Header Ads


Brasile, fallisce l'insurrezione bolsonarista. Lula promette pugno di ferro


 Con sinistri echi che rimandano all’assalto al Congresso di Washington del 6 gennaio 2021, oggi a Brasilia è andato in scena qualcosa di molto simile: migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro (circa 10-15 mila persone, dicono fonti oculari), scontrandosi con la polizia, hanno invaso il palazzo del Congresso nazionale, nella capitale brasiliana. Sono stati presi d'assalto anche altri palazzi delle istituzioni del Paese, come la Corte Suprema, il Palazzo Planalto (sede del governo) e quello del Tribunale supremo federale.

E, proprio a proposito di questi ultimi edifici, secondo informazioni confermate, la polizia brasiliana ne ha ripreso il controllo. Lo riferisce O Globo, aggiungendo che le forze di sicurezza sono ancora impegnate a far sgomberare i sostenitori di Bolsonaro dal Parlamento. La polizia militare del Distretto Federale ha riferito di aver già arrestato almeno 150 rivoltosi che hanno invaso gli edifici.

Le forze di sicurezza hanno espulso i bolsonaristi sparando bombe lacrimogene. Gli assalitori sono ancora concentrati sul prato dell'Esplanada dos Ministerios, dietro un cordone allestito dai militari, secondo quanto riferisce sempre O Globo.

Come mostrano alcune immagini circolate sui social, vestiti con magliette verdeoro, i sostenitori dell’ex capitano dell’esercito brasiliano, sconfitto alle ultime elezioni da Luiz Inácio Lula da Silva, hanno percorso le rampe che danno accesso al Palazzo presidenziale, nel tentativo di occupare il tetto del moderno edificio progettato da Oscar Niemeyer.

Testimoni oculari hanno detto che all'offensiva, realizzata al grido di “pulizia generale!” e cantando l'inno nazionale brasiliano, hanno partecipato almeno 10-15 mila persone.

La polizia militare ha sparato proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri per disperdere i manifestanti. Lo riportano i media locali. Tutte le finestre del primo piano del Senato sono state distrutte e alcuni dei manifestanti sono entrati al secondo piano. L'intervento di due elicotteri della Polizia federale e militare del Distretto federale è avvenuto nei confronti dei manifestanti raccolti sulla piazza dei Tre Poteri. Il portale di notizie Metropoles ha pubblicato un video in cui si osservano i velivoli che sparano a più riprese gas stordenti e anche proiettili di gomma. Grazie a questa azione, un certo numero di manifestanti si sono allontanati dalla piazza dirigendosi verso la sede del Tribunale supremo.

Il presidente brasiliano Lula da Silva ha tenuto una riunione d'emergenza con i ministri dell'esecutivo. Lula si trovava ad Araquara, nello Stato di San Paolo, in visita ad alcune aree alluvionate. Alla riunione hanno partecipato i ministri della Difesa, della Giustizia e dei Rapporti istituzionali. Lo riportano i media locali. “Sto tornando a Brasilia, vedrò i tre palazzi che sono stati violati e potete essere certi che queste cose non si ripeteranno, cercheremo di scoprire chi ha finanziato tutto questo” ha dichiarato Lula.

Lula ha definito l'attacco alle istituzioni democratiche del Brasile “vandalo e fascista”. Il capo dello Stato ha decretato l'intervento delle forze federali. “Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati, queste persone devono essere punite in modo esemplare” ha poi aggiunto Lula. “Valutiamo la possibilità” di schierare “l'esercito per far sgomberare”. Il presidente brasiliano ha anche ordinato la chiusura del centro di Brasilia, dove si trovano gli edifici amministrativi e governativi, per 24 ore, in attesa che la Guardia nazionale ripristini l'ordine, riporta la Bbc. Lula si è poi scagliato contro la polizia del Distretto Federale in un tweet: “La polizia del Distretto Federale deve fare la sicurezza nel Distretto Federale e non l'ha fatto. Per incompetenza e malafede delle persone che si occupano della sicurezza del Distretto Federale”.

Il titolare della Giustizia ha scritto su Twitter: “Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia” twitta Flavio Dino.

Il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, ha ripudiato gli “atti di terrorismo” visti a Brasilia e ha affermato che i golpisti devono “subire immediatamente tutto il rigore della legge”. Pacheco ha anche detto di aver parlato al telefono con il governatore di Brasilia, Ibaneis Rocha, che lo ha informato che “sta concentrando gli sforzi di tutto l'apparato di polizia per controllare la situazione”, aggiungendo che “le forze di sicurezza del Distretto Federale sono impegnate insieme oltre al contingente di polizia di cui dispone il Parlamento”.

Le forze dell’ordine erano state costrette a usare gas lacrimogeni per disperdere la folla. L'area intorno al Congresso era stata transennata dalle autorità, ma i “bolsonaristi” - che si rifiutano di accettare l'elezione di Lula - sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza e alcune decine di loro sono saliti sulla rampa del complesso monumentale per occupare il tetto della struttura.

Il disordine è inconcepibile e la mancanza di rispetto per le istituzioni è inaccettabile. Ho stabilito che tutti i membri della Polizia Militare e della Polizia Civile agiscano con fermezza affinché l'ordine venga ripristinato con la massima urgenza. Il vandalismo e la depredazione saranno combattuti con il rigore della legge” ha scritto su Twitter Anderson Torres, ex ministro della Giustizia e delle Pubblica sicurezza del governo Bolsonaro, attualmente segretario di Pubblica sicurezza del Distretto federale. Intanto, l'organo che rappresenta il Paese di fronte alla Giustizia, l'Advocacia Geral da Uniao (Agu), ha appena presentato una richiesta di arresto immediato di Anderson Torres. A seguito dell'assedio ai palazzi del potere, il governatore Ibaneis Rocha ne aveva deciso l'esonero.


La deputata Joice Hasselmann ha twittato: “Bolsonaristi radicali che istigano al golpe militare stanno cercando di invadere il Congresso nazionale”.


I sostenitori dell'ex presidente hanno fatto irruzione nella sede del Parlamento e nell'edificio del Planalto, sede dell'esecutivo e, secondo quanto riporta il canale Cnn Brasile, anche nell'edificio del Tribunale supremo elettorale (Tse). A Palazzo Planalto, nel piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono “stati rotti i vetri delle finestre”. I manifestanti sono giunti sul posto dopo aver sfondato un blocco delle forze di sicurezza al termine di una prevista manifestazione a sostegno dell'ex presidente.


I sostenitori di Bolsonaro non accettano la vittoria di Lula alle ultime presidenziali e centinaia di loro si sono accampati davanti al Quartier generale dell'esercito, a Brasilia, già il giorno dopo il secondo turno delle elezioni, il 30 ottobre scorso.



Condanne unanimi sono arrivate anche dall'estero: gli Usa, la Spagna, la Francia, la vicina Argentina, sono tanti in questi minuti i governi e le rappresentanze diplomatiche che condannano il gesto violento.


Anche il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani scrive su Twitter: “Sto seguendo con preoccupazione quanto sta accadendo in Brasile. Ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche deve essere condannato con grande fermezza. I risultati elettorali vanno sempre e comunque rispettati”. Il tweet è poi stato condiviso anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“La violenza non ha posto in una democrazia. Condanniamo fermamente gli attacchi alle istituzioni del potere esecutivo, legislativo e giudiziario a Brasilia, che sono anche un attacco alla democrazia. Non c'è giustificazione per questi atti”. Così, in un tweet, l'incaricato d'affari dell'ambasciata americana a Brasilia, Douglas Koneff. “Condanniamo gli attacchi di oggi alla Presidenza, al Congresso e alla Corte Suprema del Brasile. Usare la violenza per attaccare le istituzioni democratiche è sempre inaccettabile. Ci uniamo al presidente Lula nel sollecitare la fine immediata di queste azioni”. Lo ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano, Antony Blinken.


“La volontà del popolo brasiliano e delle istituzioni democratiche deve essere rispettata. Il presidente Lula può contare sull'immancabile appoggio della Francia”. Così in un tweet il presidente francese Emmanuel Macron.


“Condanna assoluta dell'assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere” scrive in un tweet il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. “Profondamente preoccupata per quanto sta accadendo in Brasile. La democrazia deve essere sempre rispettata. Il Parlamento europeo sta dalla parte del governo Lula e di tutte le istituzioni legittimamente e democraticamente elette”. Lo scrive in un tweet la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola.


Il presidente argentino Alberto Fernandez ha affermato che l'attacco avvenuto oggi alle sedi delle istituzioni democratiche del Brasile rappresenta un “tentativo di colpo di Stato”.


 

Nessun commento:

Powered by Blogger.