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Il PRESENTE del 4 novembre, il dg marchigiano si difende


 "Ricordare il coraggio dei ragazzi di allora ai ragazzi di oggi, non vedo cosa abbia a che fare con il fascismo": così il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale delle Marche, Marco Ugo Filisetti, commenta con l'ANSA le reazioni politiche che si sono scatenate ieri a seguito del messaggio inviato dallo stesso dg agli studenti in occasione del 4 novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze armate. 

    "Se qualcuno ha voluto andare a cercare e trovare spunto in queste parole per una polemica politica nei confronti di un funzionario delle Stato, che ha il dovere di ricordare agli studenti ciò che è successo tanti anni fa e il sacrificio reso, un po' mi meraviglia se devo essere sincero", aggiunge Filisetti.

"Questo Paese - sottolinea il direttore - credo che abbia ben altro da pensare in questo momento che non andare a fare la filologia sulle parole, invece di cercare di capire il significato delle stesse". "Il significato di quelle parole è inequivocabile e assolutamente condivisibile - aggiunge -. Per altro dovrebbe essere condiviso da tutti e non essere divisivo e di questo mi spiace. Me lo lasci dire anche dall'alto dei miei capelli bianchi, questo è un Paese difficile". Il messaggio che ha suscitato vibranti reazioni politiche, in particolare dal versante centrosinistra, recitava: "Una gioventù che andò al fronte e là vi rimase. Una gioventù lontana dai prudenti, dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte per dire: 'Io c'ero'. Giovani che vollero essere altro, non con le declamazioni, ma con le opere, con l'esempio consapevoli che 'Un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee. Non solo le confessa e le professa, ma le attesta, le prova e le realizza'.  Combatterono per dare un senso alla vita, alla vita di tutti, comunque essi la pensino". 

Ripercorrendo queste parole, Filisetti spiega come "non vi sia motivo di certe reazioni, ma se qualcuno le vuole ricondurre al pensiero fascista è una sua opinione, siamo in un Paese libero e ognuno esprime ciò che ritiene di esprimere. Però mi sembra veramente fuorviante". Il testo del direttore si concludeva così: "Quello che siamo e saremo lo dobbiamo anche a Loro e per questo ricordando i loro nomi sentiamo rispondere, come nelle trincee della Grande Guerra all'appello serale del comandante: presente (tutto maiuscolo, ndr)". 

"Nell'occasione - spiega ancora il dg - abbiamo ricordato anche ai ragazzi di essere persone autentiche, fedeli a se stessi a ogni costo ed è un messaggio che come scuola diamo sempre ai nostri studenti". "Che qualcuno gli abbia poi dato una lettura fuorviante ne prendo atto, mi rammarica, ma non so cosa farci", ribadisce Filisetti. Un messaggio che per il direttore dell'Ufficio scolastico potrebbe anche essere valido per il periodo che si sta vivendo con l'emergenza Covid, ma con qualche distinguo: "Si può ricollegare - dice - anche al momento attuale, dato che è un momento in cui chiediamo a tutti di essere fedeli al proprio compito di docente e studente e se questo comporta la necessità di metterci del coraggio come ce lo misero, mi sembra per ben altro, i giovani di 100 anni fa, allora ci può stare".

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