completamente, come si sa, con la guerra d'Etiopia, le leggi razziali e il Patto d'Acciaio. L'esperienza di Civitavecchia finì, e pure gli ebrei fascisti fecero una brutta fine.
    Non dico questo per approvare intenti censori che non mi appartengono, ma sui contenuti.
    Ciao
    Alessandro Lupi

    RispondiElimina
  5. Sui contenuti, Sigor Lupi, è sempre consigliabile esprimersi dopo aver letto i libri di cui si discute. Cordiali Saluti.

    RispondiElimina
  6. Ha ragione, signor Giacobazzi, lo farò, e spero di ricredermi. Ribadisco però che secondo me laddove ci sono somiglianze politiche, come tra Jabotinsky e destre fasciste, questo è ancora solo una somiglianza eventuale e generica tra nazionalismi del '900, e comunque non coinvolge l'intero ebraismo; che la storia degli ebrei fascisti italiani di "Nostra Bandiera", sta nel segno di una tragicità. L'accordo tedesco per la emigrazione poi, come si può chiamarlo una "collaborazione", quando si trattò di una forzata cacciata di persone che erano tedesche da generazioni e generazioni?
    Alessandro Lupi

    RispondiElimina
  7. La somiglianza non è generica ma fatale: il primo, vero fascismo, l'UR-fascismo è quello giudaico (le prime camice brune sono quelle del Betar).
    Vedi in proposito il mio post "La minaccia del fascismo ebraico: http://andreacarancini.blogspot.com/2009/10/la-minaccia-del-fascismo-ebraico.html .
    E il fascismo giudaico non è un relitto del 900: con l'immigrazione dei giudei russi degli ultimi vent'anni, il sionismo di marca revisionista-fascista, quello jabotinskiano, per intenderci, diventa maggioranza in Israele. Per non parlare del fatto che l'ostilità verso le razze "colorate" negli anni 30 non era un'esclusiva de "La difesa della razza" ma era condivisa anche da sionisti mainstream come Arthur Ruppin (come documentato proprio dal primo libro di Giacobazzi, pp. 21-23).

    RispondiElimina
  8. @Carancini
    E già, quindi guarda caso, l'ebraismo è all'origine di tutti i mali, e ora, oplà, anche del fascismo e del nazismo. Ma che idea nuova! Che bel giochetto!
    alessandro lupi

    RispondiElimina
  9. E c'è da dire anche un'altra cosa, anche questa a onore di Giacobazzi: leggendo il suo libro mi sono reso conto di quanto siano state non solo ingiuste ma spregevoli le leggi razziali del 1938. Nei confronti, tra l'altro, di quei tanti giudei che nei primi 30 anni del '900 avevano servito l'Italia non solo con fedeltà ma con eroismo, a cominciare da quel Bruno Jesi che, cito, "Rischiò la vita per aver salvato alcuni feriti presso il torrente Ghent e per aver sfidato la morte cavalcando tra le linee avversarie per trovare un cappellano militare che desse i conforti religiosi ad un soldato cattolico moribondo" (Giacobazzi, pp. 63-64).
    E' vero che prima di morire, in giovane età, ebbe dal regime una medaglia di bronzo e una d'oro ma, grazie alle leggi suddette, era stato in precedenza un sorvegliato speciale.
    Merito di Giacobazzi aver ricordato anche episodi come questo, in un'opera di revisione storiografica a 360°, senza fare torti né sconti a nessuno.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.