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Processo di Brescia: c'è un pezzo di Stato alla sbarra


Il processo di Brescia
che l'Italia dimentica

Dal 9 novembre i giudici della corte d'assise sono ritirati in camera di consiglio per deliberare sulla strage del 1974. Per quegli otto morti oggi si giudicano solo imputati per concorso in strage. Tanti sono stati i depistaggi

di BENEDETTA TOBAGI
Mentre un governo crolla a pezzi, intere province s'inondano con danni inauditi, i media seguono con morbosa attenzione i torbidi sviluppi dell'omicidio di una quindicenne, la polizia prende a manganellate un sit in non violento che solidarizza con alcuni operai immigrati che protestano per i loro diritti, in una città di provincia, nella quiete ovattata di una stanza d'albergo piena di computer e tazze di caffè, otto persone stanno studiando da giorni centinaia di migliaia di pagine di documenti in formato digitale, per decidere di un delitto di 36 anni fa. Sembra l'inizio di un episodio della popolare serie investigativa Cold Case, ma sta succedendo davvero. 

E' molto bello l'articolo che "La Repubblica" di oggi dedica alle ultime ore di camera di consiglio dei giurati del terzo processo per la strage di Brescia. Perché Benedetta Tobagi vale più di quello che rappresenta, (che è già tanto): un padre, Walter, ammazzato da una banda di sciagurati aspiranti brigatisti, pronti a pentirsi appena varcata la soglia della cella ma che nella sua troppo breve ma già folgorante carriera giornalistica aveva dato un contributo importante a comprendere il nesso tra movimentismo e deriva terroristica negli anni Settanta. E quindi credo che sia il caso, proprio a partire dal giudizio condiviso sull'importanza della memoria e dell'intreccio tra livelli operativi e apparati statali mettere a fuoco meglio due passaggi fondamentali  (da me evidenziati in rosso) a partire da un nodo non rilevato.  Benedetta Tobagi nel corpo dell'articolo scrive: 
Perché i molti volti dell'eterno Principe italiano, come l'ha chiamato il giudice Scarpinato, certi meccanismi (servizi segreti che proteggono i criminali anziché i cittadini in nome di "interessi superiori" o inconfessabili finalità politiche; servitori dello Stato infedeli) siano conosciuti, compresi e prima o poi, finalmente, disinnescati. Attendiamo il dispositivo della sentenza. E ancor più, le motivazioni, che  -  anche in caso di assoluzioni  -  aggiungeranno importanti tasselli alla conoscenza storica dello stragismo neofascista. Ma ricordiamo alcune cose che prescindono dal contenuto della sentenza. Per quegli otto morti, oggi si giudicano solo imputati per concorso in strage. I depistaggi sono stati tali e tanti che, dopo 36 anni, non si può neanche cercare di sapere chi mise la bomba nel cestino quella mattina. L'autenticità e attendibilità delle centinaia di note informative riconducibili a "Tritone" è stata confermata
Beh, se si prende per buono quantomeno lo scenario storico ricostruito dall'accusa e l'impianto giudiziario del processo, è improprio per Brescia parlare di stragismo neofascista. Perché se su sei imputati tre sono:
 un generale dei Carabinieri protagonista di quasi tutti i grandi misteri d'Italia (dal sequestro Moro alla cattura di Riina)
un alto dirigente missino che è stato per anni a ruolo paga dei servizi segreti militari
un malavitoso collaboratore organico dei servizi e da questi infiltrati nella presunta cellula terroristica
è evidente che in questa stagione stragista c'è un bel pezzo di Stato e quindi al vecchio termine di trame nere va piuttosto sostituito il "grigio" delle estese zone d'ombra, del lavorio oscuro di servizi e apparati pubblici. 
Quanto all'attendibilità di Tritone, qualcosa c'è da ridire: vi pare possibile che a due mesi dalla strage di Brescia e dai pogrom scatenati in tutt'Italia trenta fascisti trenta per partire per un raduno internazionale clandestino in Svizzera si diano appuntamento alle 15 di un pomeriggio d'inizio agosto al Castello Sforzesco? Per non farsi notare?

6 commenti:

  1. Tritone, è a mio giudizio come altri infiltrati, o pentiti, o collaboratori di giustizia che hanno fatto determinanti rivelazioni sulle stragi,come la bocca della verità, viene fatto passare,cioè come il depositario della unica verità sulla strage. Secondo taluni magistrati e gazzettieri, Tritone e gli altri pentiti sono credibili non per le loro verità, ma perché sono funzionali alla conferma del castello accusatorio, a loro tanto caro.In verità le uniche stragi in cui le responsabilità, sono state acclarate e poi ultimo ma non per importanza, in cui l'autore materiale è stato identificato sono due: Peteano con Vincenzo Vinciguerra e quella della Questura di Milano con Gianfranco Bertoli.Delle altre stragi siamo alle solite, deduzioni,rivelazioni di pentiti,contro inchieste dei soliti pennivendoli con la fissa delle immancabili trame nere,inchieste giudiziarie di toghe rosse facenti capo alle ben note Procure (Milano,Bologna) insomma tutto il resto è noia per dirla con Califano.

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  2. Commento deplorevole e qualunquista, visto che almeno una delle "ben note procure" si è distinta anni addietro nella protezione di alcuni tra gli stessi personaggi alla sbarra in questi giorni.

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  3. PIAZZA LOGGIA: TUTTI ASSOLTI I CINQUE IMPUTATI ++ (ANSA) - MILANO, 16 NOV - I giudici della Corte d'assise di Brescia hanno assolto tutti i cinque imputati al termine del processo per la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (8 morti e oltre 100 feriti). L'assoluzione è intervenuta in base all'articolo 530 comma 2 assimilabile alla vecchia insufficienza di prove. Revocata la misura cautelare nei confronti dell'ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone. (ANSA). RT 16-NOV-10 17:06



    La Procura di Brescia, dopo l'inchiesta cominciata nel '93 e un dibattimento durato circa due anni, aveva chiesto l'ergastolo per gli ex ordinovisti veneti Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi, per il collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte e per il generale dei carabinieri Francesco Delfino. Per l'ex segretario dell'Msi Pino Rauti era stata chiesta l'assoluzione. I giudici, dopo una camera di consiglio durata esattamente una settimana, hanno assolto tutti gli imputati e disposto il non luogo a procedere per Maurizio Tramonte, per intervenuta prescrizione in relazione al reato di calunnia.(ANSA). RT/FRF 16-NOV-10 17:16

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  4. Carancini è molto meglio che continui ad occuparsi di revisionismo, di cui apprezzo molto lo zelo e l'impegno, per il resto alla luce della sentenza assolutoria, riconosca di aver preso una enorme cantonata e di brutto pure dico io...

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  5. Tanto per cominciare, la smetta di nascondersi dietro il solito pseudonimo. Poi, non si permetta di dare consigli non richiesti. Infine, lo ribadisco: sono state proprio le "ben note Procure" (Milano, Roma) ad aver regolarmente salvato il culo agli ordinovisti veneti.

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  6. Carancini, io insisto e persisto e delle sue esortazioni non so che farmene. Ammetta piuttosto di aver preso una solenne cantonata...ha pisciato fuori del vaso, vergogna!La recente sentenza di Brescia, ha dato ragione a me e torto a lei, si arrenda!

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