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Piste internazionali: la maledizione del tre

E' stato un confronto intenso quello di ieri sera,a Brienza, con Antonella Beccaria. Il programma prevedeva la presentazione del suo terzultimo libro, Attentato imminente (dall'epoca della definizione del cartellone di "Anni ribelli" ne ha mandati in stampa altri due, e l'ultimo è uscito la settimana scorsa, Schegge contro la democrazia) ma si è finiti per fare una rapida carrellata sul decennio delle stragi depistate. E ovviamente si è parlato anche della strettissima attualità: il trentennale, le "nuove" piste per Bologna.

Che sono tre, e si escludono a vicenda. Perché Cossiga (contraddicendo gli esiti della perizia) parla di un trasporto di esplosivo palestinese andato male, i tra autori del "Dossier strage di Bologna. La pista palestinese" (che sarà distribuito a settembre) ricostruiscono le tracce dei tedeschi delle Cellule rivoluzionarie e le pratiche terroristiche di Carlos, il giudice Mastelloni lavora a rinsaldare la sentenza passata in giudicato, perché non mette in discussione la colpevolezza dei ragazzini dei Nar ma parla esplicitamente di "strage appaltata" e individua mandante (gli Stati Uniti) e movente (un messaggio al governo italiano di piantarla con l'atteggiamento filolibico).

Tre. Che si elidono a vicenda. Come le piste internazionali costruite e bruciate nell'arco di sei mesi da diverse frazioni dei servizi segreti italiani tra l'estate '80 e il gennaio '81:
la prima l'ha ricostruita in questi giorni Marco Affatigato che fu vittima delle manovre del capoposto del Sid di Firenze;
la seconda vide una giornalista di sinistra, legata al colonnello Giovannone, coprire la sparizione dei giornalisti Italo Toni e Graziella Di Palo da un'area del Libano controllata dai palestinesi spostando l'attenzione sulla presenza di militanti italiani del Fuan e tedeschi del gruppo Hoffmann nei campi di addestramento della Falange;
la terza, infine, con la ben nota operazione "terrore dei treni" costruita da Gelli e dai vertici del cosiddetto Supersismi (Pazienza, Santovito, Musumeci) ai danni dei leader di Terza posizione.
Tre piste internazionali che hanno in comune le vittime: sempre fascisti, non del tutto innocenti, certo, ma sicuramente, in questa occasione, accusati ingiustamente.

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