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18 marzo 1978: salta in aria François Duprat, un delitto Trilateral

Il 18 marzo 1978 veniva assassinato François Duprat, storico, politologo e politico della destra nazionalrivoluzionaria francese. La sua macchina era stata trasformata in un’autobomba che esplose quando la mise in moto all’uscita di casa. Era stato autore di numerose indagini su quanto avveniva dietro le quinte del potere francese.
In particolare aveva posto l’accento sul ruolo decisivo del Mossad dietro le agitazioni del ’68, notizia ripresa da molti e sicuramente veritiera almeno per quello che riguarda la Francia, la Germania e gli Stati Uniti (a patto di corredarla dell’alleanza con la Cia che contrariamente alla vulgata comune è per natura e cultura “progressista”). L’esecuzione, opera di servizi o di un commando protetto dai servizi, è eccezionale se si calcola che ne fu vittima un militante e dirigente politico relativamente giovane (trentasette anni).
Ma in Francia operavano i Sac che si permettevano di colpire in due direzioni: chi desse fastidio alla maggioranza gollista ma anche, specie dopo il passaggio da De Gaulle a Pompidou, gli avversari della Banca Rothschild e della gladio francese (quella di cui fecero parte attiva le sinistre che per Duprat erano legate al Mossad). Un anno e mezzo prima aveva avuto luogo l’assassinio del colonnello tedesco Joachim Peiper, bruciato vivo nella sua casa di Traves, in Haute-Saone. Siamo negli anni dei santuari terroristici protetti nella loro attività dall’establishment francese, è un omicidio che avviene due giorni dopo il rapimento-Moro in cui il Superclan, che si organizzava nella Hypérion di Parigi, ebbe il ruolo centrale, e siamo nel pieno del settennato-Giscard che fu un settennato Trilateral.
Gabriele Adinolfi

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