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Libertà di critica e violenza politica

Anzola è un paesone alle porte di Bologna, dodicimila abitanti disseminati lungo la via Emilia, in una terra resa ricca dalla presenza di due fiumi e di una robusta rete di canali. Ma è anche un piccolo faro di civiltà politica. Giovedì sera, infatti, nella sala consiliare, è in programma un dibattito, presieduto dal sindaco, Loris Ropa, sul tema "libertà di critica e violenza politica". Consiglieri e comunali e cittadini che vorranno parlare discuteranno sugli "ultimi avvenimenti di violenza e di negazione della libertà di parola a politici, sindacalisti e giornalisti.
Se fossi il mio amico Nicola Antolini, che è stato consigliere comunale del Pds a Modena, ci farei un salto, a raccontare l'ignobile storia del pestaggio subito a Perugia: Ma non so se rientra nelle categorie definite: perché non è (più) un politico e non è (per sua fortuna) un giornalista. Certo lo hanno menato per impedirgli di parlare del suo libro sulla destra radicale, scritto sine ira ac studio: e questo approccio civile gli è costato l'assimilazione alla "canaglia fascista" oggetto dello studio.
Di un autentico linciaggio mediatico, con immediate conseguenze sulla sua libertà di critica (la chiusura cavillosa del master da lui diretto), è stato invece vittima il professore comunista Claudio Moffa, ordinario alla facoltà di Scienze politiche di Teramo, sotto attacco per le sua richiesta di mettere in discussione, senza dogmi né pregiudizi, le conoscenze storiche sulla Shoa. Ma non credo che abbiano pensato a lui gli organizzatori del meeting: non si parla infatti di professori universitari nell'invito.
Di girnalisti, invece, ce ne sono tanti  interessati, anche se bisognerebbe essere più precisi: la violenza manifestata in genere è di matrice criminale, con minacce, intimidazioni e ritorsioni da parte delle organizzazioni mafiose mentre a limitare la libertà di parola ci pensano i politici (vedi il caso Report) ma anche i magistrati, che provano a configurare sotto fattispecie penale quella che è un tipo di telefonata che viene fatta decine di volte al giorno tra addetti stampa e redattori. Ma si parlerà del caso "Giornale"-Marcegaglia o prevarrà la logica di schieramento?

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