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Un anno dopo proviamo a raccontare Stefano Delle Chiaie




(umt) Sono ormai in permanente affanno, con la lista di attesa dei post che si allunga, e così con un giorno di ritardo provvedo a pubblicare lo speciale che abbiamo deciso di dedicare alla scomparsa di Stefano Delle Chiaie. Nell'arco di dieci anni Fascinazione, l'Aler Ugo e il mio canale YouTube hanno prodotto abbondanti materialiQui, un anno fa ho pubblicato buona parte dei link con gli attacchi dei post, per offrire un contributo di conoscenza e di approfondimento sulla figura del leader nazionalrivoluzionario più amato e più odiato d'Italia. In giornata pubblicherò un post analogo con i materiali prodotti in quest'anno e qualche testo "nuovo". Quello che segue è il post, scritto a caldo, da Giuseppe Parente.  


(g.p.) Alle prime ore di martedì 10 settembre il comandante Stefano Delle Chiaie, il leader più noto della destra radicale italiana, ricoverato da qualche settimana in un ospedale romano, è andato avanti.
Casertano di nascita (tra tre giorni avrebbe compiuto 83 anni), romano d'adozione, come era solito definirsi, è stata una figura politica davvero controversa, come nessuna altra. Per decenni liquidato, sia dai camerati che dai compagni, come il provocatore, l'infiltrato per eccellenza.
Da qualche anno, terminati con assoluzioni tutti i processi più pesanti che lo vedono accusato di essere il grande stratega della stagione delle stragi, una saggistica non di parte e non prevenuta nei suoi confronti  ha cominciato a restituirne un’immagine più equilibrata.
Nel corso della mia militanza politica, avevo sempre sentito parlare di Stefano Delle Chiaie definito dai “compagni” come il classico fascista guardia bianca del regime, dai “camerati” come organico con il Viminale oppure mercenario al soldo dei peggiori regimi reazionari.
Accuse che non rendono onore ad un militante rivoluzionario che nel corso di una vita avventurosa, ha attraversato quasi 60 anni di storia repubblicana cercando di costruire un modello diverso che non fosse quello di uno Stato per la gran parte del tempo, asservito agli Stati Uniti, che ha vissuto da protagonista  i periodi bui e violenti, della contestazione prima, degli opposti estremismi poi.
E’ indubbio invece che la sua figura vada ricondotta ad uno scenario internazionale, che è a lui più consono, avendo operato per 17 anni in 3 diversi continenti, “sporcandosi” le mani in attività di contro guerriglia e di consulenza con i regimi e movimenti anti comunisti di diversa natura, sempre mantenendo il rispetto e l’assoluta fedeltà dei suoi militanti che in lui riconoscevano la leadership di un capo dallo stile di vita rigoroso e spartano e dalla dedizione totale alla causa rivoluzionaria.

Ho partecipato, in qualità di relatore e di intervistatore, ad alcune presentazioni de l’Aquila ed il Condor, ed il leader di Avanguardia Nazionale ha risposta, con la massima onestà intellettuale alle mie domande, anche a quelle “scomode”, come quella sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Stefano mi precisò che il giorno stesso della strage i militanti di Avanguardia Nazionale iniziarono loro indagini sull’accadimento, in quanto convinti e consapevoli di dover combattere contro un atto vile, estraneo alla loro concezione della politica. Specificandomi che il 13 dicembre dello stesso anno, nel corso di una riunione, diede precisi compiti ai singoli militanti, per difendere il buon nome di  Avanguardia Nazionale, organizzazione politica senza padroni e senza padrini,  per questo chiamata in causa con responsabilità in stragi come quella di Piazza Fontana  e di Bologna o sul presunto golpe bianco di Edgardo Sogno.

Nel corso delle presentazioni, ho cercato con Stefano di aprire una finestra sull’attuale periodo storico, caratterizzato da una crisi economica e di valori fortissima, proiettandola sul futuro, e da grande leader politico, proiettato in avanti, nonostante l'eta avanzata ha stimolato le giovani generazioni ad ingaggiare buone e giuste battaglie di prospettive contro questo mondo governato dai banchieri.

Addio Stefano


1 commento:

  1. La figura di Stefano è senza dubbio fonte di mille dibattiti, ma, purtoppo, fatti sempre da coloro che ne l'hanno conosciuto ne tantomeno frequentato. Un abbraccio Stefano, ci rivediamo nel Whaalla

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