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Le dieci domande su Bologna. Casamassima: le verità scomode diventano misteri

Dalla pagina facebook di Pino Casamassima una replica alle dieci domande poste nella conferenza stampa dell'Intergruppo parlamentare sulla strage

I NAR E I DI LORO FRATELLI D'ITALIA (OSSIA: QUANDO LE VERITA' SONO SCOMODE DIVENTANO "MISTERI")

Ecco come - per mantenere le tradizioni - la destra cerca di intorbidare le acque attorno alla strage di Bologna che finalmente si avvia a chiudere i battenti sui mandanti dopo averli chiusi sugli esecutori (con sentenze passate in giudicato).
Ecco qui un esempio vergognoso di squallido quanto risibile rimescolamento delle carte. Manco a dirlo, si tirano in ballo nell'ordine (con una monotonia stucchevole su tesi già ampiamente demolite): Carlos e i di lui figliocci Thomas Kram e Margot Christa Frolich, Massimo Sparti e la di lui famiglia, il sempre utile Di Gennaro, l'altrettanto sempre utile Giovannone, il brigatista Francesco Marra et similaria, oltre a - primus inter pares - quei palestinesi la cui pista fu accreditata da un presidente eretico (sul piano della storia) più che emerito (sul piano delle istituzioni).
Ma perché la destra italiana non riesce a sdoganarsi culturalmente e storicamente (e quindi politicamente) prendendo le distanze da quei Nar, quel Paolo Bellini, quell'area eversiva che - anche per Bologna dopo Brescia - sta per essere inchiodata alle sue responsabilità giuridiche oltre che (da tempo) storiche? Ma gli ormai tanti (fino al 18%) potenziali elettori di FdI s'interrogano su un consenso a chi, come QUESTO QUI, cerca (con argomentazioni involontariamente comiche) di intorbidare le acque?
Sto lavorando a quella strage da parecchio tempo, come sempre, con testimonianze dirette - comprese quelle di Fioravanti e Mambro condannati appunto per la strage con sentenza definitiva -: stavo per chiudere libro in funzione di questo 40° anniversario, quando nello scorso febbraio, le responsabilità della P2 di Gelli (oltre a quelle di Cavallini e Bellini sul piano dei manovali della strage ) trovarono finalmente riscontro grazie al lavoro dei giudici bolognesi che, usando il metodo Falcone, erano infine arrivato al flusso di denaro passato dal "gran maestro" e chi per lui ai Nar. A quel punto, bisognava "rimettersi in pista" per delineare con completezza l'aggancio fra esecutori e mandanti, raccogliendo testimonianze e documenti. Il primo contatto lo ebbi con Bolognesi, presidente dell'associazione parenti delle vittime di Bologna, ma contestualmente la pandemia avanzò a passi talmente rapidi da portare alla chiusura totale. Passato l'anniversario come sbarramento temporale, ho quindi tutto il tempo per lavorare al meglio sulla saldatura mandanti-escecutori e il libro uscirà di conseguenza quando sarà pronto. Nel frattempo, consiglio il libro dell'amico e collega Riccardo Bocca "Tutta un'altra strage" (Bur 2007) che sul piano delle responsabilità relative agli esecutori è di una chiarezza e una narrazione adamantina. Quando le verità sono scomode, diventano "misteri"...


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