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Il capodanno celtico a Milano

E' in programma nel weekend a Milano il Capodanno celtico. La kermesse, giunta all'undicesima edizione, ha raggiunto numeri importanti, con centomila visitatori nel 2009. Anche se è evidente il nesso tra revival celtico e movimento leghista, il fenomeno ha più profonde radici nella destra radicale. E in questi termini me ne sono occupato nella edizione 2008 di Fascisteria (Sperling & Kupfer)

 Di tutt’altra natura la riscoperta, nel corso degli anni ’80, di un paganesimo di ispirazione druidica. Il neo–celtismo è un fenomeno che si sviluppa su scala europea, in evidente rapporto con l’attività politica degli adepti, e rompe il tradizionale schema che vedeva un certo tipo di destra politica interessato ai riferimenti della Roma imperiale o ai primordi germanici in Europa. Mentre negli Stati uniti e in Germania rappresentanti significative del femminismo – fortemente influenzate dall’ecologismo – portano alle estreme conseguenze il discorso sul simbolo della strega e si dedicano al culto della Dea e della Terra, nazionalisti di sinistra bretoni e scozzesi riscoprono la religione dei padri nel quadro di un revival politico. Il neoceltismo ha fatto proseliti anche in una frazione di nostalgici dell’estrema destra, nella costellazione di gruppi che si richiamano all’esperienza nazionalbolscevica, la corrente radicale della Rivoluzione conservatrice emarginata e repressa dal regime nazista. I “partigiani europei”, eredi della Giovane Europa di Jean Thiriart, si definiscono come “una fazione dell’estrema destra, che, passando attraverso il neofascismo si è evoluta verso il nazionalismo rivoluzionario e l’estrema sinistra anti–sionista, libertaria e non dogmatica” . Questa componente ha [avuto, per il quindicennio 1985-2000, ndb] il suo punto di coagulo in Italia in Orion. Nell’area nazionalcomunista non esistono problemi di appartenenza religiosa e convivono tranquillamente cattolici tradizionalisti, pagani coma Murelli, Battarra (che dichiarano di avere abbandonato da tempo i riti del solstizio), Carlo Terracciano (che usava il calendario romano e ha testimoniato autentico stoicismo preparandosi  alla precoce morte per tumore con rigore e intensa spiritualità) e Alessandra Colla (cultrice di Ipazia, la prima martire del paganesimo ), agnostici come Galmozzi e musulmani come Mutti.
In Italia il revival celtico si articola in 3 filoni: il primo specificamente religioso spirituale, che mette capo a movimenti non rilevanti numericamente ma significativi come il Movimento spirituale riformato dei nativi d’Insubria ; il secondo, connotato sul piano culturale, trova la sua espressione più consistente nell’associazione culturale Terra Insubre, con sedi a Varese e nel Magentino, impegnata a valorizzare il patrimonio storico ed etnico dell’area che va dall’Adda al Ticino e dal Po al Canton Ticino; il terzo specificatamente legato al milieu folclorico che produce almeno due festival di rilievo internazionale il Trigallia international celtic festival, ad Argenta nel ferrarese e Celtica, in Val Veny (Aosta). Un appuntamento importante è il capodanno celtico, che viene celebrato a Milano al Castello Sforzesco, a fine ottobre con il prestigioso patrocinio della Regione Lombardia. Mentre i gruppi del revival folclorico si caratterizzano per un aspetto ludico, nel filone culturale è presente un forte aspetto di tipo spirituale, che pur non attingendo propriamente ai canoni religiosi si caratterizza per una spiritualità immanente fondata su pochi chiari principi: il rispetto e la salvaguardia della Terra, della natura, dell’ambiente, del territorio, delle persone e degli esseri viventi. La spiritualità celtica è così definita da Emanuele Paoletti, l’animatore del gruppo dei Kernunnos, prematuramente scomparso nel 2006: “Chi segue la via celtica cerca, ma non deve semplicemente sostituire la Bibbia (alcuni celti sono cristianizzati) con un libro della mitologia celtica. Chi segue la via celtica è ‘spirituale’, un celta non può non essere spirituale, ma il termine ‘spiritualità’ non deve essere inteso in maniera codificata, organizzata, strutturata o dogmatica. Dunque, spiritualità, ma non dogmatismo o ritualità. Per esempio, bere l’idromele è un gesto spirituale. Non si può parlare allora di una spiritualità ‘organizzata’, ma di una visione liberatoria della realtà che c’è e, in molti casi, di un rapporto diretto con il sacro, senza intermediazione. Le foreste, ad esempio, fanno parte della ‘liturgia’: in posizioni astrali favorevoli ai messaggi vibrazionali sono il luogo adatto per ricevere delle risposte. Ma essere celta non significa essere pagano, cioè rivolgersi alle culture ed ai simboli altrui, è necessario piuttosto rivolgersi alla cultura del posto per trovare delle risposte e la Lombardia è un luogo importante per la cultura celtica, che è una cultura celtico-contadina locale, cioè richiede di essere vissuta in loco. La nostra è una cultura matriarcale, la cultura della Dea ovvero la Madre, la Terra” .
A una corrente di paganesimo neoceltico si collega sicuramente la svolta esoterica di Umberto Bossi, che individua nelle tradizione druidiche il mito fondativo della nazione padana: “E’ una cultura – sottolinea Giorgio Galli – piena di spiriti che trovano il loro habitat nei fiumi, nei boschi, nel mare. Gli elfi, le ondine, le silfidi sono parte integrante di questo complesso panorama di divinità naturali. E Bossi almeno in questo non racconta frottole, anzi, non fa altro che appropriarsi di un patrimonio già ben conosciuto” . Così mentre Mario Borghezio, già militante di Giovane Europa, si dedica alla storia dei Templari, Bossi riesuma il simbolo solare dello swastika, edulcorandolo nel Sole stilizzato delle Alpi.
Alcuni dei gruppi del cestismo culturale hanno radici e legami internazionali ma al tempo stesso innervano l’immaginario e l’identità leghista. L’ordine Awenn Oran Mor nasce nel 1999 come filiazione italiana dell’ordine dei bardi, ovati e druidi, le cui origini risalgono all’antico ordine dei druidi fondato nel 1717, mentre l’Obod si stà evolvendo in movimento neopagano con evidenti affinità con la Wicca, l a filiazione italiana è composta prevalentemente da musicisti e dedita esclusivamente ad attività artistiche e culturali. Gli aspetti iniziatici sono forti: il numero di membri è fissato a 13, l’insegnamento con il metodo tradizionale è articolato in 10 gradi e si conclude con una vera e propria investitura. Gli Insubres, associati a Terra Insubre, sono dediti a riproporre momenti della storia celtica, dalle battaglie alle cerimonie. L’organizzazione della tribù, che ha una trentina di membri, riproduce la tradizionale tripartizione sociale tra sacerdoti, guerrieri e produttori.

1 commento:

  1. Certo che sei quasi spietato nella citazione delle "fonti", dei gruppi , delle date, dei personaggi, manco avessi un co-processore matematico al posto del cervello ....

    Sei anche uno dei pochi ad aver capito l'ansia pro-pagana, che ha animato certe scelte di radicamento e riscoperta la delle radici
    essenziali e pre-ideologiche oltre il neo-fascismo ...
    Ovviamente dopo che la nuova destra francese, che tutto questo "l'ha particamente evocato" con De Benoist e Locchi ...

    Devo dire che gli anni 80', nonostante il riflusso sono state un bel laboratorio, guardando soprattutto alle parodie di oggi ...

    Peccato che la "Saturnia Tellus" anticipa L'Insubria di almeno una età ...
    Ma chi glie lo va a spiegare adesso, ai camerati, completamente infatuati del Nord celtico-sassone-germanico ?
    Perfino la partita iva ed il Pil gioca a loro favore ..

    Colpa solo nostra se nell'immaginario profondo, c'è una "Celtica" che ha vinto sul "Fascio Littorio" ...

    E sarà veramente dura recuperare.

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