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Giacinto Reale, Fini-Annunziata e la domanda mancata sulla casa di Montecarlo





Ho lasciato a metà il confronto (?) tra Fini e Annunziata: mi irritava il sorrisetto nervoso dell'ex politico e le domande ripetitive della giornalista.

Lo scrive Giacinto Reale, autore di diversi libri sullo squadrismo, sullo spirito del 1919 e sulla marcia su Roma, di cui consiglio attenta e approfondita lettura precisando: «si è parlato di Fiuggi, di Ciampi, di D'Alema e Veltroni, di Berlusconi, con tanto bla bla bla di condimento».

Mancava la domanda clou, quella che, dandoci la possibilità di formulare un giudizio di valore sull'uomo, ci avrebbe consentito di valutare le sue idee, che valgono e sono credibili, come si sa, in quanto marciano sulle gambe degli uomini.

La domanda era: «Ci spiega com'è che una casa donata "per la buona causa" al suo Partito è poi finita nella truffaldina disponibilità di suo cognato?». Sarebbe bastato questo a togliere a Fini il sorriso supponente e ad Annunziata l'atteggiamento accondiscendente.

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