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Giorgia Meloni: se fossi fascista lo direi


di Enrico Franceschini per la Repubblica

 Il titolo di copertina dello Spectator è "Prima donna" (nella foto di Dagospia), ma l'articolo spiega fin dalle prime righe il doppio senso: Giorgia Meloni non è solo una protagonista nel teatro della politica italiana, ma potrebbe presto diventare la prima donna a Palazzo Chigi nella storia italiana.

L'autore del pezzo, Nicholas Farrell, è un noto giornalista inglese che conosce bene il nostro Paese: ha sposato un'italiana, vive in Italia, ha scritto un libro giudicato "revisionista" su Benito Mussolini (apprezzando il "carisma" e il "fenomenale machiavellismo" del duce), collabora al quotidiano Libero.

Ma è anche il corrispondente da Roma dello Spectator, storico settimanale conservatore britannico, una rivista raffinata, letta per le sue rubriche culturali anche da chi non ne condivide le opinioni politiche (…). Proprio per lo Spectator, Farrell ha firmato anni fa la sua intervista più celebre, a Silvio Berlusconi. Quella alla leader di Fratelli d'Italia aspira a fare non meno rumore.

"Giorgia Meloni è la donna più pericolosa d'Europa?" è il titolo del servizio. La risposta è lasciata a lei stessa, che smentisce le accuse nei suoi confronti. Farrell osserva: "Minuta e amichevole, Meloni certamente non corrisponde alla mia idea di un fascista". Ma questo non lo trattiene dall'incalzarla con le sue domande. Perché viene sempre definita "di estrema destra", un modo moderno di dire fascista? "Una campagna diffamatoria da parte dei miei oppositori politici che sono ben addentrati nei centri nevralgici del potere", replica la leader di FdI. "Gli attacchi contro di me in rapida successione possono solo avere un singolo agente. La sinistra controlla la cultura, non soltanto in Italia".

Sul minacciato blocco navale per fermare i migranti, Meloni nega ogni intento discriminatorio dal punto di vista razziale: "I razzisti sono dei cretini, okay? Ma questo non significa che l'Italia non debba coordinare i suoi flussi migratori". La sua soluzione preferita, dice a Farrell, è che l'Unione Europea paghi la Libia per fermare gli imbarchi e si riprenda quelli che sono sbarcati in Italia. "I confini esistono solo se vengono difesi. L'Italia ha bisogno di una quota di migranti, ma la prima regola è che nessuno deve entrare in Italia illegalmente".

Ma l'Italia, domanda l'intervistatore, non avrebbe bisogno di migranti per risolvere il suo spaventoso calo demografico? "Bisogna risolvere il problema a casa nostra, mettendo gli italiani in una posizione che li spinga ad avere più figli. Le donne non vogliono avere bambini perché vivono in una società che fa pagare loro un prezzo se ne hanno. Bisogna invece premiarle per essere madri".

Un'altra domanda è sui legami storici con il fascismo: Fratelli d'Italia non è forse l'erede di Alleanza Nazionale, che è l'erede del Movimento Sociale Italiano, che fu fondato dagli ex-fascisti nel 1946? "Quando abbiamo fondato Fratelli d'Italia, l'abbiamo fondato a testa alta come partito di centro-destra. Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Non lo nascondo mai. Se fossi fascista, direi che sono fascista. Invece non ho mai parlato di fascismo perché non sono fascista". Poi Meloni ricorda una frase che disse a un giornalista "di sinistra" una ventina d'anni or sono: "Mussolini fece vari errori, le leggi razziali contro gli ebrei, la dichiarazione di guerra, un regime autoritario. Storicamente fece anche altre cose che erano buone, ma questo non lo salva".

Farrell cita il recente video in tre lingue in cui la leader di Fratelli d'Italia afferma di non avere alcuna nostalgia per il fascismo, poi le chiede: e allora che dice dei membri del suo partito che fanno il saluto fascista?

"Sono una piccola minoranza", risponde Meloni. "Ho sempre detto ai miei dirigenti di partito di esercitare massima severità contro ogni manifestazione di una nostalgia da imbecilli, perché non siamo noi quelli che hanno nostalgia del fascismo. Lo sono soltanto gli utili idioti della sinistra". E perché rifiuta di togliere la fiamma come simbolo del suo partito? "Non ha nulla a che vedere con il fascismo, bensì è il riconoscimento del viaggio fatto dalla destra democratica nel corso della storia della nostra repubblica. Ne siamo orgogliosi".

Alla fine dell'intervista, la donna che potrebbe diventare la prima premier d'Italia, o la più pericolosa d'Europa, rivela due delle sue fonti di ispirazione. Una è Roger Scruton, filosofo conservatore inglese: "Credo che la grande sfida globale di oggi, non solo in Italia, sia tra coloro che difendono un'identità e coloro che non la difendono. Scruton diceva che, se distruggi qualcosa, non costruisci necessariamente qualcosa di nuovo e di meglio. Se fossi britannica, probabilmente voterei per i Tories". E l'altro suo punto di riferimento politico culturale è J.R.R. Tolkien: "Il Signore degli anelli non è un libro che ti insegna qualcosa. È un libro che ti insegna a scoprire chi sei". Dopo le elezioni del 25 settembre potrebbe toccare agli italiani, sembra concludere Farrell, scoprire chi è Giorgia Meloni.

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