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I reduci della Rsi: siamo noi a non voler essere equiparati ai partigiani

E' una storia vecchia la polemica ritornante sul riconoscimento delle associazioni combattentistiche dei "soldati di Salò". Per bloccare l'ennesima leggina di equiparazione, il Pd ha pensato bene, dopo aver visto respinti tutti gli emendamenti, di proporre un proprio testo, aggregato per motivi regolamentari a quello della maggioranza, ma che pone il paletto dei soggetti "legittimamente belligeranti". E la toppa rischia di essere peggiore del buco. Perché a loro volta i ragazzi di Salò rifiutano l'equiparazione: loro hanno militato in un esercito regolare e non in bande partigiane. Ci segnala il caso Maurizio Canosci, portavoce di Socialismo nazionale ma anche esponente di Continuità Ideale, organizzazione di sostegno ai reduci di Salò, trasmettendomi una nota d'agenzia e una lettera aperta vecchie di due anni ma che potrebbero essere state scritte ieri.


25 APRILE: REDUCI RSI, NO A EQUIPARAZIONE CON I PARTIGIANI. REBAUDENGO, PACIFICAZIONE NAZIONALE SOLO CON VERITÀ STORICA DA TUTTE LE PARTI Roma, 27 apr. - (Adnkronos) - La proposta di legge che avrebbe equiparato partigiani e repubblichini «era contestata da tutte le parti, a cominciare da noi. Siamo stati combattenti di un esercito regolare e quindi non vogliamo usufruire di una legge che ci equipara ai partigiani italiani». Gianni Rebaudengo, presidente del Raggruppamento Nazionale Combattenti e Reduci della Rsi, commenta così all'ADNKRONOS l'annunciato ritiro della Pdl che mette sullo stesso piano partigiani e repubblichini. «Si potrà parlare di una pacificazione nazionale quando verrà fuori la verità storica su tutto quello che è avvenuto in quegli anni. Da 60 anni vengono dette tutte le cose possibili e immaginabili nei nostri confronti, mentre dall'altra parte ci è voluto il libro di un antifascista, Giampaolo Pansa, per cominciare a svelare alcuni aspetti della Resistenza, per far emergere le prime fessure in un mondo di silenzio. Se si vuole la pacificazione in nome di una comune identità -prosegue Rebaudengo- allora scopriamo le carte, ma senza colpi di spugna per una sola parte». (Mac/Pn/Adnkronos) 27-APR-09 15:19 


Lettera aperta al Senatore Finestra: PACIFICAZIONE E MEMORIA CONDIVISA
Leggo sul mensile "Italia Tricolore" del gennaio u.s. l'intervento del Sen. Finestra il quale si lamenta di "interpretazioni strumentali e maligne" con riferimento al nostro Presidente del Raggruppamento Nazionale Combattenti e Reduci R.S.I. Gianni Rebaudengo. Dati i rapporti di stretta contiguità tra l' U.N.C. RSI ed Alleanza Nazionale non ci ha meravigliato il fatto che il Sen. Finestra abbia interpretato l'infelice ed estemporanea esternazione di Berlusconi su un "25 aprile festa di libertà di tutto il popolo italiano" quale apertura politico-istituzionale nei confronti dei Combattenti R.S.I., apertura che ravvisa addirittura anche nelle dichiarazioni di un certo personaggio che risponde al nome di Gianfranco Fini. Una accoppiata - Berlusconi/Fini - che, sempre secondo il Finestra/pensiero, rappresenterebbe un punto di riferimento per il riconoscimento dei Combattenti della R.S.I. . Tutto questo ha spinto pertanto il Sen. Finestra a scrivere la famosa lettera datata 22 maggio 2008 con la quale supplica un "riconoscimento" ufficiale del combattentismo repubblicano nonostante che lo stesso Sen. Finestra sia a conoscenza del fatto che la stragrande maggioranza dei Combattenti R.S.I. ancora in vita, abbia sempre respinto con fermezza qualsiasi ipotesi di riconoscimento da parte delle Istituzioni delle quali non condivide valori, principi, progetto politico-istituzionale, alleanze internazionali. E' per noi doloroso e spiacevole dover polemizzare con il Ten. Aimone Finestra al quale riconosciamo il grande merito di essere stato un soldato valoroso come attestato dalle decorazioni al Valor Militare da Lui conquistate sul campo. Ma, nella circostanza, abbiamo il dovere di contestare il comportamento del Presidente pro-tempore dell'Unione Combattenti RSI, organismo associativo che, proprio in conseguenza di certe contiguità con ambienti antifascisti e massonici, si ritrova adesso in lento, malinconico, irreversibile declino. Anche perché l'operazione "riconoscimento" fa parte di un chiaro progetto destrorso di "pacificazione nazionale" sulla base di una cosiddetta "memoria condivisa", cioé una "memoria cerchiobottista" costruita a tavolino e perciò una trappola infernale e perversa messa in piedi solo per motivi di carattere elettorale. Sulla deriva di questo progetto nasce la proposta di legge d'iniziativa di 42 deputati della maggioranza parlamentare datata 23 giugno 2008 (tenere presente la sequenza delle date !) relativa all'istituzione dell'Ordine del Tricolore da attribuire a chi ha partecipato in armi alla 2a Guerra mondiale "compresi coloro che hanno fatto parte delle forze armate partigiane o gappiste", una proposta si afferma "coerente con la cultura di pace e di pacificazione della nuova Italia". A parte il fatto che, evidentemente, questa nuova Italia la intravede solamente il Sen. Finestra il quale, sul piano personale, può prendere tutte le iniziative e decisioni che ritiene più opportune, ma in tal caso avrebbe dovuto innanzitutto lasciare correttamente la presidenza di un organismo che ha, o meglio avrebbe dovuto avere come obiettivo prioritario, la tutela dei valori morali del combattentismo repubblicano e delle Istituzioni statuali della R.S.I. . Giustamente il nostro Presidente del Raggruppamento Nazionale Combattenti e Reduci della R.S.I. - Continuità Ideale ha tempestivamente e pubblicamente dichiarato IRRICEVIBILE tale proposta che, in ipotesi, vedrebbe i Combattenti dell'Onore richiedere la legittimazione della propria scelta volontaristica ai rappresentanti di un paese a sovranità limitata chiamato ancora Italia e tutto ciò solo per fregiarsi di una "patacca" da iscrivere nel biglietto da visita.
Tanto per chiarezza delle posizioni e sempre più fieri ed orgogliosi della nostra diversità.

Stelvio Dal Piaz.

Vicepresidente del Raggrupamento nazionale Combattenti Rsi

5 commenti:

  1. Ringrazio per la pronta pubblicazione, oltremodo tempestiva visto l'argomento trattato anche nei principali quotidiani.
    Tengo giusto a precisare che i reduci non sono di "salò", ma della R.S.I.
    Sembra una pretestuosa impuntatura ma assicuro che i Combattenti ancora in vita ci tengono - e molto - per dignità, a richiamarsi per intero alle denominazione dello Stato piuttosto che alla vulgata dell'attuale logocrazia che li emargina o a "repubblichini" o, peggio a "saloini".

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  2. Capisco, ma resto convinto che la canzone "Il cuoco della Rsi" non sarebbe stata altrettanto bella.

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  3. Beh, quando uno ha ragione ha ragione...

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  4. In ogni caso questo il comunicato del RAGGRUPPAMENTO NAZIONALE COMBATTENTI E REDUCI RSI - Continuità Ideale nel merito dell'attualità:


    In questi giorni abbiamo assistito ad un polverone mediatico circa un progetto di legge che secondo alcune prime interpretazioni avrebbe consentito anche alle Associazioni di reduci della Repubblica Sociale Italiana di usufruire di contributi statali. Immediata la vibrante protesta dell’ANPI e del PD nonché della comunità israelita di Roma nei confronti dell’iniziativa parlamentare avente come presentatore e relatore due deputati del PDL. Una protesta nata dal generico termine belligeranti contenuto nel testo e riferito alle Associazioni dei reduci quale essenziale caratteristica per accedere ai contributi, e che secondo il fronte dei protestatari non escludeva tassativamente i combattenti della RSI. Una protesta, con dichiarazioni fiume, che veniva ovviamente accolta con l’assicurazione che nel testo non si voleva in nessun modo riferirsi ai repubblichini e che la controversa dizione sarebbe stata comunque mutata in legittimamente belligeranti. Quel legittimamente a sanare qualsiasi dissidio nel redivivo CLN.

    Non entriamo nel merito della chiosatura semantica, il nostro status di combattenti della RSI, oltre che in campo internazionale, l’abbiamo già ottenuto da tempo con una sentenza del Supremo Tribunale Militare. Come del resto non ci interessa approfondire il tema sui contributi statali: come combattenti repubblicani appartenenti al RNCR-RSI siamo noi stessi a rifiutare, anche per pura ipotesi, qualsiasi tipo di elemosina da parte di un sistema politico-istituzionale che per noi rappresenta l’anti-Italia. Questo per chiarezza, fiduciosi che nessuno tra noi si sia lasciato prendere all’amo da tanta rara stupidità.

    Ora e sempre, siamo quelli che siamo.

    Gianni Rebaudengo

    Presidente Nazionale RNCR-RSI

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