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No covid/1: dal governo di liberazione nazionale al flop di piazza San Giovanni


Lo showdown del movimento "no mask", con ben due distinte manifestazioni di piazza, è stato aperto stamattina con la presentazione del governo di liberazione nazionale, iniziativa promossa dalla frangia più radicale di contestazione alla gestione governativa dell'emergenza pandemia, i cosiddetti no covid che nella narrazione della stampa mainstream finiscono per diventare i "negazionisti". A scorrere la lista, come succede anche per i governi veri, ci sono naviganti di lungo corso e più o meno clamorose new entry. E se alcuni dei "ministri" sono evidentemente militanti storici della fascisteria, da Castelliino a Fiore e a Nardulli, ci sono pure soggetti irriducibili all'area: da Taormina che ha pur difeso Freda ma è stato anche esponente di spicco del centrodestra, a Nino Gallon, figlio del leader dc Galloni, economista e manager pubblico posstkeynesiano, vicino negli ultimi anni alla sinistra sovranista di Diego Fusaro e Giulietto. Chiesa.

Il primo dei due appuntamenti di piazza, il più atteso per le firme di sostegno, star del barnum mediatico da Montesano a Rosita Celentano, è stato un flop clamoroso. A Piazza San Giovanni oggi nonostante le tante firme di aderenti prestigiosi erano  poche centinaia i presenti. E il ringhio del ministro di polizia, la prefetta Lamorgese, ha funzionato: quasi tutti indossavano la mascherina e si tenevano a distanza. Dopo il diktat della ministra, solo un fermato, per il rifiuto di indossare la mascherina


 
"Una piazza di dinosauri politici, fan della divisione e nostalgici degli opposti estremismi”, ha commentato Giuliano Castellino, vicesegretario nazionale di Forza Nuova, aggiugendo che “ questa piazza (ridotta a piazzetta), fatto ancora più grave non ha solo accettato le regole pseudo sanitarie della dittatura in corso, ha pure richiesto l'intervento della Polizia per affermare i veti, le esclusioni mirate e la colpevole volontà di disunione degli organizzatori; meglio gli antifa di un tempo, questi qui non fanno nemmeno più finta di non essere infami: lo dichiarano apertamente”.




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