Giovane transgender fa strage di bimbi nella sua ex scuola cattolica
Erano passate da poco le otto e mezza di ieri mattina quando Robin Westman si è avvicinato alla chiesa dell’Annunciation Catholic School di Minneapolis, tutto vestito di nero, con due fucili e una pistola in mano. Dietro alle vetrate, gli allievi della scuola elementare e media si preparavano con gli insegnati a celebrare la messa di benedizione del nuovo anno scolastico. Robin allora ha iniziato a sparare dove capitava, a casaccio ma con folle determinazione. I colpi hanno raggiunto i bambini alle spalle, lasciando poco tempo e spazio per salvarli, anche perché almeno due porte erano state bloccate dall’esterno. Westman ne ha uccisi due di 8 e 10 anni, ferendone almeno 14, di cui due in condizioni gravi. Colpiti anche 3 adulti.
L’ennesimo bollettino di guerra da una città americana - invece di portare il buonsenso necessario per mettere fine a queste stragi - già alimenta l’abituale polemica tra i conservatori alleati di Trump, che scaricano sulla debolezza dei democratici l’emergenza sicurezza, e i liberal, che puntano il dito sulle armi facili, a disposizione di tutti.
Doveva essere un momento sereno, la messa di ieri mattina. Nostalgia per le vacanze finite, ma felicità di ritrovare amici e compagni. Westman però ha deciso di trasformarlo in tragedia. Dopo la strage, si è tolto la vita sparandosi alla testa.
Robin Westman, un ex studente della scuola, aveva 23 anni e a 17 aveva cambiato il suo nome da Robert perché si considerava transgender. Il padre ha una casa a un miglio dalla scuola, di cui sua madre sarebbe stata una dipendente. Lei ha risposto in lacrime a una chiamata del Minnesota Star Tribune: «Non credo che mio figlio sia l’assassino».
Mentre i soccorritori portavano i bambini feriti in ospedale, gli investigatori scavavano nel passato del killer per capire i motivi. Non hanno trovato precedenti penali o episodi violenti, ma un “manifesto” composto da video e altri messaggi che aiuterebbe a capire il suo stato mentale. Sui caricatori usati per la strage c’erano scritte tipo “uccidi Trump” o “questo è per i bambini”, che mescolerebbero il risentimento politico con la rabbia verso le giovani vittime. E il nome di Breivik, l'autore degli attentati del 22 luglio 2011 a Oslo e Utøya. Ha scritto vari quaderni, in russo e in inglese. Si identificava come transgender. A 17 anni ha cambiato nome da Robert a Robin, che negli Stati Uniti è sia maschile che femminile. Ha lasciato scritte con riferimenti al suicidio, «pensieri e idee estremamente violente», una lettera di scuse alla famiglia e uno schizzo dell’interna di una chiesa, forse proprio l’Annunciation. Era ossessionato dalle stragi, inclusa quella di Sandy Hook, dove nel 2012 Adam Lanza aveva ucciso 26 persone, tra cui 20 bambini delle elementari. L’Fbi ha classificato il suo gesto come «crimine d’odio contro i cattolici». (...)
Quella di ieri mattina è stata la quarta sparatoria mortale a Minneapolis in 24 ore, e gli inquirenti stanno cercando di capire se ci sono collegamenti tra questi episodi. Il mondo Maga però già usa la strage come giustificazione della decisione di Trump di schierare i soldati nelle strade per riportare l’ordine. I democratici invece puntano il dito contro la circolazione incontrollata delle armi. Il Secondo emendamento della Costituzione, che autorizza il loro possesso, era stato scritto dai padri fondatori per poter difendere la neonata nazione dall’eventuale ritorno dell’impero coloniale di Londra. Oggi non ha più alcun senso, ma politica e interessi economici impediscono di prendere misure restrittive.
FONTE: la repubblica



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