A Bologna, in extremis, negata la sala per presentare il romanzo di CasaPound
Una foto degli scontri di Bari (foto La Repubblica) |
(umt) E' passato un anno dal boom editoriale di "Nessun dolore", il romanzo di CasaPound, scritto dall'avvocato del movimento, Domenico Di Tullio (quindicimila le copie vendute), ma continuano le contestazioni antifa in occasioni delle presentazioni.
Dopo Palermo, Bari, Parma (Matera è stata una piacevole eccezione di confronto civile) oggi è stata la volta di Bologna, con un intervento in extremis del sindaco Merola, che sulla falsariga del collega napoletano de Magistris si impegna direttamente per impedire la manifestazione. Ecco la notizia pubblica da La Repubblica.it/Bologna
Il sindaco Virginio Merola, all'ultimo minuto, nega la sala del quartiere Reno all'associazione Sole e acciaio che voleva presentare un libro su Casapound, perché il logo dell'associazione di estrema destra compare nei materiali pubblicitari dell'evento. "Non ci sono più le condizioni per la concessione della sala", spiega all'agenzia Dire il presidente del Reno, Vincenzo Naldi.
La presentazione del libro doveva avvenire questo pomeriggio alle 16 ed era stata organizzata dall'associazione Sole e acciaio, iscritta all'elenco delle libere forme associative del Comune, "per conto di Casapound, i cui principi confliggono con lo statuto del Comune e con la Costituzione. Per questo i presupposti per la concessione della sala sono venuti meno", spiega Naldi. Già nel febbraio scorso, quando era ancora solo candidato sindaco, Merola si era opposto fortemente all'apertura di una sede di Casapound in via Guerrazzi.
La motivazione non convince l'associazione che replica: "La revoca è molto poco chiara e confusa- afferma Luca Montanari, responsabile della comunicazione di Casapound- noi siamo stati invitati dall'associazione Sole e acciaio alla presentazione di un romanzo sulla nostra storia. La richiesta della sala è stata presentata il 20 ottobre e la disponibilità è stata confermata".
Oggi, invece, la revoca che per Casapound arriva per "motivi puerili di ordine pubblico". Da stamattina, infatti, di fronte alla sede del quartiere è in corso un presidio organizzato dal comitato antifascista.
Giusto per la cronaca l'iniziativa è stata fatta in tutta tranquillità fuori dalla sala assegnataci, ci siamo presi lo stesso il nostro spazio alla faccia della giunta, del sindaco e dei loro sgherri. Complimenti ai ragazzi di Casapound Bologna
RispondiEliminaNon ci spero, ma chissà se prima di crepare vedrò gente di sinistra come Ugo scendere in piazza per una manifestatzione anti-antifascista... liberando (o auspicando la liberazione) la sinistra da questo incubo che l'ha risucchiata nel nulla.
RispondiEliminaIl "presidio" anti-fascista erano 10 zozzi che non hanno accennato neanche per una volta ad urlare, lanciare cori o monacciare azioni violente. è stato il presidio più triste che abbia mai visto in vita mia, davanti al quale il sindaco ha schierato 9 (nove!) camionette e una bolgia di poliziotti in anti-sommossa, tutti completamente inutili, creando così un precedente davvero preoccupante. La conferenza è andata comunque, e ne siamo tutti contenti, seguita da tantissimi militanti da tutta Italia, e di questo siamo ancora più soddisfatti, e non smettiamo di ringraziarli.
RispondiEliminaBarabba
Se la metti così, caro Maurizio, mi verrebbe da scendere in piazza da solo: questa soddisfazione te la darei immediatamente. Considerando che sono figlio e nipote di partigiani e martiri della resistenza, la mia presenza dovrebbe valere anche di più, forse. Però la sinistra è perduta perché vuole assolutamente perdersi. Non c'è nulla da fare. Ognuno ha il suo destino. Le rape sono rape.
RispondiEliminaUgo, l'antifascismo odierno non ha niente a che vedere con il movimento partigiano 1943-45, comunque la si pensi sui partigiani. Questa roba qui è qualcosa di altamente stupido, vergognoso e ignobile. Ma la brutta figura la fa la sinistra. Se poi uno che viene definito intelligente come Enri De Luca firma la petizione De Magistris significa che non c'è speranza. L'anticomunismo oggi culturalmente ridicolo e comunque morto dal punto di vista della speculazione: inerte e inerme (giustamente). E' rimasto l'antifascismo che non disarma e che persone irresponsabili come Pisapia, De magistri e Naldi stanno rilanciando.
RispondiEliminaEcco, hai detto giusto: non c'è speranza.
RispondiEliminaNon è tempo di dialogo. Non c'è nulla di cui parlare. E' un mondo che deve solo morire. Morirà con la catastrofe della costruzione euro-americana, se e quando verrà a cadere. Gente che ha salutato il golpe bianco di Napolitano, prima a proposito della Libia, poi contro il governo legittimamente in carica - dalla Rossanda ai cattolici prodiani - nutrendosi di menzogne grossolane, aderendo all'imperialismo nella sua più cruda versione coloniale, l'antifascismo se lo beve come l'aperol. Devono solo scomparire, possibilmente affogati per caduta nel proprio vomito.
e' scesa solo la sinistra "in cravatta" quella degli estremisti cosidetti o alla indymedia non ha dato il sostegno a questa sinistra deplorevole fricchettonvendoliana
RispondiEliminademy
Ti sbagli, demy. Non mi è stato risparmiato nemmeno di vedere le scritte sui muri a favore dei tegliagole di Bengasi prezzolati dalla Nato. Erano firmate da un Centro sociale. "Bengasi insegna. Insurrezione". Insuperabile!
RispondiElimina15 scappati di casa (a voler essere larghi nella conta) sono riusciti, complice sindaco e un presidente di circoscrizione non propriamente super partes, a far revocare la sala pronta per accogliere un pubblico di oltre 60 persone. Si ringrazia l'amministrazione comunale di Bologna per questo ennesimo atto di onestà politica e di savoir faire civico, che hanno insegnato come dieci stronzi abbiano il potere di far pendere l'ago della bilancia e far annullare conferenze e iniziative regolarmente prenotate da mesi. Questa è Bologna: stampatevelo in testa. Ma stampatevi in testa anche che non si arretra di un passo, a costo di tenere tutte le iniziative, le conferenze, gli incontri all'addiaccio come ieri, seduti sulle panchine e sull'erba di un parco, un freddo cane, ma con voce chiara e forte e tanta voglia di dire la nostra. Siamo la nota stonata nel coro che non potete sopprimere.
RispondiEliminaSi sappia anche, e valga il vero, che i suddetti 15 scappati di casa sono andati via, forse per la prima volta nella storia del miserabile antifascismo bolognese, sfilando sotto gli occhi increduli di decine di camerati. Non gli reggeva l'anima per il freddo. Rivoluzione.
RispondiEliminaL'ipocrisia di Bologna non ha confini. Si merita tutte le zecche di cui è piena e di cui ogni giorno si lamenta. E ai "15 scappati di casa", prima di criticare, opponendovi senza senso a qualcosa che neanche conoscete, leggete "nessun dolore". Potrebbe piacervi.
RispondiEliminail libro è stato presentato anche a Foggia,dove a parte alcune scritte notturne contro il presidente naziona dei Giovani Socialisti,Luigi Iorio che partecipò alla presentazioni e quattro imbecilli a urlare fuori dalla Biblioteca provinciale non è successo niente.Era fine maggio 2011.L'interessante parterre di "ospiti" oltre al socialista Iorio,portò l'interessante contributo del dirigente nazionale di Aziona Universitario Andrea Zullo e del FLIno Antonio Mascolo..
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