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29-30 giugno 1934: con la notte dei lunghi coltelli Hitler liquida i nazisti rivoluzionari

Tra le notti più cupe e sanguinose del nazismo ce n'è una che segna l'affermazione definitiva del Terzo Reich. È quella passata alla storia come la notte dei lunghi coltelli, in cui Hitler stesso, pistola in pugno, guida un'operazione spietata contro i suoi oppositori, tra i quali vecchi amici come Ernst Röhm, capo delle S.A, la milizia armata del partito nazionalsocialista. L'unico a cui dava del tu. Nella notte tra il 29 e il 30 giugno del 1934 le SS di Heinrich Himmler fanno irruzione in un albergo di Bad Wiessee, in Baviera, dove è in corso un raduno delle SA. È un bagno di sangue di tre giorni che dalla Baviera si estende fino a Berlino e ad altre città della Germania. Alla fine si conteranno circa 200 persone uccise e oltre 1000 arrestate. Nelle liste di proscrizione compilate da Goering e Himmler, ci sono molti personaggi scomodi che vanno eliminati.
Le SA (STURM ABTEILUNGEN-squadre d’assalto) erano le squadre paramilitari della prima ora, organizzate e guidate dal comandante Ernst Rohm, un eroe di guerra. Croce di ferro, due ferite gravi e due promozioni sul campo. Nell'immediato dopoguerra si distingue nelle milizie e nelle attività antispartachiste.
Adolf Hitler gli affida il braccio armato del partito, le squadre d’assalto, con la loro caratteristica camicia bruna che diverrà, fino all’ascesa al potere, l’emblema dei militanti della svastica.
Gli uomini di Rohm partecipano al fallito putsch di Monaco del 1923, ma, nonostante la disfatta, continuarono la loro attività, ritrovando tutto il loro vigore quando, dopo pochi mesi di carcere, Hitler riorganizzò attentamente il partito. Dopo una prima rottura con Hitler, Rohm si reca in Bolivia nel 1925 ma accorre al richiamo dell'amico nel 1930, quando cominciano a maturare le condizioni per la spallata finale
Furono proprio le SA a contribuire, con le loro intimidazioni, alla scalata al potere del fuhrer, raggiungendo il massimo della loro potenza proprio nel 1933, quando i nazional-socialisti riuscirono ad ottenere, dopo anni di lotta, il controllo della Germania, con la nomina di Hitler a cancelliere del Reich. L'organico ha ormai raggiunto i 2 milioni di miliziani e la cosa, ovviamente, suscita un'aspra ostilità nella Wehrmacht che teme di essere fagocitata. Del resto Rohm non faceva mistero delle sue posizioni "sociali", del suo favore a una seconda ondata rivoluzionaria, del sostegno a un programma radicale di nazionalizzazioni.
Lo splendore delle squadre di assalto e del loro carismatico comandante Rohm, si avvian così alla conclusione. A far precipitare la situazione l'ostilità dei due uomini forti del regime nascente: Goring e soprattutto Himmler, il capo delle SS, una piccola formazione paramilitare, cresciuta all’interno delle SA e che, nel giro di pochi anni, aveva conosciuto un'espansione spaventosa.
Fomentato dai suoi collaboratori, bisognoso del sostegno delle forze armate nel momento in cui vanno precipitando le condizioni di salute del presidente Hindenburg e convinto delle trame sovversive delle SA, Hitler decise di procedere ad un deciso regolamento di conti. La notte tra il 29 e il 30 giugno del 1934, Rohm ed i suoi vertici militari, furono massacrati, in uno spaventoso bagno di sangue, dalle SS di Himmler. A Rohm fu offerta la possibilità di suicidarsi lasciandogli in cella una pistola con un solo proiettile. Dopo dieci minuti lo giustiziarono. Approfittando della pubblica fama omosessuale di Rohm fu diffusa la diceria che gli uomini delle SA, furono sorpresi dai loro carnefici, proprio nel bel mezzo di un festino di natura omosessuale, con giovani esponenti della formazione.
Dopo quella tragica purga, le SA, pur continuando, formalmente, ad esistere, cessarono la loro attività, soppiantate, in tutto e per tutto, dall’ordine nero delle sempre più potenti SS di Himmler.

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