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Israele e le stragi, Vinciguerra dixit

Ad arricchire e a rendere uno strumento ricco di materiali questo blog c'è il lavorio di numerosi amici che si prodigano con apprezzamenti, critiche e segnalazioni. Io faccio tesoro di tutto.
Tra questi c'è Salvatore che, seguendo il dibattito sul libro di Priore e Fasanella, si mette a cercare in Rete, fa un'interessante scoperta (per me una riscoperta) e me ne rende partecipe:
ti scrivo in merito alla discussione nata a proposito del libro "Intrigo Internazionale"
cercavo notizie sull'argo 16 ed ho trovato questo articolo, in sintonia con quanto detto da Adinolfi. la firma è quella di Vincenzo Vinciguera...l'art. è del 1999
Vinciguerra è personalità controversa. La prima stesura di Fascisteria (Castelvecchi 2001) era tributaria della sua interpretazione della "strategia della tensione", conclusioni provvisorie che ho superato negli anni successivi, grazie alla lettura di altri autori (a partire da Giorgio Galli). Anche la rivista su cui scrive è particolarmente ostica, essendo quella più legata a un immaginario e a un'iconografia da partito nazionale socialista dei lavoratori tedeschi. Eppure se ripubblico un breve scritto di Signorelli sulle responsabilità israeliane per le stragi dell'estate 1980 a partire dalla storia dell'Argo precipitato a Marghera, le riflessioni di Vinciguerra hanno assoluta pertinenza e vanno lette.

4 commenti:

  1. Caro Tassinari, le riflessioni di Vinciguerra avranno anche pertinenza con la tesi delle responsabilità israeliane, tuttavia sono inficiate da alcune derive paranoiche non da poco. Per fare un esempio macroscopico,nel seguente articolo: http://www.marilenagrill.org/Stragismo.htm, il Vinciguerra definisce "nazista di israele" Franco Freda(!!!), come se costui non si fosse sempre collocato, fin dalla più giovane età,su posizioni non solo antiebraiche, ma anche specificatamente antisioniste e filopalestinesi. Per non parlare di altre circostanze che vengono date per scontate,(ad esempio la presunta ebraicità della moglie di Carlo Maria Maggi) sebbene non venga addotta alcuna prova; a proposito dell'esempio riportato tra parentesi, nel libro "Il caso Maggi" l'avvocato di Maggi,Marcantonio Bezicheri,smentisce decisamente e sdegnosamente tale notizia.
    Saluti e complimenti per il blog.

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  2. Se è per questo Vinciguerra dà anche per morto in un'azione anti Eta (vedi ordinanza Salvini) un latitante poi arrestato in Argentina.
    O sostiene che Delle Chiaie gli avrebbe confidato che a organizzare l'Italicus sarebbero stati i fratelli De Felice, per il loro culto esoterico per il potere purificatore del ferro e del fuoco.
    La paranoia lavora su slittamenti di piano, non è delirio puro disorganizzato. E così mi sono detto: è un messaggio in codice per attribuire ai camerati legati alla massoneria la cosa. Ma poi ho pensato: e non poteva chiedere chiarimenti a Cauchi con cui era latitante in Argentina e che di quel giro era il massimo esponente? A lui che la sua strage l'aveva commesso sicuramente qualcosa gli avrebbe detto, se qualcosa ci fosse stato da dire ...

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  3. A tutti consiglio la lettura del libro autobiografico del dottor Carlo Maria Maggi, dal titolo eloquente:"L'ultima vittima di Piazza Fontana"Editoriale Chiaravalle euro26, gennaio 2010.Il libro è dedicato alla moglie del dottor Maggi Imelda che un cancro ha portato alla morte. Dove Vinciguerra abbia tratto la notizia che la predetta fosse ebrea...lo sa solo lui!

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  4. Ritorno brevemente al dottor Maggi perché mi dimenticavo di aggiungere che il cognome della consorte del medico, era Bendizzoli che non mi sembra sia di origine semita, faceva l'insegnante di ruolo. Concludo ritornando a Vinciguerra per segnalare la tortuosità delle sue elucubrazioni mentali.Nella sua ottica distorta che vede collusioni e collaborazioni tra lo Stato e i neofascisti, in un suo scritto relativo alla rivolta studentesca del 68 a Valle Giulia, ha avuto il coraggio di sostenere che i vertici del Viminale e della Questura della capitale, mandarono gli agenti allo sbaraglio, disarmandoli preventivamente, perché temevano che i giovani rampolli neofascisti, potessero essere colpiti da loro con le armi. Ma male gliene incolse le foto eloquenti degli scontri di Valle Giulia, mostrano gli agenti muniti di pistola di ordinanza e i cronisti dell'epoca scrissero anche di colpi di arma da fuoco esplosi in aria a scopo intimidatorio, altro che disarmati!

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