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Cassone: abolire il 25 aprile, una festa non condivisa

2 commenti:

  1. E' ovvio che il 25 aprile, come qualunque altra data, è significativa solo per una parte dell'Italia.

    Come il 4 novembre, che dovrebbe essere visto come puro delitto da chi si sente vicino a coloro che sono stati mandati al massacro dai liberal-nazionali-savoiardi-futuri-fascisti; o come la data confusamente proposta dal consigliere, che segna la devastazione e il saccheggio del sud da parte del nord.

    La memoria condivisa non esiste.

    E sarebbe ora che ci si liberasse dal bisogno di simili fantasie.

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=-UW7MMoZhLo

    25 aprile...
    Negli ultimi giorni mi sono riletto un paio di libri: "La vendetta tedesca. 1943-1945: le rappresaglie naziste in Italia" di Gerhard Schreiber (Mondadori), e "Marzabotto parla" di Renato Giorgi (Marsilio). Ebbene, si è rafforzato in me il convincimento che la guerriglia contro le truppe germaniche fu un'iniziativa improvvida. Essa provocò infatti l'ira del potente ex alleato, e a farne le spese furono persone inermi, fra cui moltissimi bambini.
    Ecco perché trasalisco dinanzi all'articolo recentemente vergato da Giorgio Bocca, teso a magnificare la Resistenza come una stagione magnifica della nostra storia patria.
    Lo vada a raccontare ai civili sterminati, per rappresaglia, dagli uomini di Reder a Vinca.
    Quella di imbracciare le armi contro l'ex alleato fu una scelta deleteria. E lo fu a partire dall'insensato cannoneggiamento, da parte di una batteria italiana, di imbarcazioni tedesche nella baia di Cefalonia.
    Occorre avere il coraggio di affermare che Cefalonia fu una tragedia militare, non una pagina eroica della storia italiana. Non esito a definire dissennato chi assunse l'iniziativa sciagurata di aprire il fuoco contro l'alleato, in quel teatro d'operazioni per di più (un'isola). La punizione fu crudele, su questo non v'è dubbio. Ma una cosa è certa: se al posto dei tedeschi vi fossero stati sovietici o giapponesi, la loro ritorsione nei nostri confronti non sarebbe stata meno spietata.
    Ciò che accadde in quel terribile biennio sia dunque di monito a tutti: chi, nel pieno di un sanguinoso conflitto, infrange un'alleanza e imbraccia le armi contro il proprio alleato, lavora alla propria rovina.

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