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Anche a Roma #blacklivesmatter è cucinata in salsa abissina

La campagna di solidarietà dell'estrema sinistra a sostegno della mobilitazione internazionale contro i soprusi della polizia sotto la sigla #blackslivesmatter è sbarcata anche a Roma. Anche qui, come già a Milano con lo sfregio alla statua di Montanelli, l'iniziativa del presente è stata coniugata con un forte richiamo alle vergogne consumate nell'impresa di Abissinia. 
I nomi di George Floyd e Bilal Ben Messaud sono stati affissi nella notte sulle targhe toponomastiche di via dell'Amba Aradam, a Roma. Sempre nella notte e' stato imbrattato, con della vernice, il busto di Antonio Baldissera, il generale a capo delle truppe italiane in Eritrea, che si trova al Pincio. 
Le azioni sono state rivendicate dalla rete 'Restiamo umani' con l'intento di portare anche a Roma la voce del 'Black lives matter', ovvero l'ondata di proteste mondiali seguite alla morte dell'americano Floyd per mano della Polizia. Nell'azione romana si fa riferimento anche a Messaud, il migrante morto a Porto Empedocle, il 20 maggio scorso, mentre cercava di raggiungere terra. A spiegare i motivi del gesto uno striscione affisso sui bandoni sul cantiere della meteo C di San Giovanni: "Nessuna stazione abbia il nome dell'oppressione".

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