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Corto Caravillani/3 - Giovene: solo una ricostruzione ingannevole

Riceviamo dall'avvocato Ambra Giovene e pubblichiamo

In nome e per conto di Francesca Mambro.
Il 5 marzo 1982, al termine di una rapina alla BNL in Piazza Irnerio a Roma, a seguito di un conflitto a fuoco tra le forze dell’ordine ed un gruppo dei N.A.R., muore Alessandro Caravillani. Sono feriti anche altri tre passanti e due poliziotti. Anche Francesca Mambro è ferita. Sarà arrestata di lì a poco.
Enzo De Camillis firma la regia di un corto ‘Uno studente di nome Alessandro’, un docu-film che è già stato presentato al Roma Fiction Fest nell’autunno scorso, proiettato in occasione di vari eventi, scelto – come ci ricorda il regista – per la Prima selezione dei Nastri d’Argento e inserito nel Premio David di Donatello.
“Un cortometraggio – per dirla sempre con De Camillis – che racconta una brutta vicenda della storia italiana, per far conoscere alle nuove generazioni un passato che non dovrà più ripetersi”.
Un film ‘tratto da una storia vera’, come si dice nell’apertura delle prime immagini.
Un film in cui Francesca Mambro, ritratta  da un’attrice che ne personifica il ruolo, è rappresentata come colei che spara a bruciapelo alla testa del povero Caravillani, una vera e propria esecuzione, mentre il ragazzo è a terra colpito ad una gamba. E’ l’immagine promozionale del film. Francesca Mambro in piedi a cavalcioni di Caravillani che, imbracciando una mitraglietta con la mano sinistra, estrae una pistola e fredda il ragazzo sul selciato. Il colpo di grazia.
Per De Camillis: “Mambro è tornata indietro e gli ha sparato alla testa”.
Tutto falso.  
Caravillani muore purtroppo in quel conflitto a fuoco perché un proiettile di rimbalzo ne provoca la morte immediata. Un proiettile di un fucile d’assalto che la Mambro non aveva, non essendo neppure entrata in banca per compiere materialmente la rapina. 
 I fatti sono ricostruiti nella sentenza che condannerà definitivamente la Mambro: “se poi il Caravillani fu colpito – scrivono i giudici – fu perché il giovane, messosi a correre, si trovò improvvisamente sulla traiettoria dei colpi esplosi nei confronti degli agenti”. Tanto che Mambro e gli altri concorrenti sono condannati per un attentato che ha cagionato offesa a persone diverse da quelle nei cui confronti l’offesa era diretta. Sia per Caravillani che per gli altri passanti feriti.
Non un documento di cultura nazionale, ma solo una ingannevole ricostruzione che svilisce ogni tentativo di dare una memoria a quegli anni di dolore e di piombo.
(3-continua)
Qui potete leggere la prima e la seconda parte.

1 commento:

  1. a parte che il proeittile di rmbalzo colpì il ragazzo al ginocchio ferendola, am di uan ferita non certo mortale, e che la ferità mortale gli fu sparata alla testa a distanza ravvicinata...che dire di questa frase?"
    "se poi il Caravillani fu colpito – scrivono i giudici – fu perché il giovane, messosi a correre, si trovò improvvisamente sulla traiettoria dei colpi esplosi nei confronti degli agenti”. "

    come dire, se è morto è colpa sua, poteva stare più attento no?La stessa logica con cui il mairto della signora in questione giustificò l'omicidio dell'agente Maurizio Arnesano: lio voleva solo rubargli il mitra ma quello ha cercato di difendersi e quindi si è trovato costretto ad ucciderlo. Anche qui, colpa sua. Cosa piuttosto discutibile dato che le modalità con cui fu compiuto l'omicidio dimostrano ben altro.
    Il regista è cugino del ragazzo ucciso e la famiglia del ragazzo ha approvato in toto l'ioperazione del cortometraggio; credo che questo basti a farne un documento credibile, a meno che non si voglia ffermare che queste persone hanno qualcosa da guadagnarci.
    per quanto riguarda l'ultima frase allora sarebbe stato giusto pure far sparire il documentario dedicato a Giusva Fioravanti a novembre e uscito solo in DVD, che dipinge lui e la mambro come delle povere vittime innocenti.perchè quello no?

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