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Baruffe bergamasche: liste di proscrizione e interdizione antifascista 2a edizione

La vicenda è stata portata alla ribalta da Bergamonews, un giornale online che ho avuto modo di apprezzare in occasione della conferenza tenuta con Gabriele Adinolfi un anno fa e contestata dall'antifascisteria locale, per la puntualità e la precisione dell'informazione offerta.
Un manifesto affisso soprattutto nel quartiere di Borgo Palazzo. che richiama il peggio degli anni 70 (ma qualcun altro potrebbe citare gli achtung banditen che i tedeschi dedicavano ai partigiani) segnala al pubblico ludibrio 12 fascisti 12 (in gran parte sconosciuti) invitando la gente a "sputargli in faccia". Forza nuova, che ha due suoi militanti nella lista nera, si è giustamente incazzata ma nel comunicato di protesta è uscita dal seminato, tirando in mezzo il consigliere comunale verde Vertova, colpevole di aver contestato l'iniziativa antigay dello scorso mese di luglio, di cui ci siamo occupati anche noi (con tanto di replica: "Forza nuova non è antigay"...): "Si dovrebbe chiedere a Vertova se riesce a intuire l'inquietante nesso tra i suoi proclami e le parole contenute nelle liste di proscrizione appese in città".

In particolare Luca Molteni, responsabile giovanile di Forza nuova Bergamo ha dichiarato: ”L’operazione condotta ai danni di alcuni nostri militanti la scorsa settimana è un solo un esempio di quella  regressione politica su cui sembra essersi oramai incamminata una parte importante della nostra società. Azioni simili non sono una novità assoluta ma l'eco remoto di un mondo incapace di comprendere ed adattarsi ai cambiamenti in atto nella società, frange minoritarie dell'ultra sinistra pietrificate nel proprio passato. L’antifascismo perpetrato come comodo rifugio o come atto di pigrizia intellettuale non paga e, purtroppo o per fortuna, il prezzo politico di una simile incapacità evolutiva è l’estinzione. Sarebbe opportuno che chi, nei circoli di un certo mondo istituzionale, ha in passato avvallato o sostenuto comode tesi di gretta e meschina opposizione ideologica si faccia oggi un serio esame di coscienza, quanto meno per evitare in un prossimo futuro il ripresentarsi di antichi e mai rimpianti fantasmi.”

 Vertova, a sua volta, ha pensato bene di rilanciare (sempre su Bergamonews: che bella cosa il rispetto del diritto di replica), e pur prendendo le distanze sul metodo dal vergognoso manifestino, ribadisce tutte le ragioni nel merito dell'antifascismo militante e dell'interdizione permanente degli spazi pubblici per i fascisti: "Rispondo a Forza Nuova, che mi chiama indebitamente in causa, soltanto per avere lo spazio di attaccare la nuova destra, quella della Lega e di Tentorio, la destra che conta e che mi preoccupa. Va da sé che condanno apertamente la modalità politica della “liste di proscrizione”, che ricordano i “Wanted” del Far West. Chiedo peraltro a Bergamonews di togliere quelle fotografie perché stanno riverberando queste stesse modalità. Peraltro le “liste di proscrizione” generano esattamente il risultato opposto a quello auspicabile. Queste “liste” fanno solo pubblicità a Forza Nuova e ai neofascisti, mettendoli peraltro nella posizione delle vittime. Si dà spazio pubblico ai neofascisti. Io sono per il risultato opposto".
Rompe il silenzio assordante della politica e della stampa locale una lettera del consigliere comunale del Pdl Enzo De Canio: "Mi ha fortemente colpito l’episodio della comparsa di liste di proscrizione, anonime, ma facilmente attribuibili, sui muri di Bergamo, contro i militanti di Forza Nuova. L’abitudine di schedare ed additare al pubblico ludibrio un nemico politico, quando non invitare addirittura la gente a colpirlo, è, purtroppo, da tempo invalsa presso certi ambienti: chi, come me, sia passato attraverso la tragica esperienza degli anni di piombo, sia pure come semplice militante, sa bene che certi atteggiamenti persecutori e minacciosi portano all’idea dell’eliminazione dell’avversario e trovano sempre qualche inconsulto idiota che li mette in pratica. (...) La stampa latita, eccezion fatta per il Corriere della Sera, ma, ancor più latitano le istituzioni politiche, che, evidentemente sottovalutano il problema o pilatescamente preferiscono lavarsene le mani. Invece, la faccenda è veramente grave: provate ad immaginare cosa sarebbe accaduto, se, anziché i forzanovisti fossero stati messi alla berlina quindici gentiluomini di qualche centro sociale, con l’invito a sputargli in faccia. (...) Per i quindici ragazzi di destra, invece, nulla. Questo è un preoccupante indizio di un deficit non solo di spirito democratico, ma anche di semplice buon senso e di capacità di reazione. Spero di dovermi sbagliare, ma temo che non avverrà".

1 commento:

  1. Solidarietà ai ragazzi di FN Bergamo.

    Vertova, ahinoi, tiene abilmente il piede in due staffe: da una parte gioca a fare il consigliere comunale indipendente nei Verdi - bada bene a scriverlo Ugo: ci tiene molto a quell' "indipendente" -, con tutto ciò che comporta, appoggio istituzionale alla compagneria compreso. Dall'altra, ovviamente lontano da riflettori e flash fotografici spalleggia e promuove il centro sociale occupato di Bergamo, il famigerato Pacì Paciana, passato indenne, ancora una volta, il weekend scorso, dai 3 giorni di "festa del raccolto" dove tra cene alla Marijuana, alcool e chissà che altro sono accorse circa 3000 persone. Senza controlli. Mancava solo il patrocinio del comune...

    Ciò che più fa schifo, però, nel comunicato di Vertova è quell' "aria complice" di chi, pur condannando il gesto (e ci mancherebbe!), in qualche modo lo giustifica, per poi rilanciare la "necessità dell'antifascismo, fondamento della nostra città: l’antifascismo è alla base del patto civile e sociale della nostra città: no agli spazi pubblici ai neofascisti, sì allargamento dei diritti dei cittadini. Sono due facce della stessa medaglia." (sic!).

    Peccato che il consigliere Vertova si dimentichi, e lo faccio notare con forza, che anche i tanto vituperati e diffamati (temuti?) "neofascisti" sono cittadini italiani. Con i loro diritti inalienabili. Compresi quello degli spazi pubblici e della libertà d'opinione, pensiero, parola. Che gli piaccia o meno.
    Gli ricordo infine che l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro (non sull'antifascismo, nemmeno menzionato in tutta la Carta.)

    Incredibilmente della vicenda in questione a Bergamo se n'è occupato il solo portale Bergamonews.it. Nè sull' Eco di Bergamo (maggior quotidiano bergamasco, di proprietà della curia) nè su Il Bergamo (gruppo Epolis) nè su Il Giornale di Bergamo si fa menzione di quanto è accaduto. Non una singola riga.
    Paradossalmente a occuparsene sono Il Corriere della Sera di Milano e Il Giorno, anzichè i quotidiani locali.
    Il che sottolinea, una volta di più, come il fatto, eticamente gravissimo e molto, molto preoccupante, sia sottovalutato fino all'indifferenza da istituzioni e organi d'informazione.

    Spicca solamente la lettera del consigliere comunale del PDL Enzo De Canio, pubblicata prontamente da Bergamonews:

    http://www.bergamonews.it/politica/articolo.php?id=33092

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