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Fini, Berlusconi e il battito della farfalla - 1/ Puschiavo: mai con Fini 2a edizione

Mi sono scelto un punto di osservazione e un oggetto di ricerca vieppiù microscopico eppure in ogni occasione si conferma la sua potenzialità cognitiva. La realtà della fascisteria italiana, a saperla attraversare con uno sguardo appassionato, ti offre squarci illuminanti su una realtà intricata. 


Così i miei colleghi si appassionano in questi giorni a discutere degli scenari stagionali della politica del Palazzo, e tutti ruotano su un'alternativa secca: elezioni in autunno o in primavera? Io invece mi ostino a guardare nel mio microcosmo. E, nonostante le cifre elettorali omeopatiche raggiunte, i partitini della destra più o meno radicale (e/o terminale) si affannano a posizionarsi. Così, mentre Storace può affermare spavaldo l'imminente accordo con Berlusconi (l'altra volta c'era il veto di Fini ora non può dirci di no, ha sottolineato senza girarci attorno) il leader della minoranza interna della Fiamma tricolore, Piero Puschiavo, l'imprenditore veneto già leader degli skin veneti, ha subito bacchettato il leader Luca Romagnoli, pronto a strizzare l'occhio a Fini. Per l'esponente del Laboratorio Fiamma futuro
 “l’apertura al confronto e al dialogo” deve essere centrata, come già ribadito, su punti e problematiche concrete con uomini e forze politiche di Governo che non abbiamo pregiudiziali nei nostri confronti. Pertanto rigetto qualsiasi possibilità di dialogo con soggetti che non abbiano tali predisposizioni ivi compreso il neocostituito gruppo della fronda finiana “Futuro e Libertà”. Oltre all’impossibilità di trovare un qualsiasi accordo con chi ha tradito i più basilari principi della Tradizione Europea e svenduto un immenso patrimonio politico-culturale, crediamo sia sufficientemente palese come – dopo le svariate “conversioni mondialiste” del cofondatore del PdL – questo nuovo soggetto politico sia sovrapponibile a contenitori come “Alleanza per l’Italia” di Rutelli, “Italia Futura” di Luca Cordero di Montezemolo oppure la stessa Udc di Casini, ovvero a quelle forze agenti espressamente per restituire l’Italia ad una sorta di governo tecnico (tipo quelli di Amato, Ciampi, Dini o Prodi) in linea con i “dettami” dell’Alta Finanza internazionale
 Meglio il plutocrate che il badogliano, quindi, per combattere i commessi dell'Alta finanza... 
Anche se c'è chi, come Nicola Cospito del Movimento nazional-popolare, difende le ragioni di un neutralismo intransigente: Puschiavo e Romagnoli pari sono, il secondo si vuole dare a chi offre di più, il primo punta direttamente su Bedrlusconi, dimenticando che è anch'egli un traditore della sovranità popolare. (1 - continua)

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