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Il blitz contro Terza posizione e "La rivoluzione è come il vento"

Trent'anni fa scattava il blitz, annunciato da giorni, contro Terza posizione, prolungamento e sviluppo della precedente retate del 28 agosto contro il presunto vertice dell'eversione nera. Anche in questo caso un'inchiesta raffazzonata: dei quaranta ordini di cattura emessi e delle 80 perquisizioni, numerosi riguardavano persone che non solo non avevano mai militato in Terza posizione ma addirittura ne erano aperti nemici.

Tant'è che ancora al termine del processo finivano condannati anche i fratelli Fioravanti, la Mambro, Cavallini, Sordi e Zani mentre erano assolti dopo quattro anni di carcere preventivo quasi tutti i dirigenti intermedi: Mottironi (Trieste, giudicato dal tribunale dei minorenni) Insabato (Balduina) Buffa (Talenti) Bisini (Aurelio) Zucco (Eur) Piso (Legione) Spedicato (Nucleo centrale).
In un documento difensivo scritto dai principali esuli per proporre una comune linea di difesa, Fiore, Adinolfi e Marcello De Angelis  dichiarano:
Le accuse non reggono né a rigor di logica né a rigor di legge, ma nel coacervo delle contestazioni di colpa, tra tanto delirio, c'è pur sempre un'affermazione degna di essere presa sul serio, di farci riflettere. Ci si accusa di aver alimentato le speranze, di aver lasciato accumulare energie, e di aver quindi contribuito in parte a che le speranze deluse, le energie compresse, si oppo-nessero drasticamente alla repressione. Questo pu essere vero e deve, per noi, essere argomento di riflessione, di autocritica. Autocritica, si badi bene, fatta fra noi, rivolta alla nostra gente. Ma ci può essere vita senza speranza, senza merito a qualcosa di sereno e di superiore? Aspirammo ad essere angeli-con-la-spada, guardiani e apostoli di una rivoluzione dell'anima, di un'affermazione dello spirito. Il potere ha cercato a tutti i costi di sostituire nelle nostre mani la spada con la pistola. Lo abbiamo rifiutato anche nei momenti più tragici e sanguinosi. Non abbiamo voluto rispondere alla morte con la morte. Abbiamo voluto rispondere con la vita. Forse non siamo stati all'altezza, forse il compito era troppo arduo.  
Il testo integrale della memoria difensiva, noto col nome di "La rivoluzione come il vento" è disponibile in formato pdf nella mia pagina di Friendfeed.
Una più approfondita riflessione sulla vicenda, a trent'anni dalla triste data, che segna la fine di quel movimento giovanile, è offerta da Gabriele Adinolfi su Noreporter.

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