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Speciale 28 agosto/4 - Mancinelli: la fine di un sogno


Francesco Mancinelli aveva meno di 18 anni nella calda estate dell' '80. Aveva già fatto a tempo a farsi cacciare dal Fronte della Gioventù e a cominciare a frequentare l'area movimentista. Stimolato dallo speciale dedicato al blitz del 28 agosto, con le testimonianze di Paolo Signorelli e di Gabriele Adinolfi, ha voluto offrirci una riflessione sulla fine del sogno, vista dal basso. E per non farci mancare nulla, colgo l'occasione per riproporvi quella che ritengo, dal punto di vista dei contenuti, la più bella canzone politica della destra radicale, la sua Generazione '78 (anche se Francesco si considera piUttosto esponente di sinistra nazionale).


Quella calda estate del 1980 …
Ci sono alcune stagioni e periodi che rimangono nella memoria piu’ di altri, e si distinguono, si scolpiscono, si differenziano, quasi fermano il tempo lineare. Forse perché in certe stagioni si cresce piu’ in fretta che in altre . O forse perché certi eventi traumatici appartengono piu’ alla dimensione antropologica del rito/mito o meglio ancora ad una rappresentazione sacrale ereditata dalla tragedia greca, dove la presenza di Dioniso si manifesta per cio’ che sta accadendo, visto che, Apollo si è opportunamente assentato dalla scena, completamente paralizzato (… come fa spesso il dio dei giudeo-cristiani in difficoltà); e comunque, Apollo non sarebbe stato nemmeno sufficiente a descrivere l’assurdo che ci ha circondati.
Ragionando attentamente sull’assurdo di quella lontana e calda estate dell’ 80, troviamo le tracce di una dissoluzione epocale, a metà tra il grottesco ed il terribile che aleggia periodicamente nella storia del bel paese, l’apoteosi del tradimento, dell’incredibile , dell’inverosimile: dalla strage di Ustica di giugno a quella di Bologna del 2 agosto, le caccia alle streghe scatenata con i blitz del 28 agosto e del 23 settembre fino alla morte/esecuzione di Nanni De Angelis del 5 ottobre.
In realtà si tratto’ di una vera e propria “accelerazione” con sorpasso, un punto di svolta, a metà tra il caso e la necessità storica, tra l’avvento del riflusso politico e del neo-ottimsmo craxiano, ma che lascio’ oltre il debito pubblico, strascichi di sangue, di odio, e vittime sparse qua e là, e una società civile disgregata e priva di difese. Eh già, nessuno crede che nella “democraticissima e cristanissima Italia” del 1980, picchettata e presidiata dalla P2 da un lato e dal PCI dall’altro, si potessero realizzare scenari del tutto simili al Cile di Pinochet o all’Argentina di Videla.
Eppure eppure …
Ancora una volta è toccato al solito Ugo Maria Tassinari sul suo blog “FascinAzione”, di dare ampio spazio ad una ricostruzione puntuale di questa nicchia storiografica opportunamente rimossa da tutti (da destra a sinistra) , dando voce ai protagonisti inquisiti di allora, su tutti Paolo Signorelli e Gabriele Adinolfi , presenti con altri 37 nella lista dei proscritti del 28 agosto 1980, che hanno perfettamente raccontato le dinamiche occulte e le trame sottili dentro questa Terra occupata e violentata dal 1945, da nemici interni ed esterni. Entrambi mi hanno rammentato, come quel 28 agosto 1980 fu cancellata, con un sol colpo tutta la progettualità antagonista e nazional-rivoluzionaria, che dal 1975-1976 aveva mobilitato centinaia e centinaia di militanti verso "una mutazione antropologica e di metodo dal basso" e verso una strategia politica oltre il neofascismo "di servizio" e contro il sistema di cui la destra nazionale faceva parte integrante.
 Il secondo colpo fu battuto, un mese dopo, contro cio' che rimaneva di Terza Posizione, il 23 settembre del 1980, l’ultimo movimento che aveva mantenuto il presidio della piazza, nonostante il cattivo vento. Ripercussioni e effetti indiretti/indesiderati colpirono poi con il tempo, le ali rautiane non-allineate all'interno del MSI e i reduci del mitico Campo Hobbit III, soprattutto dopo le prese di posizioni farisaiche di Pino Rauti (l'articolo di Linea "Non sono tutti camerati", che, di fatto, incolpava l’area extraparlamentare della strage di Bologna) e dopo il suo tutt'altro che "inaspettato" rientro nella segreteria nazionale di Almirante (visto il precedente del ‘69 a pochi mesi dalla strage di Piazza Fontana), per non parlare del suo appoggio acritico alla campagna sulla (doppia) pena di morte per i terroristi di destra..     
Ma non fini li’. Ci si dimentica come tutto questo contribui’ ad accelerare la deriva anarco-nichilista verso lo spontaneismo armato di decine e decine di giovanissimi , sui quali non si era abbattuta ancora l’infamia di essere loro gli esecutori materiali della strage di Bologna; e che da quel momento non ebbero piu’ tentennamenti o dubbi nel perseguire una via dissolutoria, fuori da qualsiasi strategia e obiettivo politico credibile. Infatti tutti gli spazi di dialogo e sopravvivenza movimentista sembravano definitivamente chiusi, e qualsiasi interlocutore, reputava questa “area figlia di nessuno” come un aggregato anomalo di assassini e terroristi senza scrupoli. La scia di conseguenze che ne’ seguì, lasciò sul terreno morti, decine e decine di esiliati, riempi le carceri di quasi adolescenti , si popolò’ di dissociati e pentiti, addirittura di repentine conversioni religiose, e infine muto’ la fede di alcuni quadri militanti di primo piano, che finirono dall’altra parte della barricata (all’estrema sinistra) e alcuni dei quali sputarono veleno su tutto e tutti; ah, dimenticavo: almeno altri due giovani morti “non presentabili” e non adatti al pantheon dei Cuori Neri : Alessandro Alibrandi e Giorgio Vale.
Ora, se per la stragrande maggioranza delle persone comuni, tutto cio’ è irrilevante e tende come valore allo zero, perché appartiene a una storia sbagliata di esaltati e fanatici: e se infine, per una una piccola minoranza di ex-protagonisti, è stato necessario rimuovere tutto opportunamente e in fretta , “in nome della ragion di famiglia e stipendio Mediaset ”(piu’ che di Stato), per alcuni rari casi “la questione” è tutt’altro che rimossa.
Sta li intatta e immobile, a distanza di trent’anni in attesa di giudizio, come tante altre questioni aperte da decenni , da Portella delle Ginestre alla strage dell’Argo 16 , all’omicidio di Enrico Mattei, tutte scene oscure della stessa tragedia nazionale che attendendo risposta. In cui continuano ad essere assenti guarda caso Apollo e le sue risposte razionali ( per non parlare del dio della bibbia…).

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