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13 marzo 1939: scompare Otto Rahn. Un tributo di Dugin



di Alexander Dughin

Otto Rahn (1904-1938), descritto come un giovane autore e storico molto dotato, fu una delle figure più affascinanti di questo secolo. Prima della sua misteriosa morte, all’età di 35 anni, scrisse due libri sui Catari della Francia meridionale: “Creuzzeug gegen den Graal” (Crociata contro il Graal) e “Luzifers Hofgesinf” (La corte di Lucifero). La leggenda continua a circondare sia la sua vita sia la sua tragica morte.
Nonostante i suoi libri influenzarono autori quali Trevor Ravenscroft e Jean-Michel Angebert, essi non furono mai tradotti in inglese. Nel 1982 nel best-seller “Holy Blood, Holy Grail”, il nome di Otto Rahn compare in una piccola, ma intrigante nota a margine. Otto Rahn pensava di aver localizzato la Montagna del Sacro Graal, la Montsalvat della leggenda, nella fortezza di montagna dei Catari, nella fortezza di Montsegur nei Pirenei francesi. Egli fu, secondo il professor Joscelyn Godwin, “largamente responsabile per la visione mitologica che univa i Catari e Montsegur con il Sacro Graal ed il suo Castello”.
Norma Lorre Goodrich nel suo acclamato lavoro “The Holy Grail” paga pegno alla “Crociata contro il Graal” di Otto Rahn, descrivendola come un “libro delle meraviglie, un monumento a questo idealista autore tedesco, che morì misteriosamente durante una discesa dalle Alpi.” Secondo il suo traduttore francese, Otto Rahn credeva con assoluta convinzione che i Catari fossero stati gli ultimi possessori del Santo Graal, e che il Santo Graal “fosse perito” quando morirono per mano del “Papa e del Re di Francia” all’inizio del 13mo secolo. La guerra della Chiesa Cattolica Romana contro i Catari è generalmente descritta come una guerra dove Roma e Amor si trovano opposti uno all’altro, nel quale l’idea cattolica (“comune”) trionfò tra le fiamme dei roghi e le spade dei soldati sull’ ideale (“puro”) cataro. I Catari medievali credevano nell’esistenza di una guerra eterna tra i principi della Luce e delle Tenebre sui quali si basavano tutte le forze dell’Universo. Le Tenebre erano per loro l’imperfezione, la transizione. Essi identificavano tutte le norme clericali e secolari, principalmente quelle della Chiesa Cattolica come la personificazione delle Tenebre. Nella loro mitologia il Sole simbolizzava la Luce primordiale dalla quale ebbe origine la vita. Miguel Serrano coniò la loro dottrina: “Una Cristianità Solare, per Otto Rahn, Montsegur era la “Casa della Luce del Catarismo”.

La ricerca del Graal da parte di Otto Rahn  

Otto Rahn nacque il 18 Febbraio 1904 a Michelstadt nella Germania meridionale. Alle scuole superiori sviluppò un interesse nella storia medievale dei Catari, il loro destino e la rivolta contro il Re ed il Papa. Dal 1922 al 1926 studiò giurisprudenza, Filosofia e Storia della Germania. Rahn intendeva scrivere una dissertazione su Guyot, un Trovatore provenzale sul cui poema “Il Graal scomparso” il poeta Wolfram Von Eschenbach sostenne di aver basato il suo “Parzival”. Il racconto medioevale germanico del Parzival, ravvivato nel 1800 dalle opere della mistica popolare di Wagner, infiammò la moderna ricerca di Otto Rahn per il Santo Graal. Immediatamente mise insieme le più svariate notizie storiche sui Catari e sul poema di Wolfram Von Eschenbach, un Cavaliere Templare del tredicesimo secolo. Guidato dal suo profondo interesse per i Catari e per la leggenda del Graal, dal 1928 al 1932 Rahn viaggiò ampliamente in Francia, Spagna, Italia e Svizzera. All’inizio dell’estate del 1929, Otto Rahn fece la sua prima visita in Linguadoca, regione della Francia meridionale.
Risedette nel villaggio di Lavelanet e nei successivi tre mesi esplorò sistematicamente le rovine del tempio-fortezza Cataro di Montsegur, come pure le grotte delle montagne circondanti.
Era in Linguadoca, che la città di Carcassonne, la sacra montagna dei Catari (Montsegur) e la chiesa di Rennes-le-Chateau erano localizzate. Tutti questi siti erano immersi nella vita Catara ed era qui che tutte le leggende sul Santo Graal sembravano convergere.  A Montsegur, scrisse Nigel Pennick, “nel 1244 i Catari, eretici, sostennero l’ultima eroica resistenza contro la crociata Cattolica, la quale si concluse con la loro completa distruzione. Qui, la tradizione afferma che la notte prima dell’assalto finale, tre Catari portarono le sacre reliquie oltre le mura. Portarono via le magiche reliquie del Re dei Merovingi, Dagoberto II e una coppa che si ritiene fosse il Santo Graal. “Il possesso del Graal era sempre stato il sogno degli ordini cavallereschi. I Cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artu’, i Cavalieri Templari e persino i Cavalieri Teutonici cercarono il mistico vessillo. Ma Otto Rahn credeva di aver trionfato dove centinaia di anni di ricerche fallirono. Aveva studiato la sacra geometria di Montsegur, il suo orientamento all’alba e le sue relazioni con altri posti sacri, scoprì passaggi segreti sotterranei, dove percepiva che un tesoro avrebbe potuto essere nascosto". (da Hitler’s Secret Sciensies) Nigel Pennick suggerì che la conoscenza della “geografia sacra” da parte di Otto Rahn, potesse derivare dai Druidi e dai Templari. I Catari si diceva potessero avere anch’essi familiarità con questa tradizione. In molti incontri con la popolazione locale (disse di parlare la lingua Provenzale fluentemente), Otto Rahn raccolse tutto ciò che concerneva i Catari ed il Graal. Queste formarono le basi degli emozionanti resoconti delle esplorazioni di Rahn nelle caverne dello Sabarthes a sud di Montsegur e specialmente delle caverne del Lombrives, chiamate “La Cattedrale” dalla popolazione locale. Egli descrisse questa magnifica caverna come segue: “In un tempo ormai dimenticato, in un’epoca nel quale i ricordi non furono mai toccati dalla moderna scienza storica, fu usata come  tempio consacrato al Dio Iberico Illhomber, Dio del Sole. Tra i monoliti, uno di questi spaccato in due, una profonda discesa conduce verso il gigante vestibolo della cattedrale del Lombrives. Tra stalagmiti di bianco calcare, tra muri di un color marrone profondo e rocce cristallo brillanti, il sentiero conduceva giù dentro l’intestino della montagna. Una stanza di 260 piedi d’altezza serviva come cattedrale per gli eretici.” Rahn disse come, “..profondamente agitato, camminavo attraverso le camere di cristallo e le cripte di marmo. Le mie mani poterono toccare le ossa dei puri e dei cavalieri…”
Un vecchio racconto di un pastore della Linguadoca ricordato da Otto Rahn e inserito nel suo primo libro, mostra un profondo simbolismo mistico: “…Al tempo in cui le mura di Montsegur erano ancora in piedi, i Catari tennero qui il Sacro Graal. Montsegur era in pericolo. Le armate di Lucifero lo accerchiavano. Volevano il Graal, per rimetterlo sul diadema del loro Principe dal quale si staccò durante la caduta dei suoi angeli sulla Terra. Allora, nel momento più critico, discese dal cielo una bianca colomba, la quale, col suo becco, spaccò il Tabor (Montsegur) in due. Esclarmonda, che era la tenitrice del Graal, gettò il gioiello sacro nelle profondità della montagna. La montagna si richiuse su sé stessa, ed in questa maniera il Graal fu salvato. Quando i demoni entrarono nella fortezza, fu troppo tardi. Infuriati, misero al rogo tutti i Puri, non lontano dalla roccia sul quale il castello si ergeva nel Campo del Palo. Tutti i Puri perirono sulle pire ardenti ad eccezione di Esclarmonda di Foix. Quand’ella seppe che il Graal era salvo, salì sulla sommità del Monte Tabor, si mutò in una bianca colomba e volò via verso le montagne dell’Asia.” Sia “Crociata contro il Graal” che “La corte di Lucifero” sono pieni di notevoli intuizioni e rivelazioni di importanti connessioni storiche. Giù nelle profondità delle grotte dello Sabarthez, Rahn trovò camere nelle quali i muri erano coperti di simboli caratteristici dei Cavalieri Templari, fianco a fianco ad emblemi dei Catari. Questa scoperta confermò la conoscenza che i Catari ed i Cavalieri Templari furono per un certo periodo di tempo strettamente uniti. Un’altra immagine estremamente intrigante, era quella scolpita nel muro di roccia di una grotta nella quale si vede un disegno di una lancia. Questo disegno ricorda la lancia insanguinata che appare una volta di più nelle leggende di Artù.
La leggenda del Graal, spiega Miguel Serrano, “…riappare forzatamente cristianizzata nel Medio Evo. I Templari la disseminarono. E’ centrata sulla leggenda della corte di Re Artù (che sarebbe il Re del Graal ed è anche chiamato Amfortas). E’ interessante notare che Artù è Arthos, Orso, come dire Arctic. Dal quale l’esatta posizione geografica del continente perduto nell’originaria Era Solare è localizzato: Hyperborea, sede del Graal.  Nel Medio Evo, divenne un calice, quando il mito fu Cristianizzato: il calice nel quale Cristo si disse avesse bevuto nell’ultima cena, o anche quello nel quale Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Cristo che sgorgava quando fu crocefisso”.
I Catari che custodirono il Santo Graal nel loro castello a Montsegur, credeva Otto Rahn, potevano essere dei discendenti dei Druidi che si convertirono al Manicheismo. I Druidi in Britannia furono i precursori della Chiesa Celtica Cristiana. Egli vide nella cultura medievale dei Catari forti rassomiglianze con i Druidi. I loro sacerdoti erano affini ai Perfetti Catari. La segreta saggezza dei Catari fu preservata dagli ultimi Trovatori, i poeti e cantori erranti delle corti medievali di Francia.
Molti Trovatori, secondo Rahn, segretamente erano Catari.
Le loro canzoni spesso apparentemente dedicate a donne speciali, il loro simbolismo femminile era riferito alla Comunità Catara, la Sophia, la Saggezza degli Gnostici.
Julius Evola spiega nel “Il Mistero del Graal”: “…per rendere questa dottrina inaccessibile ai profani, essa è nascosta in un simbolismo erotico, simile al cerchio del Graal quand’esso è rappresentato da un “simbolismo eroico”…”. Quando Otto Rahn iniziò a studiare il Parzival di Wolfram Von Eschenbach, vide notevoli similitudini con nomi e posti della Francia meridionale e sospettò che il Castello del Graal del Parzival, il castello Muntsalvaesche (Richard Wagner lo chiamò Montsalvat) altro non fosse che la fortezza solare Catara di Montsegur.
Nell’opera di Eschenbach egli subì l’influenza della poesia Catara. L’errata ipotesi che i Catari perseguitati avessero potuto ritirarsi sotto terra e celebrare i propri riti nelle chiese sotterranee, fu sostenuta da Otto Rahn secondo quanto detto dal ricercatore delle tradizioni Catare, Antonin Gabal. Gabal diede a Rahn la facoltà di consultare la propria libreria e il suo museo privato Nelle lettere Rahn lo chiama “il suo Trevrizent” (lo zio di Parzival nell’opera di Eschembach) e sviluppa questa tesi dall’opera di Gabal “Sul cammino del Santo Graal”.
La leggenda secondo cui Otto Rahn trovò il Graal e che esso fosse custodito fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale a Wewelsburg, il castello delle SS presso Paderborn, può facilmente essere smentita. C’era un Graal a Wewelsburg ma era solo un’enorme roccia di cristallo. Rene Nelli, un importante studioso di Catarismo, tramandò il fatto che nei testi ancora esistenti dei Catari, il Graal non viene mai menzionato, mentre per Julius Evola la maggior parte delle tesi Catare sul Graal erano poco credibili.

Ritorno in Germania  

Dopo il 1933 Rahn visse a Berlino, impegnandosi in ulteriori studi sul Graal. Questa ricerca di una primordiale religione tradizionale, la Religione della Luce, attirò l’attenzione del capo delle SS Heinrich Himmler che cercò la collaborazione di Rahn sotto la sponsorizzazione delle SS. Dopo averlo inizialmente inserito come civile nell’ufficio sull’eredità del passato, l’Ahnenerbe, il suo talento fu presto riconosciuto dai suoi superiori. Persuaso ad entrare ufficialmente nelle SS nel 1936, in poche settimane Otto Rahn fu promosso al grado di SS-Unterscharfurher. Dal Settembre 1935 Rahn scrisse in preda all’esaltazione al capo dell’Ahnenerbe dei posti da lui visitati e della sua ricerca delle tradizioni tedesche del Graal, richiedendo di considerare la faccenda in maniera confidenziale tranne che per Himmler. Otto Rahn fu persino sospettato di aver fondato un circolo Neo-Cataro nelle SS. Nell’estate del 1936 intraprese, per ordine delle SS, una spedizione in Islanda. I punti fondamentali di questo viaggio entrarono a far parte di alcuni capitoli del suo secondo ed ultimo libro “La corte di Lucifero”, pubblicato nel 1937. Rahn non fece alcun riferimento alle SS e sulla nave che salpò per l’Islanda issò un bandiera con una svastica blu su campo bianco, in contrasto con la bandiera ufficiale del Terzo Reich. Sappiamo che Otto Rahn cadde in disgrazia presso la gerarchia Nazista nel 1937 e per ragioni disciplinari fu assegnato a vari compiti nel campo di concentramento di Dachau. Nell’inverno del 1938/39 scrisse al Reichsfuhrer-SS per porgere le sue dimissioni dalle SS. Pochi mesi più tardi morì.
Numerose notizie non ufficiali abbondano sull’uscita di Otto Rahn dalle SS. Alcuni sostengono che egli era omosessuale o di origini ebraiche, ma di questo mancano riscontri reali.
In una conversazione Rahn sostenne che egli si sentiva tradito e che la sua vita fosse in pericolo. In una lettera ad un amico egli espresse apertamente il suo pensiero sul Terzo Reich: “C’è molta sofferenza nel mio paese. Quattordici giorno fa ero a Monaco. Due giorni dopo preferii andarmene sulle montagne. Impossibile per un tollerante, liberale come me vivere in una nazione come la mia Germania” Il colonnello Howard Buechner, autore del “Il Calice di Smeraldo”, disse che Rahn “ci lascia intuire che egli si sarebbe opposto alla guerra che la Germania stava preparando nel 1938. Al posto della guerra, egli credeva che la Germania e quindi l’Europa, si sarebbe trasformata in una comunità di “Puri” Catari. In altre parole, il lungo tempo passato sulla storia dei Catari e la loro ingiusta persecuzione da parte della chiesa e del trono di Francia, portarono alla sua conversione verso il destino Cataro. Egli proponeva un “Nuovo Ordine” nel quale gli stati d’Europa, e forse tutte le nazioni della terra, avrebbero adottato il credo Cataro nell’interesse della pace nel mondo”.
Il 13 Marzo 1939, quasi nell’anniversario della caduta di Montsegur, Otto Rahn morì nelle nevi delle montagne tirolesi.
“Nella maniera degli eretici Catari”, sostiene Nigel Pennick, “Rahn volle volontariamente lasciare il mondo che vedeva disintegrarsi”. Pochi anni prima Otto Rahn aveva scritto in “Crociata contro il Graal”: “La loro dottrina accettava il suicidio, ma domandava che questo avvenisse non per porre termine ad una vita di disgusto, paura o panico, ma per un perfetto abbandono della materia. Questo tipo di Endura fu permessa quando ci si trovava in un momento di mistico abbandono e di divina bellezza e dolcezza…Era il primo veloce passo verso il suicidio. Per velocizzarlo si richiedeva coraggio, ma all’atto finale di una definitiva ascesi si richiedeva l’eroismo. La conseguenza non è poi così crudele come potrebbe apparire”.
La storia dell’enigmatica vita di Otto Rahn e delle sue opere, affascinerà sempre gli studiosi del Sacro Graal e i ricercatori della tradizione Catara. Questo Mistero può essere compreso nell’opera di Miguel Serrano  “Nos: Libro di Ressurezione”. “Quando parliamo della religione d’amore dei Trovatori, degli iniziati Cavalieri del Graal, delle verità Rosacrociane, dobbiamo cercare di scoprire quali menzogne si celano dietro il loro linguaggio. In quei giorni, l’amore non aveva lo stesso significato che viene attribuito oggigiorno. La parola AMOR non significava nulla, era una parola chiave. AMOR scritto all’incontrario è ROMA. In questa maniera la parola indicava esattamente l’opposto di Roma, in tutto quello che Roma rappresentava. Inoltre AMOR si può spezzare in A e MOR, che significava Senza-Morte. Questo per divenire immortale, eterno, grazie alla via di iniziazione di A-MOR. Una via di iniziazione totalmente opposta a quella di Roma. Una Cristianità Solare, Esoterica. La Cristianità Gnostica di Meister Eckhart. E la mia. Poiché ho tentato di insegnare all’uomo occidentale come far risorgere Cristo nella sua anima. Poiché Cristo è l’”IO” nell’uomo occidentale. “Ecco perché ROMA distrusse AMOR, i Catari, i Templari, i Signori del Graal, i Minnesanger, tutto ciò che avesse un origine nella “Memoria del Sangue Hiperboreo” nel quale noi abbiamo un’origine solare. “Si è scritto molto sull’amore nelle novelle, poesie, libri, l’amore dell’essere prossimi gli uni agli altri, l’amore universale delle chiese, l’amore per l’umanità, ma non ha nulla a che vedere con “L’AMORE SENZA AMORE” (A-MOR, SENZA LA MORTE) la quale è una dura disciplina, fredda come il ghiaccio, tagliente come una spada, che aspira a superare la condizione umana per raggiungere il Regno dell’Immortalità, l’Ultima Thule.”.

FONTE: Thule Italia

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