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Minacce al regista di Ultras? No, dure critiche all'opera


Minacce al regista napoletano di Ultras, cosi titola l'articolo a firma del collega Diego Del Pozzo sulle pagine sportive de Il Mattino, storico quotidiano partenopeo.
Leggendo con la massima attenzione l'articolo di minacce (tentativo di imporre la propria volontà incutendo il timore di un imminente danno o pericolo) nel senso proprio del termine non ne vedo.
Ho visto, in diverse zone della città, alcuni striscioni di dura e civile contestazione al primo lungometraggio diretto da Francesco Lettieri che racconta il variegato mondo degli ultrà del Napoli che a partire dal 20 marzo sarà disponibile su Netflix, mentre Coronavirus permettendo, sarà proiettato al cinema da lunedì 9 a mercoledì 11 marzo.
La trama del film ruota intorno alla figura del cinquantenne Sandro, capo ultrà degli Apache, con una storia fatta di tifo, ma anche di risse e di scontri con i supporter rivali nel mondo della squadra che ama.
Una trama che non piace agli ultrà della due curve del Napoli come lo dimostrano i tanti striscioni comparsi nella giornata di domenica 8 marzo.
Ultras: pronti a speculare con un film grottesco e surreale. Liberi di Tifare; non è cultura, né ultras nè tifo: questo film ci fa schifo; ultras un film che fa cagare peggio di quello di Natale.
Attacchi sono giunti anche a Francesco Lettieri e a Liberato, il cantante che ha firmato la colonna sonora con questi striscioni : Lucri sulla nostra passione con il tuo squallido copione. F Lettieri verme; Liberato esci dall'anonimato. Clandestino non lo sei mai stato.

Confondere una civile contestazione, sicuramente dura nei contenuti, da parte degli ultrà del Napoli all'autore di Ultrà non le minacce (che sono ben altra cosa) è veramente qualcosa di incredibile.




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