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R. Graziani: il neofascismo non si trasferisce nella postmodernità

Un intervento critico di Rainaldo Graziani, a partire dalla provocazione dell'omaggio a Ordine Nuovo nell'anniversario di Piazza Fontana, ripreso dalla sua pagina Facebook


Nella prima decade di dicembre del 2019 in assoluta e voluta “solitudine” mi sono assunto la responsabilità ed anche il “peso” di un ultimo gesto : difendere il nostro passato dalle menzogne oramai più mediatiche che giudiziarie, il che per certi versi è più grave oltre che paradossale.
E' stato un atto dovuto proprio di chi non si arrende alla mostrificazione elaborata da miserabili in malafede, di chi non si arrende dinanzi l'ingiustizia e la mistificazione. Ho avviato inoltre anche un procedimento penale, mio malgrado, nei riguardi di un paio di gazzettieri. Ho delegato quindi uomini di legge a trascinare due mascalzoni nelle vecchie e polverose aule tribunalizie di un modello sociale culturale e politico che è in fase degenerativa ovvero morente. Questo modello sociale, includente la sfera culturale, politica, scientifica, religiosa economica e finanziaria, nel pensiero di Zygmund Baumann o di Alexandr Dugin può in buona parte essere associato al concetto di modernità.
A spazzare, distruggere liquidare o dissolvere la modernità è un vento nuovo che preannuncia l'arrivo della postmodernità.
Le ideologie così come le “odiologie” e le filosofie proprie della modernità non hanno un ruolo e quindi alcun futuro nella postmodernità, neanche in termini di testimonianza. Tutto ciò è talmente "apodittico" che anziché evidenziare cosa sia stato il neofascismo vi rimando alla definizione di esso esistente su questo link. Tanto è lo stesso.
Più che un intento provocatorio, il pensiero fin qui espresso sta a significare, per quel che ci riguarda, che il nostro interesse non è rivolto a movimenti, sindacati, partiti, affiliazioni, ordini, siano essi laici o religiosi o criminali , ne tanto meno a sette o pseudo-elitarie aggregazioni... Essi sono morenti, o già morti o fuori dalla Storia intesa quale organismo vivente.
Il mio pensiero è quindi volto alla ricerca NON di consenso ma di “CONSIMILI” .
Abbiamo realizzato nei mesi scorsi una ventina di “videofilmati di avvicinamento” a quello che sarà un primo cortometraggio, una sorta di documentario che rappresenterà la cesura con il passato e l' ingresso nel futuro. Ai nostalgici del Fascismo o del neofascismo cui vanno i miei ringraziamenti sentiti, sinceri ovvero fuori da ogni inutile ironia, rimando la citazione di un post di carattere personale (cosa per me assolutamente inusuale) pubblicato volutamente il 17 dicembre … (... Mia madre, Donna Fiorella, è uno dei miei "punti cardinali" ... dieci anni fa, poco prima di abbandonare la dimensione terrena, le chiesi se a suo parere il Fascismo sarebbe sopravvissuto negli anni a venire ... Lei sorridendomi mi rispose : " Certo !... ma da diverso tempo lo state cercando nei posti sbagliati... non lo troverete più nelle sedi dei partiti o dei movimenti o negli articoli di un giornale, esso si è già trasferito nel buon senso della gente ... non fa più parte di un progetto politico ...ma, cosa più importante, è già parte di un patrimonio esistenziale. ...) Archiviato questo aspetto, assunto in solitaria e prima persona l'onere e l'onore di difendere il sacrificio di sangue e di Idee che il neofascismo ha prodotto fino ad adesso è giunta l'ora di chiudere questo grande percorso e intraprendere in tempi immediati una nuova e meravigliosa avventura. Quale ?
Navigare nell'Epoca Nuova , ovvero misurarsi nella e con la Posmodernità...
Sappiamo con Chi , con quali strumenti, con quale patrimonio valoriale e soprattutto sappiamo cosa fare.
Chiudere questa pagina del neofascismo, andare oltre ciò che si è posseduto, è la semplice e necessaria comunicazione di un cambio di passo. Un cambio di passo che entro un paio di mesi, in forma più completa ed esaustiva sarà presentato dal documentario su cui stiamo lavorando. Ad Maiora !

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