Header Ads


Controversia

Sul “Quotidiano della Basilicata” di oggi leggo “ricordando nuovamente a uno come Ugo Maria Tassinari di provare realmente a capire che danni fa quando si presenta alle iniziative, per esempio lui, di quelli di Casa Pound”.
Non ho il piacere di conoscere Nunzio Festa ma lo ringrazio per l'onore che mi fa eleggendomi con grande rispetto a suo antagonista nella polemica. Spazziamo subito il campo dagli equivoci: anche io sono animato dalla decisa volontà di ricercare la verità. E a quanto sembra la grave colpa (leso antifascismo) di cui mi sono macchiato non sembra aver inficiato questa mia istanza. Lo certificano avversari di ben altro peso (un amico della verità non potrà non riconoscerlo) come Wu Ming 1 e Girolamo De Michele. La polemica, sviluppatasi giusto un anno fa sul blog di Loredana Lipperini (ce n'è ancora traccia quindi, per chi volesse sviscerare la questione) era stata innescata dal duro attacco di due comitati antifascisti romani contro il quotidiano di Sansonetti, colpevole di una linea “aperturista” sul tema. La mia collaborazione a “L'altro” era uno dei principali elementi di prova. La discussione fu lunga (oltre cento interventi), aspra, civilissima. Le conclusioni degli scrittori “bolognesi” furono di ferma condanna: il fatto che un autore della mia qualità (circostanza che non disconoscevano e che quindi costituiva un'aggravante) accettasse il confronto con i fascisti, legittimandoli, era un “errore imperdonabile”. Del resto De Michele in altra occasione aveva dichiarato che la principale fonte di documentazione storica del suo capolavoro “Scirocco” era stato proprio il mio “Fascisteria” e in più di un'occasione miei materiali erano stati pubblicati dalla loro rivista on line, Carmilla e tutt'oggi non mi risulta che siano stati rimossi.
Provai allora ad argomentare che l'empatia con l'oggetto della ricerca era – come è noto a qualsiasi ricercatore sociale – un valore aggiunto. Non li convinsi, me ne sono fatto una ragione. Come del resto non mi hanno convinto loro.
Non posso quindi accogliere l'appello accorato di Festa ma su una cosa posso e devo rassicurarlo. Sono quasi vent'anni che mi si pone (e mi pongo) il problema. Persone che mi sono care, con cui ho condiviso un appellativo di cui sono ancora orgoglioso, lungo questo ampio arco di tempo, via via che la mia ostinazione mi spingeva ad avanzare in territorio nemico, mi chiedevano accorate: “Ugo, ma come?” “Ugo, mi spieghi perché uno con la tua storia si è ingarellato così?”. Da qualche tempo sono passati dalle domande agli avvertimenti: “Guarda che i compagni sono incazzati con te”. Sto lavorando all'elaborazione del lutto.
Questi quesiti sono stati da stimolo alla riflessione, che non deve mai mancare, sulle modalità e i dispositivi della ricerca intellettuale. A lungo ho argomentato invocando l'elementare regola di civiltà del principio di reciprocità (se li interrogo devo essere disposto a sottopormi alle loro domande) e ho usato, in modo approssimativo, la categoria clinica della “sindrome di Stoccolma” per descrivere l'aspetto “patologico” della mia ossessione. Un mio antico maestro, qualche libro fa, parlava invece di “chandleriana com-passione del male”. Poi mi sono imbattuto nel folgorante aforisma di Nietzsche sull'abisso e ho trovato la risposta che cercavo. A furia di guardarci dentro, l'abisso ha guardato dentro di me. E ho preso consapevolezza che la ricerca appassionata è anche, guattarianamente, deleuzianamente, una schizoanalisi: il soggetto nell'esaminare l'oggetto esamina sempre anche se stesso. Il fascismo che c'è in ciascuno di noi, il nemico che brechtianamente marcia alla nostra testa. Nella nostra testa. Tant'è che di quell'aforisma ho fatto l'exerge del mio blog neonato che nel nome ((fascinazione.blogspot.com) mette assieme l'oggetto (il fascismo) e il processo (l'affatamento).
Non userò in questa sede, perché non pertinenti all'addebito mosso, gli argomenti positivi della mia scelta che hanno messo capo a un discorso di critica dell'antifascismo come ideologia di sostituzione ma devo riconoscere che Festa su una cosa ha ragione. Faccio danni: in questi giorni va in libreria uno straordinario libro di viaggio nella destra radicale, “Dentro il cerchio” che, per esplicita ammissione dell'autore, si pone lungo la linea della mia ricerca. Nicola Antolini è un giovane ricercatore (under 40) che non ha vissuto la tragedia degli anni di piombo ma ha fatto a tempo a consumare l'esperienza della militanza a sinistra, facendo parte del gruppo dirigente dell'ultima federazione giovanile comunista. Come espressione della realtà modenese che del riformismo italiano è stata culla e santuario. Mi dispiace, quindi, per Festa, ma la cerchia di chi a sinistra ritiene che non ci si possa sottrarre al confronto si sta allargando.
Ah, dimenticavo, non contesto i fatti controversi indicati come verità indiscusse ma su due circostanze inconfutabili devo correggere: il Partito nazionale fascista non nacque dal Partito fascista repubblicano, come asserito da Festa, ma è successo esattamente il contrario. Dal Pfr, che intende riscattare il 25 luglio (quando il Gran consiglio destituisce Mussolini) filierà poi il Movimento sociale, che si richiama nello statuto alla Carta di Verona.
Casa Pound non ha un capo dei capi, ma un unico capo, indiscusso (e oggetto di forme leggere di culto della personalità), Gianluca Iannone, che non ha mai militato nel Msi (a onor del vero a 18 anni era nei ranghi del Movimento politico e immagino che dal punto di vista antifascista di Festa questo sia un addebito più grave).

7 commenti:

  1. Complimenti per la risposta Ugo, davvero a tono e convincente, precise e puntali sono state le repliche agli errori davvero gravi dal punto di vista storico sulla nascita del Pnf e del Pfr.

    RispondiElimina
  2. solo chi ha la certezza delle proprie idee puo confrontarsi con chi la pensa diversamente, i pavidi che si nascondono dietro un anacronistico "antifascismo" integralista, che prevede il rifiuto di qualsiasi dialogo, dimostrano la pochezza del loro credo e delle loro argomentazioni, che te lo dico a fa' ugarie?.... ci conosciamo da 40 anni stimandoci e rispettandoci nel distinguo delle nostre idee cercando di capire sempre piu in un continuo confronto che oramai dura da oltre un trentennio.... vai avanti cosi ugo.... il vero saggio è colui che sa di non sapere (socrate mi pare lo disse....) e che quindi è alla continua ricerca, per imparare e conoscere cose nuove....nuove idee....un abbraccio ..
    Rino Vollaro

    RispondiElimina
  3. La tua sindrome di Stoccolma mi affascina molto... è la chiave che cercavo per spiegare ad alcuni miei amici perché mi intestardivo tanto e con passione a cercare di capire come mai molti napoletani (veramente tanti), anche intellettuali, criticano aspramente Saviano. Come al solito i tuoi spunti sono di livello superiore.
    Giuseppe Oliveto

    RispondiElimina
  4. "...l'empatia con l'oggetto della ricerca era – come è noto a qualsiasi ricercatore sociale – un valore aggiunto..." Chapeau!
    Francesco Caputo

    RispondiElimina
  5. che dire Ugo...è sempre un piacere leggerti e una consolazione sapere che c'è qualcuno capace di dialogare
    Alessia L.

    RispondiElimina
  6. Solito giornalistino idiota che non sa nemmeno documentarsi storicamente (Il PNF nato dal PFR eh sì... in un mondo che va a ritroso forse): "non ti curar di lor ma guarda e passa", Ugo. ;)
    Alberto B.

    RispondiElimina
  7. Caro Ugo, io credo che questa Nazione debba fare un grosso passo in avanti culturale e superare la categoria degli anti-, sono uno che ha sempre riso molto degli anticomunisti e di quelli che utilizzavano nel 2000 la catagoria dell'anticomunismo per fare politica, rido parimenti di chi utilizzi come apriori l'antifascismo. Io sono nato nel 1977 e tendenzialmente non sono Anti nulla...o meglio non sono Antifascista o Anticomunista nella stessa misura in cui non sono Anticesariano o Anticongiurati...insomma posso avere un giudizio storico più o meno positivo su un periodo o su un altro ma non mi affascina la categoria dell'anti....in realtà non mi affascina neanche la categoria del Fascista o del Comunista....nel 2010 fa ridere!!!! Apprezzo e ho sempre apprezzato la tua volontà di superare gli steccati del pre-giudizio e ritengo antropologicamente totalitaria ogni categoria mentale che escluda il confronto con chi sia diverso, con chi la pensa differentemente. E ti dirò, la ritengo anche un po' ottusa e noiosa....che divertimento c'è nella vita a confrontarsi soltanto con chi la pensa come me....a parlare solo con chi mi dice che ho ragione, impiegando il tempo a confrontarmi giocando a discutere con chi sottolinea sempre di più quanto io dica la verità? Ugo, continua a fare danni....

    RispondiElimina

Powered by Blogger.