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Franzinelli: gli imputati a Brescia? andavano diversificati

Forse non ci si poteva aspettare altro, dopo anni di depistaggi, omertà e ritrattazioni. Tuttavia «gli imputati sono stati messi tutti sullo stesso piano e invece andavano diversificati», sottolinea Mimmo Franzinelli. E alla fine «questo processo è una gran brutta vicenda non gestita bene – scandisce -, atipica anche perchè gli altri processi di strage sono stati soggetti a trasferimenti di sede mentre per piazza della Loggia hanno giocato solo Brescia e una magistratura cittadina che ha dimostrato di non essere capace di andare avanti fino in fondo».
Sono molto dure le parole dell'autore de «La sottile linea nera», il libro sulla strage che gli ha fruttato quattro processi «tutti in via di conclusione con l'archiviazione». Lo storico bresciano torna a ripetere la convinzione che Tramonte non fosse veritiero e «aveva costruito un teorema che avrebbe portato a esiti processuali molto problematici». Nessuno stupore, dunque. «Ho letto la poderosa memoria di Di Martino e Piantoni, un documento eccessivo di 1200 pagine con molto materiale di scarso utilizzo», dice.
TRA LE POSIZIONI più controverse, Franzinelli mette quella del capitano Delfino. Eppure «persino quella viene risolta con ipotesi e uso di condizionale». E legge dalla pagina 1124: «È pressochè impossibile che Delfino non sia stato informato... se non è un complice è quantomeno uno che doveva intervenire e deve rispondere dell'eccidio». Non «impossibile» e basta, ma «pressochè». Ora restano le carte, «bisogna vedere se possono essere utili in sede storica».
Fonte: Brescia oggi

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