Header Ads


Il campione di Sacramento e quei delitti dell'odio

Il "Corriere della sera" di oggi dedica ampio spazio alla persecuzione antisemita ai danni di Omar Casspi, la stella del basket israeliano che gioca nei Sacramento kings e che ha visto per la seconda volta sfregiare con una svastica il murale a lui dedicato.

 Per l'occasione Francesco Battistini, inviato in Israele nel paese dove il campione è nato, ricostruisce un precedente episodio di antisemitismo violento a Sacramento. In quel caso, però, si trattava più esattamente di una campagna di odio a bersaglio multiplo (ebrei, gay, abortisti) da parte di due fratelli non "militanti ariani" ma "fedeli dell'Identità cristiana" cioè di quella credenza religiosa che sostiene la natura subumana degli ebrei attuali (razza di fango) e l'origine israelitica degli anglosassoni (discendenti dalla dodicesima tribù dispersa dopo la schiavitù babilonese). Wikipedia, nella scheda dedicata al duplice omicidio, li definisce genericamente suprematisti bianchi. Io ricostruivo così la vicenda in In god we kill:
Nell'estate del 1999, si consuma in 20 giorni, la resistibile escalation di due fratelli californiani apparentemente normali. Benjamin Matthew e James Tyler Williams, di 31 e 29 anni scatenano un’articolata campagna di terrore nell’area di Sacramento. Il 18 giugno incendiano tre sinagoghe (in uno dei parcheggi era stato ritrovato pubblicistica della WCOTC, la Chiesa mondiale del Creatore, il giorno del memoriale dell’Olocausto, ad aprile) per condannare il ruolo dei media internazionali egemonizzati dagli ebrei nella guerra in Kosovo  e procurano un milione di dollari di danni. Il 2 luglio appiccano il fuoco a una clinica abortista e sei giorni dopo uccidono nel sonno, intrufolandosi in casa, una coppia di gay a Redding. Sono arrestati mentre comprano munizioni usando la carta di credito di una delle vittime. Gli investigatori a casa Williams recuperano anche una lista di obiettivi sensibili, un elenco di 32 personalità ebraiche. L’approdo al terrorismo è l'esito di un percorso religioso. Matthews all’Università dell’Idaho, nel 1993, comincia a frequentare una Chiesa cristiana carismatica da cui si allontana dopo un paio di anni, cominciando a slittare da posizioni fondamentaliste a una fede dell’odio per tutte le minoranze. In pochi mesi diventa un convinto razzista e si trascina al seguito Tyler, che è la sua ombra. Scrive entusiasta agli amici della sua ricerca biblica e della lettura dei Protocolli dei Savi di Sion e li invita ad armarsi per i prossimi sconvolgimenti. In realtà sta studiando i guru dell’angloisraelismo, Pete Peters e Nord Davis. “La Bibbia - scrive - è un codice che mi rivela cosa Dio vede giusto”. 

Nessun commento:

Powered by Blogger.