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CasaPound e la pietra di inciampo pro-Palestina: non siamo antisemiti


Una “pietra d’inciampo” simile a quella per i morti nei lager, ma dedicata “per la Palestina e i suoi figli” è comparsa nella notte davanti al palazzo del Bo, sede dell’Università di Padova. A rivendicare l’azione è stata Casapound, sostenendo “come sia stato necessario un nostro intervento per ricordare a qualcuno la tragedia in corso in Palestina”.
Le pietre d'Inciampo sono piccole targhe d'ottone della dimensione di un sanpietrino che vengono installate per depositare una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Padova ne conta già 34.
Contro questa azione si sono levate critiche sia da parte della Comunità ebraica padovana che da parte dell’Anpi sul quotidiano "la Repubblica". Secondo Casapound “le pietre d’inciampo che abbiamo posizionato rappresentano un messaggio di pietà umana e una speranza di pace per una zona del mondo e per una popolazione martoriati da decenni di guerra senza quartiere”.
Controcorrente la presa di posizione di Bruno Ballardini, saggista ed esperto di comunicazione strategica:

Io sono una persona libera. E da persona libera mi permetto di applaudire a questa iniziativa. Avrei preferito che lo facesse qualcuno di sinistra e non Casa Pound. Ma la sinistra non esiste più.

Gianni Parenzo (Comunità ebraica Padova)

“È un gesto che alimenta l'odio in un momento di grande tensione, politica e sociale. Non possiamo permettere la rinascita dell'antisemitismo in Europa. Questo gesto, che ricalca le pietre d'inciampo dedicate alle vittime della Shoah, è solo un modo per provocare e alimentare ostilità”.

Floriana Rizzetto (ANPI)

“Fatico a credere che dietro a questo gesto non ci sia un intento di sfida. Il significato del gesto, un pensiero per i bambini palestinesi, è condivisibile. Ma non l'ideologia di destra che lo ha eseguito. Sapere che è stata CasaPound, e che in città ci sono pietre d'inciampo dedicate a partigiani morti combattendo quella stessa ideologia che CasaPound rappresenta, suona come una presa in giro”.

CasaPound

“In queste ore sta montando un'animata polemica nei confronti di CasaPound e della pietra d'inciampo posizionata di fronte al Bo, dedicata alle vittime civili degli interventi militari israeliani nella striscia di Gaza. Il movimento ritiene dunque opportuno rispondere alle molte inesattezze e vere e proprie falsità uscite in questi interventi, oltre a far notare come sia stato necessario un nostro intervento per ricordare a qualcuno la tragedia in corso in Palestina"
Le pietre d'inciampo che abbiamo posizionato rappresentano un messaggio di pietà umana e una speranza di pace per una zona del mondo e per una popolazione martoriati da decenni di guerra senza quartiere. Il nostro intento è contribuire a sottoporre all'attenzione dell'opinione pubblica la tragedia di milioni di civili, bambini in particolare, da mesi bombardati, mutilati, sfollati, affamati, logorati da un assedio che impedisce l'approvvigionamento di beni di prima necessità, forniture mediche e di energia e pure trattati alla stregua di terroristi dalla grande stampa internazionale. Alla luce di tutto questo non capiamo su quali basi l'ANPI e membri della comunità ebraica abbiano potuto costruire una polemica su di un tema che riteniamo trasversale e superiore ad ogni divisione ideologica.
Secondo le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dall’ANPI il messaggio che CasaPound vuole trasmettere sarebbe corretto, ma comunque non condivisibile perché veicolato dalle persone sbagliate. Sorvolando su questa curiosa forma di dissociazione, ci chiediamo perché l'ANPI non ha pensato a diffondere di propria iniziativa lo stesso messaggio con azioni altrettanto incisive, dal momento che lo ritiene condivisibile.
Per quanto riguarda invece chi è partito alla carica accusandoci di alimentare l'odio e l'antisemitismo con la nostra iniziativa, rispondiamo che è quantomeno mistificatorio descrivere una pietra d'inciampo come un terribile messaggio d'odio, mentre 20.000 civili massacrati in due mesi di raid e assedio non meritano da parte sua nemmeno qualche parola di circostanza. E fa specie vedere che una simile condotta viene tenuta da persone che in occasione del Giorno della Memoria salgono in cattedra parlando con toni commossi di genocidi, di stragi e di impegno di tutti a non ripetere certi avvenimenti. La vera statura morale di una persona non si vede quando protesta contro le ingiustizie che la toccano direttamente, ma quando questa si oppone contro le ingiustizie che colpiscono gli altri, avendo tutto da guadagnare tacendo e facendosi gli affari propri. Sarà comunque nostra premura tutelarci nelle sedi adeguate rispetto alle falsità diffuse a mezzo stampa".

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