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A Roma finisce in parità il derby dell'antisemitismo


L'antisemitismo ha macchiato anche il 183° derby della Capitale (il 200° in assoluto, se si contano anche gli incontri non ufficiali). Non è la prima volta, con diverse occasioni in passato che hanno visto protagonisti esponenti di entrambe le tifoserie. In questo caso ad aprire le ostilità sono stati i romanisti. Dopo gli adesivi comparsi per le vie della Città, con Mr Enrich (logo-mascotte della Curva Nord laziale) raffigurato come un deportato nei campi di concentramento, con alle spalle Hitler e Mussolini in divisa giallorossa, nella notte tra venerdì e sabato è apparso sul cavalcavia di Corso Francia (non lontano dallo stadio Olimpico), uno striscione con una frase eloquente:




 Ma a ristabilire la parità, in un derby scandito da incidenti prima della partita, da striscioni e cori antisemiti, da ululati razzisti e cori per dare dello “zingaro” a un giocatore, ci ha pensato Stefan Radu. L'ex difensore rumeno, che ha giocato nella Lazio dal 2008 fino alla stagione scorsa si è presentato ieri in curva nord, il cuore del tifo laziale. Lo hanno visto in tanti, e fotografato. Una sua immagine l’ha anche pubblicata il profilo inglese della Lega Serie A. In quell’immagine però si nota un particolare sconcertante: sul polsino della manica sinistra della sua felpa, c’è la scritta SS Lazio, ossia il nome della società. Solo che quelle due esse sono scritte esattamente con il carattere delle SS di Adolf Hitler. Una felpa con un evidente richiamo nazista. Anche quando giocava Radu era finito nella bufera, accusato di aver ostentato il saluto romano sotto la curva nord dopo un Lazio-Napoli. L’immagine fece molto discutere, nacque un’indagine federale da cui il giocatore all’epoca fu prosciolto.




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