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L'alleanza rosso bruna - Introvigne e quella destra che non è Destra

Massimo Introvigne è intellettuale dichiaratamente partigiano. Checché ne pensino le anime belle a me sembra un fatto positivo. Perché ti dà il codice d'accesso alla costruzione del suo discorso. Così è, come sempre, nella recensione del volume di Giovanni Tarantino pubblicata oggi sul Timone, una testata on line "prodotta da un gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede, che vogliono offrire una Bussola “per orientarsi tra le notizie del giorno”, tentando di offrire una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti".
Del libro "Da Giovane Europa ai Campi Hobbit. 1966-1986. Vent’anni di esperienze movimentiste al di là della destra e della sinistra" (Controcorrente, Napoli 2011) mi sarei voluto (e dovuto) occupare io: una dei tanti piccoli peccati di omissione che segnano questa mia stagione della vita. Dopo i tempi della lussuria, dell'ira e della gola, ho eletto a mio vizio capitale l'accidia. E la metafora religiosa non è casuale: perché alla fine l'ottima e robusta riflessione di Introvigne su questo nodo si posa. La natura irreligiosa della "Nuova Destra" e quindi la sostanziale incompatibilità del movimento tarchiano, che infatti ha poi scelto di ridefinirsi come "Nuove sintesi", con la categoria stessa della Destra "come comunemente la s’intende, e tanto più con una Destra cattolica convinta che l’Europa - dopo le tragedie del protestantismo e della Rivoluzione francese - sia ferita, ma non sia morta; che le sue radici siano sepolte in profondità, ma ancora esistenti e vive; che il socialismo e il comunismo - compresi Castro e Che Guevara - siano una logica conseguenza all’interno dello stesso processo rivoluzionario, non un’alternativa, al liberalismo della Rivoluzione francese".  Presa di distanza voluta e riconosciuta dallo stesso fondatore, Alain de Benoist.
L'ipotesi interpretativa - e qui Tarchi cita l'autore - non si fonda solo sull'analisi ideologica ma tocca anche la cronaca politica: "Quando Almirante espelle Tarchi dal MSI, l’oppositore interno di Almirante - Pino Rauti, della cui corrente Tarchi è sostanzialmente il numero due - non lo difende, anzi ne avalla l’espulsione. Un rapporto, stilato qualche tempo dopo da "fedelissimi" rautiani e - secondo Tarantino - condiviso dal giovane Gianni Alemanno, allora segretario del Fronte della Gioventù di Roma, denuncia in tutto l’ambiente ex Giovane Europa non solo fremiti «filopalestinesi, khomeinismi, in qualche caso addirittura mussulmani» ma anche «germi anarcoidi e libertari» e una deriva «dichiaratamente abortista». Al di là delle beghe interne del MSI di allora, il documento coglie nel segno. E ricorda pure che, per impostare correttamente la questione di che cosa sia un’autentica "Destra", questioni come quella dell’aborto non possono essere liquidate come secondarie ma sono, al contrario, essenziali".
La deriva islamica dei discepoli di Thiriart è vera: abbiamo già avuto modo di raccontare come Mario Borghezio a metà degli anni '80 celebrasse i solstizi con Alemanno e Boccacci e fosse "pappa e ciccia" con il più noto e autorevole fascio-islamico, Claudio Mutti, che dai ranghi di Giovane Europa è approdato a posizioni euroasiatiste, una scuola di pensiero che è oggi protagonista della mobilitazione a sostegno della sovranità libica.  Ma è altrettanto vero che gli stessi giovani rautiani alla festa del Fronte della Gioventù di Spoleto del 1989 giravano regolarmente bardati di kefiah, che non mi sembra richiami qualche particolare tradizione giudaico-cristiana.
Ovviamente se l'irreligiosità è sufficiente a essere espunti dal mondo della Destra, tale discorso vale vieppiù per i movimentisti thiriartiani: "Quando, come fa Cardini nella stessa intervista, si afferma che le proprie posizioni si «identificano largamente» con quelle del guru della Sinistra radicale statunitense Noam Chomsky, quando s’inneggia a Che Guevara o al leader palestinese Yasser Arafat (1929-2004), che senso ha continuare a palare di destra? Per dirla con un proverbio degli odiati statunitensi, se qualcosa cammina come un’anatra e starnazza come un’anatra è molto probabile che sia un’anatra. E se qualcuno marcia con la Sinistra e parla come la Sinistra, è molto probabile che sia di sinistra".
 

14 commenti:

  1. Definirsi o di destra o di sinistra, è come pretendere una sorta di patente di paralitico e impedito mentale.La realtà mutevole e cangiante è più complessa,dei schematismi cerebrali umani. Ideologie false e fallimentari lo hanno ampiamente dimostrato, nel secolo decorso.Si può definire Gheddafi di destra? Si può definire Evita Peron di destra? La RSI e Pavolini erano di destra? Il partito di Hitler si chiamava nazionale socialista dei lavoratori tedeschi, non era schierato a favore dei retrivi junker prussiani,nemici dichiarati di ogni rivoluzione. Solo delle mummie ancorate a vecchi pregiudizi, possono definire o di destra o di sinistra Gheddafi.Nuove sintesi,nuove alleanze, per un fronte unico, magari marciando divisi per colpire uniti, ecco la realtà, che getta nella pattumiera della storia, vecchi e superati detriti ideologici. TV

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  2. Lavoro interessante sul piano della ricostruzione documentaria ma infelice nelle conclusioni. L'anima ed il DNA della sinistra tentazione di Giovane Europa approda nella filiazione della destra radicale di Orion ,di Terracciano e Mutti. Ed infine viene recuperata dal progetto di sinistra nazionale di Gaudenzi e Rinascita
    C'e una forzatura innaturale nel far derivare la nuova destra di Tarchi, Croppi, e company che nascono dall'evoluzione di Ordine Nuovo a via degli Scipione alla corte del " guastatore " Rauti. Tanto piu che tra nuova destra e destra nuova c'e come piu volte esplicitato un travaso antropologico ed un mutazione in senso filoccidentale a parte la figura adamantina di Marco Tarchi. Niente a che vedere con gli eredi diretti di Trihart in Italia, Terracciano, Mutti, Murelli. Sono loro i figli legittimi dell' eresia . Il resto della banda gioca al fascismo immaginario e libertario che alla fine approdaad una delle tanti troppe corti della destra liberale e conservatrice di potere.
    Testo da tenere in biblioteca, ma da decifrare/smentire nell'obiettivo storiografico.
    Un saluto.

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  3. Quindi e per chiudere : se te ne devi occupare Ti conviene parlare con le Tue fonti dirette che peraltro trovi in tutti i colori del nero.
    E' praticamente inutile cercare l'origine delle " sinistre tentazioni " dentro le destre istituzionalizzate. La' al massimo puoi incontrare Larussa e Gasparri o peggio ancora Fini, che non credo che abbia niente di " Giovane .... Europa" nel suo DNA.

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  4. Caro Francesco,
    il fatto è che il solo rammentare qualcosa di Rosso Bruno, fa infastidire il sistema
    perchè non sono preparati a pulsioni trasversali.

    Indipendentemente dalle radici,qui si tratta di fare un lavorone di tipo informativo per "snebbiare" le menti annebbiate di tutto il popolo italiota.

    E' un lavoro praticamente impossibile e per questo plaudo alle iniziative come quella del 30 agosto in favore, non di gheddafi, ma della sovranità nazionale libica, sovranità nazionale che noi abbiamo perduto dal 1943.

    saluti

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  5. Sono e resto convinto che ogni fuga dal fascismo originario sia per scarso coraggio, magari inconsapevolmente.
    Insomma, semplificando volutamente, chi si definisce cattolico, islamico, di destra o (caso Borghezio) localista, è solo perché non ha avuto il coraggio di rimanere (o ripristinare) il solco unico del fascismo o, meglio, della tradizione italixa che vuol dire Grecia Roma Rinascimento Fascismo.
    Immaginare, ad esempio, che si possa minimamente imparentarsi con la cultura semitica (cioè ebraica, cristiana e musulmana: pari sono) è di una tale bestialità che mi chiedo perché alcuni, fra noi, si fanno ogni tanto ubriacare da queste fantasie malate del vicino oriente (anche se noi ci permettiamo persino uno Stato nello Stato, cioè il Vaticano.
    Ed intanto perdiamo decenni, mentre i vari Cardini Tarchi Mutti ... cercano rifugi intellettuali, comunque più comodi della lotta politica, persino di quella, disprezzata da molti intellettuali isolati, che facevamo, rischiando anche la vita, nel Msi...

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  6. Beh' dire che Tarchi, Mutti e Cardini cercano rifugi isolati significa voler assolvere il neofascismo della propria incompiutezza politica. I tre i tellettuali hanno dato per anni ed anni indicazioni, analisi, vie da seguire.
    Casomai e' stata l'incapacità congenita di un certo ambiente a non aver seguito.
    il MSI in particolare e' stata la tomba di ogni sogno , di ogni istanza anticonformista. Sono anche io convinto che il Fascismo in s'è abbia quell'universalità che pochi altri fenomeni politici hanno. Tuttavia bisogna anche saper guardare alla circonferenza piu'esterna della Rivoluzione Conservatrice Europea, se vogliamo trovare le chiavi piu' appropiate per le nuovi attua
    I sintesi rivoluzionarie. Per essere eterno la tentazione fascista deve evolverai verso altre tentazioni sinistre ....

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  7. Infatti io parlo di fascismo, il neofascismo non sarebbe dovuto neanche esistere, ma nel Msi c'era (e c'è ancora perchè si tratta di storia di stamattina) ancora fascismo.
    Ma l'incompiutezza del Msi non può essere un alibi per sposare la chiesa cattolica, l'islam, il comunitarismo o qualche sinistra eretica.
    Se uno sposa ideologie del campo avverso ( e non c'è niente di più avverso di ciò che deriva dal semitismo culturale)semplicemente diventa un nemico o, meglio, un avversario politico.
    I nemici veri sono i sionisti, i sionistizzati ed i loro fratelli cattolici e musulmani.

    Luciano

    NB Scusate se posto come anonimo, ma il mio account non funziona

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  8. Luciano,allora devi spiegare il motivo per cui nel dopo guerra intere generazioni di militanti neofascisti, si sono formati sui testi di Julius Evola. Un intellettuale non certo riconducibile né a Roma né al Rinascimento,ma che aveva elaborato una "visione del mondo" che si ispirava più alla Rivoluzione Conservatrice germanica, che ad una pretesa cultura italiota. Caso mai era Giovanni Gentile, in linea con il tuo orientamento, che ha avuto scarsissimo seguito tra i giovani.Tarchi,Mutti e altri sono il prodotto migliore delle nuove sintesi, delle nuove chiavi di interpretazione dei tempi moderni.Patetico e votato all'insuccesso è ogni vano tentativo di ancoraggio a detriti ideologici del novecento. E' come voler ripristinare il voi, o il salto del cerchio infuocato da parte di gerarchi obesi, o l'opera maternità e infanzia, nell'epoca di internet.Nuove sintesi, nuove soluzioni, ma soprattutto fronte unico contro i veri nemici dei popoli, che non sono più i bolscevichi. TV

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  9. Per me il fascismo è proprio il mirabile equilibrio fra Tradizione ed Innovazione, fra Evola e Gentile, perché, sul piano culturale si può anche contrapporsi, ma sul piano politico è indispensabile un'alta sintesi.
    La sintesi è (non "era") Mussolini ed i detriti ideologici sono proprio quelli a cui si rifanno gli intellettuali che. rifiutando il nuovo cioè la sintesi mussoliniana, tornano alle religioni semitiche o ad improbabili comunitarismi.
    Questa, sì, roba del passato.
    O vogliamo dare alle ideologie un orologio di comodo, cioè il vecchio riproposto sarebbe il nuovo?
    Invece il fascismo, che è la più nuova e la più recente ideologia sperimentata, sarebbe il vecchio?
    E chi si rifà al mai esistito gesù o al ballista Maometto sarebbe il nuovissimo?

    Naturalmente potrei andare avanti all'infinito, ma è indiscutibile che il fascismo sia la più recente fra le idee, ancora da approfondire, da studiare, da sviluppare dopo che il suo artefice è stato vilmente assassinato.

    C'è qualche grande ideologo nato dopo Mussolini?

    A me non risulta, ma non risulta neanche nei libri di storia....

    Luciano

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  10. Eppure un certo Augusto del Noce, un certo Pasolini e un certoEvola, hanno previsto ognuno dal loro punto di vista l'attuale disastro. Non erano grandi uomini politici o ideologi, malanno saputo anticipare il presente.
    Ribadisco che a noi non serve " il fascismo pietrificato " ma serve ri-evocare la sua essenza eretica e luciferica , senza la quale la decomposizione del monoteismo occidentale con quel dio morto dentro da due secoli, ci sommergerà. Nessun problema quindi sul piano tattico ad alleanze con nuovi compagni di viaggio che sappiamo accettare la nostra " immanenza tragico-pagana ".

    Ci sono delle forze che agiscono dentro la storia, oltre gli stereotipi ideologici, cristallizzati. Bisogna saper cogliere il segno dei tempi .. Un buon fascista oggi e'un partigiano della resistenza antioccidentale, e' passato al Bosco per dirla con Junger, ed attende di uscire dal bosco con altri branchi di lupino domati ...

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  11. Mussolini un ideologo? No; un ottimo giornalista, un ottimo uomo di stato, ma sostanzialmente un machiavellico, che si è servito sia del Vaticano sia della monarchia,che del partito,comprese le forze armate, per i suoi scopi di potere.Salvo poi scoprire che tutti, si erano presi gioco di lui e del suo regime, buttandolo a mare quando non serviva più.Mi piace ricordare quello che disse Evola a proposito di lui; in contrapposizione alla vulgata antifascista, che attribuisce la disfatta del suo regime alle scelte sbagliate di Mussolini.Sosteneva il magico barone, che furono gli italiani a rovinare il fascismo e non viceversa. L'esatto contrario di quello che fece Hitler e il nazismo, molto più valido sotto il profilo ideologico che la pseudo rivoluzione di Mussolini che si limitò a dar una verniciata di fascismo, alle istituzioni massoniche dello stato monarchico sostanzialmente nemiche.Quello che ti manca, egregio Luciano (ma mancò anche a Mussolini) è una visione metafisica del fascismo. TV

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  12. Scusate per gli errori di battitura, ma l' iPad decide per me cosa scrivere

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  13. Apprezzo sia le osservazioni di Mancinelli che di TV. Però per me di pietrificato nel fascismo non può esservi niente per definizione.
    Anzi questo lo conferma proprio TV, quando dice che Mussolini non era un ideologo.
    Era, infatti, molto di più, perché, pur rimanendo fermo nelle sue idee, interpretava la realtà, dominandola senza stravolgerla.
    Hitler ha cercato di imparare da lui, ma i tedeschi non sono romani, cioè non sono universali e pensano che si possa cristallizzare, cioè pietrificare la realtà così come la si desidera. Così sbagliano sempre i tempi ed i modi.
    I secoli pesano anche se non sempre positivamente e, negli Italiani, c'è un inconsapevole senso di superiorità che ci può fuorviare.
    Ma noi avevamo già visto e capito tutto ai tempi di Giulio Cesare.
    Ci hanno pensato gli ebrei i cristiani ed i musulmani a riportarci indietro.
    E non è bastato Nietzsche a farlo capire agli Europei.
    Luciano

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  14. Io tra i miei amici su FB ho Padre Tam, Putin ed un ufficiale dei pasdaran iraniani ovvero fascismo itralian, russo, islamico e sono veramente orgoglioso dei miei nuovi amici e camerati!!!

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