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Le oche giulive e il saluto romano

E' noto il rapporto di amicizia, stima e rispetto profondo che mi lega a Francesco Mancinelli che considero, oltre che l'autore della migliore canzone politica non conforme, uno dei più brillanti cervelli della generazione under 50. Tra le sue tante virtù c'è anche la fedeltà e la monogamia giornalistica (curiosa per un pagano): si è impegnato come collaboratore del "Fondo" di Miro Renzaglia e a questo blog riserva acute incursioni nella sfera dei commenti. Ma io sono, per pubblica fama, un napoletano cazzimmoso e quindi, ogni tanto, riciclo un suo commento, promuovendolo a post autonomo. In questo caso la discussione era quella sul caso di via Tasso . Ma, al di là della cazzimma, la cosa merita assolutamente maggior rilievo.


Il triumvirato fuori corso 
di FRANCESCO MANCINELLI
Sarebbe tempo di commentare certe schizofrenie congenite di queste giovani oche giulive pidielline (oche, e non solo dal punto di vista trattato ampiamente da A. Giuli). Sono piuttosto "dissociati" ultimamente. La neo-compagnia delle opere romana gestita dal triumvirato Alemanno/Rampelli/Augello continua imperterrita a utilizzare e far utilizzare schemi, canoni, immaginari, rituali, logiche fuori dal "nuovo corso ". E questo prescidendo dal fatto demenziale di Via Tasso, che sarebbe stato demenziale già 30 anni fa. Dovrebbero cominciare però a far pace con il loro cervello. Già il termine "Giovane Italia" scelto dalla Meloni è fuori luogo. I nostri patrioti ottocenteschi erano "elitari" nazional-radicali-repubblicani, e facevano la lotta armata. D'altra parte il lor immaginario non è rconducibile nemmeno ai resistenti/insorgenti perchè anche quelli hanno fatto da briganti borbonici e non la lotta armata. Inoltre avendo ripudiato il fascismo non possono riferirsi a niente del ventennio e della RSI ed inoltre essendo oltre anti-fascisti anche ferocemente anticomunisti non possono riferirsi a niente dell'immaginario nobile legato alla sinistra. Non si può più essere tanto "fascisti immaginari" per capirci, perchè fascisti non lo sono più (ammesso che lo siano mai stati ...) e gli immaginari di riferimento sono ormai vuoti e liquidi. La Storia di Atreju è bella che finita, ed è senza più "Fini " da diverso tempo. Troppo "fascismo immaginario" ha fatto male perfino a chi si è inventato questa formula ...

3 commenti:

  1. Il richiamo alla Giovane Italia di Mazzini, può significare solo una colpevole ignoranza storica, da parte di chi ha voluto il cambiamento di sigla. Tale esperienza storica non appartiene alla tradizione della destra radicale; anche se per la verità, l'organizzazione giovanile del MSI di Michelini ne aveva fatto ricorso, negli anni cinquanta sessanta.Appartiene più alla corrente repubblicana con un riferimento alla storia dell'antifascismo,per la precisione alla organizzazione antifascista di Giustizia Libertà di Carlo Rosselli, Emilio Lussu. Ma evidentemente per chi si è riempito il cervello per decenni, con seghe mentali, a base di Tolkien, di croci celtiche,di cavalieri del Graal, questa storiografia recente di storia patria è cosa astrusa, meglio lasciare la ricerca storiografia del novecento in mano agli storici antifascisti di regime. Proseguiamo pure a farci delle seghe mentali a base dei miti di Odino e Wotan,lasciamo che la ricerca storica la facciano gli altri. Chi controlla il passato controlla il futuro.

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  2. quest'oggi un toscano, da quelche ho capito un anziano (e preparatissimo) militante della destra non conforme, commentando il mio post di risposta a Chiara Colosimo ha parlato di una assenza di educazione ai valori ma soprattutto alla vita di una certa area politica. Lo sbandamento che ne consegue porta da un lato a gesti inconsulti e privi di valore come quello di via Tasso, dall'altro lato a risposte come quella di Chiara. L'analisi di Mancinelli è assolutamente chiara: antifascisti, quindi non più eredi di un passato nel quale, nel bene e nel male, la generazione del cantautore e parte (con la massima umiltà) della mia ancora i riconosce; anticomunisti e quindi capaci di comprendere quelle spinte nobili 8rivoluzionarie, socialiste, anarchiche) alla bae del I fascismo. La diseducazione porta ad un'inversione di rotta traumatica: da un movimento Sociale (e socialista), nato dalle ceneri di una Repubblica la cui 'costituzione' farebbe impallidire un conservatore odierno, ad una destra amorfa, senza più identità, clericale, baciapile, contro-rivoluzionaria, che definisce icontestualizzabile il pensiero politico di Mussolini ma non riesce,almeno a livello giovanile, a realizzarne uno proprio e VERAMENTE contestualizzabile.

    Marco Petrelli

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  3. Necessita un nuovo acculturamento ed é possibile non attraverso le carrette elettorali che sono oggi i micropartiti della destra terminale o peggio nel caravanserraglio psichedelico del centro-destra ma solo con una continua operazione di risveglio di coscienza e di sollecitazione a ripercorrere con scrupolo di studio la Storia che deve appartenerci come Comunità e Popolo togliendola dalle mani di manutengoli e agitprop. Lo proviamo a fare con il nostro Centro Studi (anche se non ne siamo all'altezza probabilmente) e stimolando nuove aggregazioni del Pensiero che fortunatamente sembrano crescere. Senza il Pensiero continuiamo a ritenere che ogni azione può diventare amaramente ridicola (come quella di cui tratta il post).

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