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La repubblica e lo stato d'eccezione permanente

In un gustoso corsivo sulla pagina culturale di "la Repubblica" di ieri, Antonio Gnoli riesce a tenere insieme i dispositivi del regime nordcoreano, col paradosso di una monarchia comunista a carattere ereditario, con gli aspetti dispotici della nostra realtà, "come se vivessimo nella sollecitazione continua di leggi che possono essere cambiate ogni momento. Senza più garanzie, solo esposti al capriccio e all'interesse privato".
L'anello di congiunzione è il riferimento alla categoria dello "stato di eccezione permanente" e opportunamente Gnoli indica la fonte nel recente volume di Paolo Virno "E così via all'infinito", Bollati Boringhieri. Peccato che per Virno e per Agamben, che ha lavorato approfonditamente sulla categoria schmittiana elaborando l'ossimoro che ha colpito la fantasia del corsivista, il problema sul terreno del diritto non siano le leggi ad personam ma il ricorso sistematico alla legislazione d'emergenza che imperversa in Italia da almeno trent'anni e di cui, per altro, lo stesso Virno è stato vittima.
PS: Voglio assicurare i maligni pronti a insinuare che anche questo sia un danno prodotto dallo sdoganamento di Schmitt operato dall'onorevole professor Granata. No, a "La Repubblica" almeno Peppe D'Avanzo Agamben se l'è letto da tempo (e lo cita a proposito), così come Barbara Spinelli a "la Stampa".

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