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14 marzo 1926: nasce Benito Bollati

Proprio ieri, sulla pagina facebook Anni di piombo, fondata da Nicola Guerra e animata da una ciurma interessante, Giacinto Reale pubblicava la copertina di un libro di Benito Bollati, innescando una discussione sulle sue vicissitudini. Oggi scopro che è il suo 94esimo compleanno e quindi è d'uopo un post dedicato.



Benito Bollati è una figura storica del neofascismo milanese. Brigatista nero, nel dopoguerra è processato per collaborazionismo. Racconterà la sua avventura in un saggio autobiografico, pubblicato da Mursia, Io, ragazzo di Salò:
È l’8 settembre 1943. Benito Bollati, il «ragazzo di Salò», protagonista e autore del libro, ha diciassette anni quando sceglie di aderire alla Repubblica Sociale Italiana per restare fedele al fascismo e continuare a lottare per una causa che ritiene giusta e per la difesa dell’onore d’Italia. Un piccolo «vinto» della storia ricorda la guerra civile in Italia attraverso il diario della propria vicenda umana che segnerà tutta la sua vita e le sue future scelte politiche. Dalla drammatica decisione di continuare a combattere alla lunga detenzione, sino al ritorno in libertà in un’Italia diversa che al primo impatto lo delude e che non riconosce come quella che aveva immaginato nei giorni trascorsi in cella.
Esercita l'avvocatura dal 1956 e milita nel Msi in cui fa una notevole carriera politica.
Fu deputato nella VI e VII legislatura nelle file del Msi. Nella VI legislatura subentrò nel 1974. E' sicuramente intrigante il fatto che la sua proclamazione è il 29 maggio, mentre in tutta Italia le sedi del Msi bruciano sotto l'assalto degli antifascisti inferociti per la strage di Brescia. Così come è una coincidenza significativa che l'elezione sia convalidata il 25 luglio. Durante la VII legislatura, nella quale invece fu eletto direttamente, non aderì a Democrazia Nazionale, ricoprendo invece il ruolo di segretario nel gruppo MSI-DN.
La sera del 12 gennaio 1975 subisce una violenta aggressione da parte di quattro giovani con pesanti sbarre di ferro e passamontagna. Riporta trauma cranico, trauma dorsale, e profonde ferite a cinque dita. Racconterà trent'anni dopo a Luca Telese, che lo intervista sul delitto Pedenovi per "Cuori neri" che era armato ma dovendosi coprire la testa dalle sprangate esitò ad estrarre la pistola. Quando si decide a farlo lo colpiscono scassandogli la mano. Ma è un osso duro e riesce a tenerla puntata diritta. Ha il tempo di vedere la paura nei loro occhi e poi la fuga. Confessa al giornalista che avrebbe sparato se non ci fosse stata la sicura. Telese lo incalza: "Ci pensa con sollievo". Il vecchio brigatista nero lo gela: "No, a essere sincero, con rammarico" .
Il 22 gennaio 1975 il presidente della Camera Sandro Pertini, così apre la seduta:
Onorevoli colleghi, a nome della Presidenza nella sua collegialità esprimo la più ferma protesta per la grave aggressione subita dal deputato Bollati del Movimento sociale italiano-destra nazionale, avvenuta a Milano in circostanze non ancora precisate e verificatasi in un clima di trame e di violenze eversive e teppistiche che provocano ripetuti episodi che colpiscono gravemente la democrazia e la convivenza civile . Auguriamo al collega una pronta guarigione, ribadendo ancora una volta con fermezza che, qualunque sia la posizione politica di un parlamentare, non è ammissibile che venga colpito nell'esercizio delle sue funzioni.
Qualche giorno dopo nel corso di una manifestazione dell’ultra sinistra un gruppo di manifestanti hanno sfondato la porta del suo studio legale lanciando bottiglie molotov che hanno provocato un incendio per fortuna limitato".
In occasione del conferimento della medaglia d'oro per i 50 anni di professione forense, il Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Milano ha definito Bollati “un avvocato di alto livello e un uomo di grande impegno politico e sociale, come testimoniano le sue numerose esperienze”.
Dopo la svolta di Fiuggi non aderirà mai ad Alleanza nazionale che liquida come "un partito di traditori senza spina dorsale".

1 commento:

  1. Ho letto da pochi giorni il suo libro che consiglierei davvero. Per il resto, che dire, tanti auguri, Benito!

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