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Allarme terrorismo, Sacconi insiste e ricorda Calabresi ma i numeri gli danno torto

(umt) Dopo le secche smentite degli addetti ai lavori, il ministro Sacconi corregge il tiro sull'allarme terrorismo, puntando l'indice sui nuclei che hanno organizzato le violenze di piazza a Roma. "Quello che è successo a Roma è sì sintomo di insofferenza giovanile, ma indica anche che sono al lavoro nuclei organizzati che operano clandestinamente per trasformare il disagio in rivolta. I terroristi e i violenti organizzati in Italia, come dimostrano i decenni tristi che abbiamo vissuto, non sono venuti da Marte: li abbiamo allevati nelle nostre scuole, nelle nostre università, nelle nostre case. E con molta tolleranza politica, culturale, istituzionale. La Germania non ha fatto così. Che cosa significa ciò? Significa che il terrorismo non nasce da lucide elaborazioni estremiste prodotte all'interno del quadro politico, ma nasce dal ventre della società, da pulsioni che diventano irrefrenabili quando la dialettica politica da strada diventa linea politica.
Ricordiamo l'uccisione del commissario Calabresi: per oltre due anni Calabresi è stato indicato, anche sulla stampa 'borghese', come il defenestratore di Pinelli creando il clima e il 'contesto' (ricordate Sciascia?) in cui è maturato, fino alla scontata conclusione, il delitto Calabresi. Facciamo un salto di quasi trent'anni: abbiamo scordato 'il contesto' in cui è maturato l'assassinio di Marco Biagi?".
La toppa è, a parer mio, peggiore del buco. Perché, appunto, a guidare la danza contro il "commissario Finestra" era tutta l'intellettualità italiana: tra le ottocento firme dell'appello pubblicato sull'"Espresso" - ne discutevamo dieci giorni fa a Roma al convegno su 'memoria e anni di piombo' - ci sono i più prestigiosi filosofi (Colletti, Paci, Barengo, Bobbio), giornalisti (Scalfari, Mieli, Bocca, Furio Colombo, Viola, Valli, Corbi, Rossella, Rognoni, Zanetti, Cederna), semiologi (Eco), storici (Spriano, Quazza, Lucio Villari), scrittori ed editori (Moravia, Pasolini, Terzani, Raboni, Maraini, Siciliano, Bevilacqua, Sapegno, Primo e Carlo Levi, Laterza, Einaudi, Inge Feltrinelli, Lalla Romano, Pivano), scienziati (Hack, Basaglia), politici (Teodori, Amendola, Pajetta, Antonicelli, Enzo Enriques Agnoletti) registi (Fellini, Soldati, Bertolucci, Comencini, Paolo e Vittorio Taviani, Bellocchio, Gregoretti, Loy), artisti e architetti (Gattuso, Treccani, Vedova, Pomodoro, Portoghesi, Zevi, Argan), sindacalisti (Benvenuto, Pierre Carniti). Oggi, invece, le voci fuori dal coro della condanna senza se e senza ma dell'uso della violenza politica sono rare. Anche se poi, a ben vedere, molti di quei gesti hanno valenza puramente simbolica (la vetrata di una banca o di un supermercato). 
Anche sul terreno specifico di quello che gli addetti ai lavori classificano come terrorismo i dati empirici confermano che la situazione è abbondantemente sotto controllo. Gnosis, la rivista dell'Aisi, riporta puntualmente le statistiche. Per il primo semestre del 2011 gli attentati sono stati 33, di cui 24 incendiari e 9 esplosivi, con zero feriti. I bersagli sono abbastanza differenziati: sedi o beni di esponenti politici e sindacali 14;  banche e grandi imprese 10; apparati statali (militari e Cie) 7; altri 2. Anche la distribuzione territoriale non presenta punti di particolare concentrazione critica: 5 in Campania e Liguria, 4 in Lombardia, 3 in Lazio, Trentino ed Emilia, 2 in Sardegna e Marche, 1 Val d'Aosta, Abruzzo, Sicilia, Friuli, Puglia, Toscana. 

16 commenti:

  1. Degna personificazione di simile culturame è la firmataria Camilla Cederna, la quale trovava inelegante il commissario Calabresi, poiché indossava di solito maglioncini girocollo e non la cravatta e camicia come da ordinanza, in pratica era colpevole di non essere fuoriuscito da lombi alto borghesi come lei,insomma si trattava solo di un borgataro romano, figlio di un gestore di una mescita di vini, meritevole dunque di una palla nelle cervella.Poi la loro odiosa mobilitazione mass mediatica, a favore dei poveri agnelli sacrificali e innocenti, gli anarchici Pinelli e il pregiudicato per rapina a mano armata Valpreda; ignorando deliberatamente la tradizione anarchica delle stragi nei ritrovi in luoghi pubblici.Sarà opportuno ricordare ai colti (Colla)ma anche agli sprovveduti, che sono la maggioranza, allora che propedeutico alla bomba con relativa strage, collocata in piazzale Giulio Cesare, a ridosso dell'ingresso della Fiera campionaria di Milano il 12 aprile 1928, ci furono alcuni mesi, prima tre attentati propedeutici alla macelleria di gente inerme.Uno alla svincolo ferroviario di Milano Rogoredo, un altro al monumento in piazzale Cordusio infine...ciliegina sulla torta, a piazza Fontana, si proprio a Piazza Fontana ove è ubicato ancora l'Arcivescovado ma all'epoca non so se c'era la famosa Banca Nazionale dell'Agricoltura. Come volevasi dimostrare la storia si ripete.TV

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  2. Se si fosse dovuto applicare il criterio dei precedenti cronologici, Tv, Freda e Ventura andavano condannati per piazza Fontana ...
    Così come il fatto che Valpreda abbia commesso una rapina, molti anni prima non significa una ceppa: perché Mambro, Ciavardini e Fioravanti hanno commesso (o concorso in) più omicidi ma non per questo hanno fatto la strage di Bologna.
    Ps: Sono invece d'accordo (ogni tanto capita per la legge dei grandi numeri)sul fatto che in Cederna ci fosse odio di classe verso Calabresi ...

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  3. per TV
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    Diciamo, con qualche approssimazione, che fino all'avvento del fascismo l'anarchia s'è fatta un punto d'onore di NON colpire nel mucchio bensì di mirare al singolo ovvero al simbolo (appena fermato dopo l'attentato a Umberto I Bresci dichiarò "non ho ucciso Umberto, ho ucciso il re: ho ucciso un principio") e di assumersi la responsabilità di ogni singolo atto.
    Dopo il '22, invece, l'anarchia ha assunto caratteri spiccatamente antifascisti (e non avrebbe certo potuto essere diversamente) e ha via via perso certi tratti "romantici".
    La strage del "Diana" (che peraltro s'inquadra nel particolarissimo contesto del biennio rosso) riscosse lo sdegno e la riprovazione non soltanto dell'opinione pubblica e della classe politica (durissimo l'intervento di Turati), ma anche degli anarchici stessi --- non soltanto di Fabbri e Malatesta, ma del movimento in generale: anche soltanto per questioni meramente pragmatiche.
    Come scriveva Paolo Finzi nel 2002, «Resta la coscienza di quanto quell’attentato – come altri attentati compiuti da anarchici o sedicenti tali – oltre a spargere sangue, morte, lutti, abbia contribuito al rafforzamento di un’immagine negativa dell’anarchismo. Troppe volte, nella storia del movimento anarchico, i gesti più o meno sconsiderati di alcuni – pochissimi – hanno fatto ricadere le loro conseguenze sull’intero movimento. Questo è stato – a mio avviso – il Diana. In un periodo di forte riflusso della conflittualità sociale e di parallela crescita del movimento fascista, quella bomba finì con il favorire lo sradicamento sociale di un movimento, come quello anarchico, che pure aveva ancora una base di massa – anticipando di mesi, forse di qualche anno, la sorte che sarebbe toccata anche agli altri movimenti antifascisti. Le conseguenze del Diana – insieme ad altri, anche più importanti, fattori – si sarebbero fatte sentire anche in esilio ed al confino, fino a condizionare pesantemente la ripresa anarchica nel secondo dopoguerra».

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  4. UMT se si applica il criterio dei precedenti cronologici, allora bene fece il Commissario Calabresi ad arrestare i coniugi militanti anarchici Corradini, antiquari e appartenenti alla Milano bene e radical chic,per l'attentato alla Fiera Campionaria di Milano del 25 aprile 1969, che in questo secondo caso (simile a quello del 12 aprile 1928) fece solo cinque feriti e non una strage.Ma aggiungendo un rilevante tassello al mosaico, che a fornire un alibi che liberò i coniugi Corradini dalla galera, fu niente meno che Giangiacomo Feltrinelli, un nome una garanzia!Poi sempre applicando il criterio dei precedenti cronologici, sarà bene ricordare che l'anarchico Pietro Valpreda, dimorò per diversi mesi, proprio a Piazza Fontana, presso l'ex Albergo Commercio, stabile ubicato di fronte alla BNA occupato abusivamente da sbandati come lui. Sempre Calabresi, che non vestiva secondo i cascami della moda, ma che lo sbirro lo sapeva fare, fu indotto dopo la strage della BNA a prendere come buona la pista investigativa di Valpreda. Infatti l'anarchico prese il famoso taxi di Cornelio Rolandi, che lo riconobbe in fase di confronto, a Piazza Beccaria per recarsi a cento metri in banca.Forse per non farsi riconoscere dall'edicolante e dagli avventori dei bar della piazza,ove era conosciuto, poi anche perché affetto dal morbo di Burger che gli impediva di deambulare.Sempre secondo i criteri dei precedenti da te ricordati. TV

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  5. Sì, certo, ma avrai pur letto da qualche parte che per il reato per cui sono stati arrestati i coniugi è stata condannata un'altra coppia (virile)

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  6. Per UMT e Colla. Si Freda e Ventura. Ma io come l'egregia Colla,difensore di fiducia degli anarchici, sono un fissato con loro e pertanto torno a ...bomba.A proposito del ballerino anarchico, è interessante notare che dagli uffici giudiziari sono spariti i fascicoli relativi alle rapine da lui fatte nel 52-53; così come è svanita la perizia psichiatrica eseguita sul minore Valpreda, da parte del professore Enzo Morpurgo; infine dal Distretto militare è sparito il foglio matricolare del soldato Valpreda, attestante che aveva frequentato con profitto, un corso di artificiere.Concludo con una ulteriore segnalazione su un'altra misteriosa sparizione da un covo delle Brigate Rosse,del materiale di controinformazione, raccolto sulla strage della BNA, che in pratica dava ragione a Calabresi, il dinamitardo di piazza Fontana era stato Valpreda e il riconoscimento di Cornelio Rolandi autentico e non manipolato.Poi in chiusura dedicato a Colla, strenua difensore degli anarchici, Franco Bandini un grande e serio storico, ha scritto che Piazza Fontana è l'altare sacro dell'anarchismo, infatti il 29 luglio 1919 il minore anarchico Bruno Filippi, collocava una bomba a Palazzo di Giustizia, che allora era in piazza Beccaria angolo piazza Fontana. Sempre l'anarchico Bruno Filippi, il 29 agosto 1919 compie due attentati dinamitardi, contro l'industriale Breda. Poi il 7 settembre 1919 colloca il suo ultimo ordigno esplosivo al "Biffi" ubicato in Galleria Vittorio Emanuele, rimanendovi vittima.Questo era il modello esaltato dal Valpreda nel bollettino Terra e Libertà senza dimenticare l'opera di arruolamento di giovani da mandare allo sbaraglio, dei coniugi antiquari Corradini,amici intimi di Feltrinelli, con la loro pubblicazione colta e aristocratica Materialismo e Libertà.TV

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  7. per TV
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    Guardi che io non difendo nessuno: mi limito a constatare i fatti. Non posso farci niente se nel 1921 l'esecrazione per il "Diana" fu pressoché unanime anche presso gli ambienti anarchici, né se i responsabili della strage del 1928 non sono mai stati individuati.

    Richiamo la Sua attenzione sul fatto che non sono entrata (né voglio entrare) nel merito dell'anarchia contemporanea: non mi attribuisca intenzioni che non mi appartengono.

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  8. Per Colla; esecrazione unanime per la strage del Diana? Legga quello che scrisse Antonio Gramsci sul periodico Ordine Nuovo di Torino:"Certi avvenimenti di sangue, per il loro stesso orrore, per la loro stessa sconfinata mostruosità, non possono giudicarsi negli schemi angusti e freddi delle norme comuni del vivere civile...chi potrebbe inveire contro un vulcano o contro un terremoto per delle vittime innocenti?".Per quanto riguarda gli autori, che si presume sconosciuti, della strage alla Fiera di Milano del 1928 non è esatto quello che finora è stato scritto. Probabilmente Renzo De Felice non ebbe il coraggio di scrivere i nomi dei mandanti, perché si trattava di pezzi grossi della Repubblica nata dalla Resistenza, assurti a importanti cariche politiche ed istituzionali nel dopo guerra, comunque riconducibili a due ingegneri milanesi e a un professore di ruolo di un liceo ove studiava il vitellume bene di Bergamo.Stante alle indagini degli inquirenti (che indagarono pure sul federale fascista milanese Giampaoli) l'autore materiale fu individuato e identificato,costui riuscì a scappare a Parigi, città ospitale per tutti i ricercati italiani.Fino al giorno che fu occupata dai tedeschi, i quali dopo averlo scovato ed arrestato, lo estradarono in Italia. Si stava per celebrare il processo per la strage con mandanti ed esecutore alla sbarra, quando il colpo di stato del 25 luglio 1943 impedì la loro giusta condanna. Concludo con una breve riflessione tre stragi, Teatro Diana, Fiera Campionaria, Banca dell'Agricoltura, con tutti e tre gli autori materiale e mandanti, morti liberi e di vecchiaia nel proprio letto, sostanzialmente impuniti, escluso il ferroviere anarchico Mariani, reo confesso, per il quale Pertini e Togliatti fecero a gara per essere i primi per farlo uscire di galera.Bella esecrazione per la strage vero Colla? TV

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  9. per TV
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    1) Non ho scritto "esecrazione unanime": ho scritto "esecrazione PRESSOCHE' unanime", laddove "pressoché", lungi dall'essere un mero intercalare, significa precisamente "quasi", "più o meno".

    2) Posto che non sono responsabile di azioni e asserzioni non mie, Antonio Gramsci sarà stato padrone di esprimersi come più gli aggradava, o no? Lungi dal "difendere" strage e stragisti, tuttavia Gramsci riusciva a «vedere una giustificazione ideale dell'azione nel grado di abbrutimento e ingiustizia vissuta tradizionalmente dal popolo italiano, nell'indignazione verso l'arbitrio padronale e delle istituzioni legali» (Roberto Massari, "Il terrorismo", 1998), così invitando: «Prima di assolvere e di condannare bisogna comprendere con spirito di umanità» --- questa frase, che precede il brano da Lei citato e che Lei ha omesso di riportare, valse a Gramsci una valanga di condanne, suscitando polemiche asperrime e precise accuse da Mussolini e dai Popolari, che imputarono ai comunisti di essere conniventi con gli attentatori.

    3) Perché insiste nel non volerci rendere partecipi delle Sue conoscenze sull'argomento, rivelandoci i nomi di tutti i responsabili, esecutori e mandanti, della strage del '28?

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  10. Gentile Colla, visto che lei è oberata di lavoro e non può schiodare dal luogo del suplizio quotidiano per recarsi negli Archivi di Stato di Milano e di Roma (migliore questo) si rechi in Brera alla biblioteca Braidese, chieda in prestito un agile libretto di cento pagine dal titolo "Sulla leggenda del fascismo tradito nella realtà", scritto dall'avvocato Carlo Del Re, già squadrista,poi finito nella rete cospirativa antifascista.Troverà i nomi e i cognomi dei mandanti dell'eccidio,furono a dire dell'avvocato i "libero giustizieri" milanesi, che lei in sede di replica, citando Renzo De Felice, ha già nominato.Aggiungo che uno di questi era l'ingeniere Umberto Ceva, confezionatore materiale di alcuni ordigni incendiari, da far esplodere nell'agenzia dell'entrate di piazza Vetra, morto suicida la notte di Natale del 1930 in carcere. Il Ceva prima di suicidarsi, ebbe dei lunghi colloqui con l'ispettore dell'OVRA Francesco Nudi, nel corso degli interrogatori, fu fatta luce anche sui retroscena dell'attentato alla Fiera Campionaria.I nomi sono in circolazione da decenni, manca uno storico coraggioso, o meglio un editore che abbia il coraggio di ripubblicarli.L'autore materiale fu Dante Fornasari,scappato a Parigi, arrestato, estradato dopo un decennio di comodo esilio, dalla Gestapo su segnalazione della consorella OVRA. I nomi degli altri cospiratori gli ha già citati lei quindi, traendoli dalla opera di Renzo De Felice in sede di replica.Erano al confino di Ventotene, furono portati alla sbarra assieme al Dante Fornasari, per essere giudicati dal Tribunale Speciale, per quella strage specifica, il colpo di stato del 25 luglio 1943, decretò la loro liberazione, mentre i diciotto morti e il centinaio di feriti, attendono ancora giustizia. Il "liberogiustiziere" Ernesto Rossi, nel dopoguerra divenne per meriti antifascisti presidente dell'ente per il recupero dei residuati bellici,fornì all'autore materiale dell'eccidio delle somme di denaro, non si sa a che titolo.Vedo a proposito della pressoché unanime esecrazione, che lei glissa elegantemente sulla liberazione del Mariani, ottenuta grazie all'interessamento attivo e fattivo, del suo ex compagno di cella Sandro Pertini,tramite il Ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti.TV

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  11. UMT, eccoti servito; Carlo Rosselli fu il Giangiacomo Feltrinelli degli anni venti e trenta; ebreo ricchissimo,esule a Parigi, cugino di Moravia, fu il finanziatore e l'armiere di innumerevoli attentati alla vita del duce. Tra Giustizia e Libertà e gli anarchici vi fu una osmosi continua, in pratica GL (leggi Rosselli) forniva i soldi i mezzi e l'esplosivo, gli anarchici la bassa manovalanza.Gli anarchici Michele Schirru, Angelo Sbardellotto,l'industriale Domenico Bovone, furono tre sicari (i primi due anarchici militanti,inoltre Schirru come Gaetano Bresci venne dagli USA per uccidere Mussolini) imbottiti di soldi, armi ed esplosivi furono mandati a Roma per liquidare Mussolini.Tutti e tre arrestati dall'OVRA vennero fucilati a Forte Bravetta nella capitale.Uno dei fornitori di armi ed esplosivi membro di GL, fu ambasciatore nel dopo guerra negli USA, per meriti antifascisti, Alberto Tarchiani. La pistola e i soldi che servirono a Fernando De Rosa il 24 ottobre 1929 per sparare a Bruxelles contro Umberto di Savoia erede al trono d'Italia, furono dati da Carlo Rosselli,che come Feltrinelli, comunque fece una brutta fine.Franco Bandini afferma che fu la Cagoule su delega della Ghepeu staliniana, dopo la faida interna tra comunisti e anarchici in Spagna; mentre altri storici affermano che fu Mussolini e il suo genero Galeazzo Ciano. TV

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  12. Tra Feltrinelli e Rosselli c'è una differenza essenziale, che se non ci arrivi è meglio che la chiudiamo qua la discussione.
    Quanto a Schirru "imbottito di soldi" non mi pare che abbia viaggiato in prima classe ...
    Comunque, in conclusione, tu ipotizzi un rapporto tra Gl e anarchici simile a quello che esisteva tra servizi segreti italiani e certe frange neofasciste?

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  13. per TV
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    Io direi di chiuderla qui.
    Perché se Lei mi cita come pezza d'appoggio ultimativa lo scritto autobiografico e memorialistico di Carlo Del Re, spia, traditore e venduto, veramente non ha senso continuare la discussione.
    Quando faccio ricerca storica sono abituata a ben altri metodi che non i Suoi.
    Segnalo comunque quello che credo sia l'ultimo scritto sull'argomento, ad opera dello storico Carlo Giacchin: «Attentato alla Fiera. Milano 1928» (Mursia 2009). Come riporta Mimmo Franzinelli, la conclusione cui perviene Giacchin è che la strage sia maturata «nel sottobosco di informatori, doppiogiochisti, spie, antifascisti pentiti o fascisti dissidenti che proliferava tra Milano, Lugano, Parigi, Nizza e Marsiglia, e tra i quali c'era chi aveva cercato, in più occasioni, di coinvolgere singoli fuorusciti in progetti di attentati dinamitardi. Ma i responsabili dell'effettiva realizzazione rimasero, e rimarranno per sempre, nell'ombra».

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  14. UMT e Colla; se il vostro referente è lo storico Mimmo Franzinelli, il mio storico di riferimento è Franco Bandini. Grazie ma conoscevo già il libro di Carlo Giachin emulo di Franzinelli; lei Colla evidentemente non conosce quello di Franco Bandini dal titolo "Il cono d'ombra" Sugarco Edizioni Milano 1990; come non ha mai letto,quello di Pierangelo Maurizio "Piazza Fontana tutto quello che non ci hanno detto" Maurizio Edizioni 2001 Roma; così come non ha letto "La strage contro lo stato" di Mario Tedeschi Edizioni Il Borghese 1973 Milano.Non conosco personalmente i rapporti che sono esistiti tra i servizi segreti italiani e certe frange neofasciste, solo che di questi si sa tutto, quello degli antifascisti nulla.No, non c'è nessuna differenza tra Carlo Rosselli e Giangiacomo Feltrinelli. Colla, passi per UMT ,ma leggendo i suoi interventi, mi sovviene alla mente la frase che veniva riportata nel frontespizio del periodico Il Selvaggio di Mino Maccari: "Sia fatto arrosto chi si è messo a posto"; a quando una assunzione alla Rai o meglio alla Feltrinelli? TV

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  15. Rosselli mandava, Feltrinelli andava. Rosselli era un intellettuale borghese, Feltrinelli un rivoluzionario comunista.
    La discussione è chiusa, anche per i toni offensivi usati ...

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