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In piazza a Trieste contro gli omaggi e i cedimenti alla Slovenia

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Venerdì 10 luglio i militanti triestini della comunità di Avanguardia, del Gud e del Veneto Fronte Skinheads parteciperanno alla manifestazione organizzata in Piazza Dalmazia a Trieste indetta dalle associazione dalmate e da Trieste Pro Patria, per contestare la consegna agli sloveni dell'edificio che ospitava il Balkan e l'omaggio agli antifascisti fucilati a Basovizza, messi sullo stesso piano degli italiani infoibati nel corso dell'occupazione della Venezia Giulia, dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia.
Una manifestazione che anticipa di 3 giorni la venuta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che accompagnato dal Ministro degli Esteri e dell’Interno, per risarcire, per la seconda volta, gli sloveni regalandogli l’edificio che ospitava l’hotel Balkan, non contenti prima si recheranno a Basovizza, non solo per rendere omaggio agli infoibati dai comunisti iugoslavi ma per rendere omaggio ufficialmente ai quattro fucilati di Basovizza, eretti a “vittime antifasciste”, mentre si trattava di appartenenti ad un’organizzazione che voleva l’annessione di Trieste e Gorizia al Regno di Jugoslavia. In virtù di questo erano responsabili di una serie di attentati, che culminavano nel ferimento e nella morte di cittadini. 
Questo ” grande avvenimento ” avverrà alla presenza del presidente sloveno Pahor, che si porta al seguito tutta la stampa slovena, mentre da parte “italiana” sarà “a porte chiuse”, gli unici ” giornalisti ” ammessi saranno quelli della RAI. Pahor, ha sempre rivendicato la lotta antifascista e la “liberazione” per mano delle bande comuniste di Tito, anche in occasione delle celebrazioni del 10 febbraio, intromettendosi in questioni interne dello stato italiano, ovviamente nessuno dei politicanti “governativi” gli ha mai risposto a tono. Anzi, poco tempo fa, il ministro degli esteri “italiano”, ha assicurato al suo omologo sloveno una rappresentanza parlamentare alla minoranza slovena. Una minoranza talmente esigua, che si è sempre rifiutata di sottoporre a censimento, tutelata ed abbondantemente sponsorizzata dalle istituzioni, e sempre a carico del contribuente italiano, che pagherà anche questo secondo risarcimento, probabilmente unico caso al mondo, una particolarità della democrazia italiana. Una minoranza, di cui una componente significativa è orfana del vecchio partito comunista e festeggia il primo maggio, la cosiddetta ” liberazione ” di Trieste da parte della soldataglia titina, festeggia l’occupazione della nostra terra e l’arrivo degli infoibatori.
Si può già immaginare il risalto che darà alla questione la stampa slovena, e quel che dirà, o meglio non dirà, quella italiana, monopolizzata dall’ “informazione” di questo marcio sistema.
Se la minoranza slovena avrà diritto ad una rappresentanza parlamentare, a maggior ragione dovranno averla anche i rappresentanti del mondo degli esuli dei territori orientali ed i loro discendenti. La Slovenia è uno stato che occupa parte dei territori orientali d’Italia, cominci a pagare i giusti risarcimenti per le terre e per i cosiddetti “beni abbandonati”, come dovrebbe fare anche la Croazia. Comincino questi signori a chiedere scusa per i crimini attuati dal comunismo invece di cianciare riguardo ” liberazioni ” dal fascismo e per l’occupazione della nostra terra invece di vanneggiare riguardo l’occupazione “occupazione italiana”.
Ad Opicina, una frazione di Trieste, c’è un edificio di proprietà della patriottica Lega Nazionale, occupato nel 1945 dai partigiani iugoslavi, ed ancora oggi sede dell’associazionismo sloveno: non hanno mai restituito nulla, tantomeno risarcito nulla.
Il documento della “Commissione italo-slovena” degli inizi di questo millennio tanto sbandierato da parte slovena è infarcito di faziosità e omissioni, è menzogna, è carta straccia, da sbattere nel cesso.
Venerdì scenderemo in piazza, per protestare contro l’ennesimo regalo, a suon di milioni di euro, elargito da uno stato indegno di questo nome, da una congrega di affaristi, che ha portato l’Italia in una crisi senza precedenti con la gestione dell’emergenza per il Covid, condotta in una maniera a dir poco schifosa.
Contro l’arroganza di questo marcio sistema e di uno stato straniero rivendichiamo l’orgoglio di essere italiani.
Venerdì 10 luglio, alle ore 19 in piazza Dalmazia, contro questo marcio sistema: “noi siamo di un’altra Italia crediamo ancora negli Eroi”!

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