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Il barone nero insiste: un pompino ci costa trecentomila voti

Berlusconi deve darsi una calmata ed una svegliata, liberandosi della corte di nani, ballerine e parassiti dal quale si è circondato negli ultimi mesi. Questa è la verità e nel PDL tutti lo sanno e tutti lo pensano ma nessuno ha i necessari attributi per dirlo pubblicamente al capo.
Ognuna di quelle simpatiche e piacenti zoccolette, saprà pur far compagnia e dar piacere ma ci fa perdere migliaia di voti. Elettori di centrodestra, delusi e disgustati, che lasciano il PDL e passano in massa alla Lega Nord.
Un pompino non costa 300,00 euro (come dichiara la Minetti nelle intercettazioni telefoniche) ma 300 mila voti! Invito i vertici del PDL a prendere velocemente una posizione chiara e netta, non possono più negare l’evidenza, gli Italiani non sono scemi, tantomeno i nostri elettori. Bisogna reagire e dare dei chiari segnali, altrimenti continueremo, tutti, a perdere credibilità politica e consenso elettorale.
Certamente nessuno può accusare me, noto “estremista fascista”, reazionario ed anticomunista, da sempre convinto berlusconiano, di fare il gioco delle toghe rosse. Io, semplicemente, per carattere personale, formazione culturale e coerenza politica, ho le palle per dire quello che penso e me ne frego delle conseguenze, a differenza di tanti ipocriti leccaculo che di Berlusconi parlano male solo alle spalle!
Roberto Jonghi Lavarini

6 commenti:

  1. Continuo a non capire perchè dai spazio a questo minus habens?!!?

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  2. Tanto chiaro da non rappresentare nessuno...
    Miki

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  3. Umt, se quel che dice il lavandini ti sembra significativo si proprio lontano dal capire qualcosa...

    Pippo

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  4. Pippo, e chi ha parlato di significativo? Io mica giudica la valenza dei significati. Starei fresco.
    E comunque sei tu che hai vaghe nozioni di giornalismo.
    La notizia della raccolta di firme era ripresa ieri sul corriere, su repubblica e nei tg. Ovviamente parlavano della donna perché i miei colleghi sono altrettanto ossessionati dalla fica quanto il Capo...
    E comunque in meno di 48 ore è stata di gran lunga la notizia con più lettori del blog (mentre la più letta resta la polemica col Greco, ma grazie ai 60 commenti)

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  5. La precisazione di Tassinari coglie nel segno.

    La realtà è che la "destra terminale" è oramai fuori dalla realtà, divisa in mille rivoli insignificanti e rinchiusa in se stessa. Io non mi rivolgo alle centinaia di militanti che si autoincensano ed autocelebrano nelle loro sezioni e nei loro forum internet, ma alla grande destra diffusa, alla maggioranza silenziosa degli Italiani.

    Destra per Milano, è vero, ha pochissimi militanti, meno di dieci, ma ha un forte e diffuso sotegno nella società civile. A prescindere dal risultato storico che, solo con me, la destra radicale milanese ha avuto (e mai più riottenuto) alle elezioni provinciali del 1999 (1,9% pari a 39.000 voti) ed anche alle mie 526 preferenze raccolte alle ultime elezioni comunali, il dato è più sociologico che politico.

    A Destra per Milano aderiscono circa 200 persone qualificate e produttive fra liberi professionisti, medici, avvocati, imprenditori, commercianti, artigiani, dirigenti ed insegnanti; tutta gente adulta, con famiglie regolari e poco tempo da perdere. Molti di essi provengono da antiche quanto sane famiglie della nobiltà e della borghesia italiana.

    La composizione anagrafica e sociologica degli altri gruppi è assai diversa: in prevalenza sono giovani, studenti, precari e pensionati che hanno decisamente più tempo per fare militanza attiva e di piazza.

    Io ho pochi militanti ma molti sostenitori, buoni contatti trasversali ed un largo consenso.

    Roberto Jonghi Lavarini

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